Sarri schiera una squadra stanca in più uomini, soffre ancora una volta il tecnico dei bergamaschi. Poi un colpo di genio raddrizza la gara e inverte il trend
Un film di Tarantino
Da questo Napoli-Atalanta 3-1 Quentin Tarantino potrebbe cavarne un film dei suoi. Potrebbe cominciare con l’immagine di Reina quasi in lacrime a fine gara. O dalla corsa di Rog dopo il gol del 3-1. Intervallare le immagini con le facce smarrite del Napoli del primo tempo. Napoli che sembrava incredibilmente e ineludibilmente ancora una volta finito nella trappola tesa da Gasperini a Sarri. Sembrava un incubo. Atalanta in vantaggio con colpo di testa su corner dopo un quarto d’ora e quasi padrona del campo. Di certo più vicina al 2-0 del pareggio del Napoli.
Primo tiro in porta, primo gol
Poi è arrivato l’eroe della serata. Piotr Zielinski unico cambio non forzato di Sarri. L’altro, Christian Maggio, è stato dettato dalla squalifica di Hysaj. Per il resto, l’allenatore ha schierato la formazione tipo. Una squadra stanca in tanti uomini: Hamsik, Jorginho, Callejon, anche Insigne. Un po’ stanchi, un po’ ingabbiati dall’Atalanta di Gasperini che ha giocato un gran primo tempo. Poi, al decimo del secondo tempo, su azione di calcio d’angolo la palla arriva al limite dell’area a Zielinski. Stop di petto e destro scoccato a un’altezza considerevole. Uno di quei tiri che potrebbero anche far finire il pallone al gazebo. Ma il piede non è il nostro. E la palla finisce sotto la traversa. Uno a uno.
L’incubo è finito. Dopo un’ora, si è spezzato l’incantesimo di Gasperini che ancora una volta gliel’aveva incartata a Sarri. Il Napoli non aveva mai impensierito Berisha. Solo un’occasione, con Callejon solo davanti alla porta, in scivolata. Ma contro l’Atalanta Callejon sbaglia gol assurdi. A Bergamo, qualche anno fa, fu infinitamente peggio.
I cambi a centrocampo
Zielinski ha avuto il gran merito di scuotere il Napoli e di riportarlo in partita. Pochi minuti e gli azzurri hanno scoccato il secondo tiro verso la porta di Berisha. Secondo tiro, secondo gol. Lancio di Allan (che ha preso il posto di un impalpabile Hamsik), testa di Insigne e gol di Mertens al volo di destro. Due tiri, due gol. Da grande squadra, da squadra cinica. Non ce ne vogliano i cultori dell’estetica, da squadra che vuole e può vincere. Perché il bel gioco appaga il senso dell’estetica, ma sono questi gli incontri decisivi. Questi gli incontri che fanno capire quanto è cresciuta una squadra dal punto di vista mentale.
Sarri ha commesso errori nella stesura della formazione. Poi, una volta in partita, ha indovinato tutti i cambi. Ha capito che era il centrocampo la fascia del campo in cui inserire forze fresche. E la panchina del Napoli ha fatto la differenza: Allan, Diawara e poi Rog hanno progressivamente invertito il trend. Ottimo l’impatto di Allan, anche perché deficitaria è stata la prestazione di Hamsik. Complimenti al Napoli. È una vittoria che vale tanto. Il Napoli è a punteggio pieno dopo due giornate. Ha battuto la bestia nera dello scorso campionato. E ha dimostrato di saper vincere anche nelle serate più complicate. Non è affatto poco