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Il Napoli vince (contro un Bayern stile “amichevole”) e vince bene, è un successo che fa testa

L’equilibrio è necessario: ieri non c’era da deprimersi, oggi non c’è da esaltarsi. Ma il Napoli è in condizione e promette di non aver bisogno di rodaggio.

Il Napoli vince (contro un Bayern stile “amichevole”) e vince bene, è un successo che fa testa

Il Napoli ha sofferto

La legge del contrappasso, la legge della tattica calcistica. Il Napoli gioca contro una squadra che pratica un calcio simile a quello dei ragazzi di Sarri, e vince pur senza aver espresso una prestazione brillante. Il successo degli azzurri va analizzato con guanti bianchi, non fosse altro che per la quantità di titolari (scarsa, quasi minima) che Ancelotti ha deciso di schierare. Non era il vero Bayern, eppure il gioco di possesso illuminato e non orizzontale dei tedeschi, nel primo tempo, ha messo un po’ in difficoltà i ragazzi Sarri. Che hanno sofferto i tagli dietro il centrocampo, gli attacchi in verticale nello spazio e ha concesso 4-5 conclusioni in porta.

Questa cifra apre il primo tema: Luigi Sepe. Bravo, attento, puntuale. Anzi, il termine perfetto per descrivere la sua prestazione è “precisa”. Il portiere di Torre del Greco è stato lì dove serviva, un bel segnale per Sarri e per il Napoli e per lo stesso Sepe, da mesi – da un anno – sulla graticola in attesa dei Rulli o dei Karnezis vari. Una partita non ci fa cambiare idea, il Napoli ha bisogno di un portiere sul mercato. Ma Sepe c’è. È vivo e lotta insieme a noi.

Controcultura Napoli

Il Napoli ha risposto al Bayern senza snaturarsi, mantenendo la caratteristica proattiva del possesso pur con percentuali meno bulgare: uscita ragionata palla al piede e le solite giocate veloci in attacco. Ogni volta che il Napoli riusciva ad aggredire in verticale, azionando Mertens fronte alla porta, la sensazione era quella di una squadra in grado di essere pericolosa. Il gol segnato su palla inattiva è seguito alla splendida occasione Mertens-Callejon (tacco del belga, errore dello spagnolo), poi un’altra palla gol nitida, sul solito schema da rimessa laterale.

Analizzando il predominio del gioco, Napoli nettamente migliore contro l’Atletico Madrid, ma è “colpa/merito” di un Bayern con un atteggiamento decisamente diverso e con una squadra a dir poco sperimentale. Che è diventata ancor più “nuova” in una ripresa di assoluto controllo accademico del pallone da parte della squadra di Sarri. Oltre al raddoppio di Giaccherini (gol nato da un’altra azione di Mertens che punta l’area in verticale), c’è poco altro da segnalare nella seconda frazione. Per merito del Napoli, che non ha offerto grandi occasioni ai bavaresi; per demerito della squadra di Ancelotti, imballata e priva della fantasia dei suoi uomini offensivi (l’ingresso di Ribery ha creato maggiori presupposti per azioni pericolose).

Qui si apre il secondo tema riferito ai giocatori: bene, anzi benissimo, la difesa del Napoli. Nella lettura del gioco, nell’impostazione, per la condizione fisica. Maggio eccellente in alcuni recuperi; Maksimovic bravo e con personalità (nonostante alcune scappate all’indietro gestite male); Koulibaly e Ghoulam a loro agio e senza sbavature. Nonostante la pressione del Bayern, il Napoli ha concesso perlopiù conclusioni dalla media distanza, nessuna chance clamorosa a tu per tu con Sepe. Nella ripresa, situazione ancora più “tranquilla”. Bene così.

Equilibrio

Siamo rimasti sul filo sottile della lettura realista e realistica. È stato così ieri, è così oggi. Tanti lati positivi, e la consapevolezza di aver affrontato un’amichevole contro una squadra pensata e pensante per un’amichevole. Fin dalla compilazione della formazione. Insomma, nessun funerale ieri e nessuna esaltazione oggi. Il Napoli sta crescendo in condizione, questa era l’obiettivo dell’Audi Cup. E sta permettendo a tutti, proprio a tutti, di mettere minuti nelle gambe. Questo è un Napoli che non dovrebbe avere problemi di rodaggio iniziale, si spera già dal preliminare. Intanto ha vinto contro il Bayern, questo è quello che ieri si chiedeva a gran voce dopo una sconfitta indolore. Oggi è una vittoria che non fa testo, e non fa festa. Ma può fare testa, eccome.

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