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I dieci centravanti più forti della storia del Napoli

La storia della maglia numero nove, la storia del Napoli: Sallustro, Vinicio, Altafini, Clerici, Savoldi, Giordano, Careca, Cavani, Mertens, Higuain.

I dieci centravanti più forti della storia del Napoli

“Attaccante centrale”, “prima punta”, stavolta iniziamo dai termini moderni, una volta il “centravanti” o “centrattacco”. Il giocatore ‘centrale’ nella linea di ‘attacco’ c’è sempre ed il suo ruolo non ha subito grossi stravolgimenti poiché il suo compito è molto semplice: fare gol. Oltre a finalizzare e a mettere la palla alle spalle del portiere, l’attaccante centrale moderno deve saper giocare di sponda, far salire la squadra, colpire bene di testa, essere abile nel dribbling e nel vedere la porta. Di solito la prima punta era ed è ancora uno prestante, alto, dal fisico possente ma può essere anche uno mingherlino e rapido alla Rossi o Inzaghi.

Una volta il centravanti era detto anche di ‘sfondamento’ proprio perchè incarnava colui che doveva ‘sfondare’ le reti avversarie. Boninsegna col classico ‘9’ e Riva con l’11 lo erano, non a caso uno era soprannominato ‘Bonimba’ e l’altro ‘Rombo di tuono’. E gli stopper avversari tremavano. La storia del Napoli è stata costellata da tanti centravanti di qualità, prolifici, tecnici, abili coi piedi, finalizzatori eccelsi e idoli delle folle. Per questo motivo compilare questa classifica non è stato facile ma ci abbiamo provato (ad esempio sono stati esclusi anche validissimi giocatori quali Fonseca, Jeppson, Schwoch, Sormani ed altri ma purtroppo i posti a disposizione erano solo dieci). Questione Higuain, sarà una provocazione il suo decimo posto finale? A voi l’ardua sentenza. Ognuno è libero di inserirlo al posto che vuole, anche al primo.

10. Higuain Gonzalo Gerardo – 1987 (104 presenze 71 gol)

Mezzosangue francese, argentino, è stato uno dei giocatori più pagati nello scorso mercato. È considerato tra i primi centravanti al mondo e col Napoli ha realizzato un record difficilmente ripetibile, quello delle 36 reti in campionato, scalzando Nordhal dal podio. Vede la porta come pochi, sente la rete ed i pali, la fiuta come un cane sente il tartufo. Guai a lasciargli un metro di spazio, ti fa secco e non te ne accorgi. Questo lo rende fortissimo nel breve e nei piccoli spazi. Col Napoli ha vinto la Coppa Italia 2013/14 e la Supercoppa Italiana nel 2014.

9. Savoldi Giuseppe – 1947 (118-55)

Savoldi fu l’acquisto boom del 1975, due miliardi la sua valutazione ( 1400 milioni più Clerici e Rampanti ), scandalo a non finire, Napoli sui giornali di mezza Italia ma con una bellissima risposta di Biagi : “Napoli non va male perché hanno comprato Savoldi, ma perché non possono vendere i Gava”. Al Bologna era un Dio in terra, capocannoniere del campionato, un’elevazione da super eroe (aveva giocato a basket in gioventù), una precisione da cecchino sui calci di rigore. Era ormai pronto per il gran salto che arrivò e Napoli impazzì. 70.000 abbonati, più di Maradona. Arrivarono buoni piazzamenti ma non il tricolore. “Beppe gol”, comunque, fece la sua parte e fu implacabile nei colpi di testa e su rigore sebbene non gli mancasse la ‘botta’ di collo piede. Un centravanti completo. Col Napoli ha vinto la Coppa Italia del 75-6 e la Coppa di Lega Italo-Inglese sempre nel 1976.

8. Cavani Edinson – 1987 (104-78)

Tra prestito e riscatto costa al Napoli 20 milioni dal Palermo. È con Mazzarri che l’atleta di Cristo (e pentacostale) Edinson diventa punta centrale. Ha polmoni che non si esauriscono mai, combatte, fa il campo avanti e indietro, chiede il passaggio, finalizza, è generoso. Un cannibale che abbina la tecnica e l’agonismo, sa andare in rete in tutte le maniere, di testa, di piede, perfino di capelli e non disdegna doppiette e triplette. Con Hamsik e Lavezzi farà un trio meraviglia e darà spettacolo con micidiali ripartenze. Mai prima di lui un giocatore azzurro aveva segnato 26 reti in un campionato. Col Napoli ha vinto la Coppa Italia 2011-12 ed il titolo di capocannoniere con 29 reti nel 2012-13.

7. Mertens Dries – 1987 (132-50)

Nativo di Lovanio ma sempre più napoletano adottivo, Dries, preso dal PSV per 10 milioni (quanto vale oggi?) rientra in questa classifica per quanto ha fatto nella passata stagione da centravanti e per quanto, si presume, continui a fare. Nato esterno, dribblomane, trequartista che partiva da sinistra per accentrarsi e cercare la conclusione, adesso Mertens è un vero centravanti, altro che falso nueve. Nei suoi gol c’è tutto, astuzia, genio, colpi a sorpresa, precisione. Col Napoli ha vinto la Coppa Italia 2013/14 e la Supercoppa Italiana nel 2014.

6. Clerici Sergio – 1941 (57-29)

“El Gringo” è stato uno dei giocatori più tecnici mai visti a Napoli, se fosse stato più egoista avrebbe fatto caterve di gol. Invece mandava in rete Braglia ed i centrocampisti volanti del Napoli di Vinicio e faceva ammattire le difese avversarie. Ovviamente non disdegnava potenti conclusioni a rete e gol di furbizia. Irriducibile centravanti di manovra e finalizzatore, aveva un piede fatato, vellutato e tirava i rigori con incredibile precisione. Probabilmente fu l’acquisto più ‘cercato’ e voluto da Ferlaino poichè il Napoli iniziò a trattare con il Verona nel 1970 per poi prenderlo dalla Fiorentina nell’estate del 1973.

5. Giordano Bruno – 1956 (78-23)

Allodi andò sul sicuro. Volle fortissimamente Giordano perchè intravide in lui le potenzialità del bomber che Maradona poteva mandare in gol a raffica. In effetti i due si capivano al volo e vederli triangolare e arrivare a rete era una vera delizia. Idolo incontrastato della tifoseria laziale a Napoli, alla soglia dei 30 anni, trovò una seconda giovinezza. Nella Ma.Gi. Ca. c’è anche lui, bomber dal tiro al fulmicotone e dal dribbling ubriacante. Peccato che finì tra i quattro che dovettero lasciare Napoli dopo il comunicato contro Bianchi. Con gli azzurri ha vinto lo scudetto 1986-87 e la Coppa Italia, di cui fu anche capocannoniere con 10 reti, nello stesso anno.

4. Altafini José – 1938 (180-71)

Altafini fu l’affare del mercato del 1965 e per 280 milioni passò dal Milan alla compagine di Fiore, seguito a ruota dall’altro acquisto boom di Sivori. Ed il Napoli fu squadrone, la gente impazzì di gioia con due fuoriclasse in squadra e Pesaola allenatore. Fece gol epici, belli, spettacolari, di forza, di testa, qualche volta su rigore ma la sua tecnica brasiliana (aveva debuttato nel Brasile con Pelè) si sentiva ogni volta che toccava la palla. Ancora oggi un mito per i napoletani della vecchia generazione nonostante il gol segnato per la Juve contro il Napoli che gli valse il nomignolo di ‘Core ‘n grato’. Col Napoli ha vinto solo la Coppa delle Alpi del 1966.

3. Sallustro Attila – 1908-1983 (259-107)

Attila Sallustro fu il numero 9 del Napoli della Belle Epoque, dal 1926 al 1937 tutti campionati in azzurro. Paraguaiano di nascita ma napoletano di adozione, gli scout dell’Internaples lo videro giocare in Villa Comunale e subito lo portarono in squadra. Spesso partiva dalla trequarti ma quando era in progressione dribblava gli avversari come birilli ed era capace di entrare in porta con la palla o di fare pallonetti al portiere. Per la sua velocità fu chiamato il “veltro”, dava infatti l’impressione di un levriero in piena corsa.

Nell’immaginario popolare Sallustro è rimasto un idolo e fu il primo vero centravanti visto da queste parti. Era alto, bello, fisico scolpito, capelli sempre ordinati ed impomatati, fu il rivale numero uno di Meazza in Nazionale ma Pozzo gli preferì l’interista. Sposò la soubrette Lucy D’Albert, 9 anni più piccola di lui e, tra amore a prima vista e periodi di crisi, la coppia ebbe un figlio, Alberto che spesso ha perorato la causa del papà circa l’intitolazione dello stadio napoletano.

2. Vinicio Luis De Menezes – 1932 (152-69)

Vinicio è la storia del Napoli, è stato un’icona da giocatore prima e da allenatore poi. Lauro lo strappò alla Lazio in cambio di promesse e appalti, il Comandante voleva fare un grande Napoli ma il centravanti brasiliano non legò molto con Jeppson e alla lunga fu lo svedese ad emigrare. Tanti i gol da ricordare, da quello dopo ’39 secondi al debutto col Torino, alla doppietta da ‘zoppo’ al Milan fino al gol segnato all’inaugurazione del San Paolo contro la Juve. Vinicio era una forza della natura e quando decideva di partire, caracollando o meno, dribblando o chiedendo il triangolo al compagno, nessuno riusciva a fermarlo. Alto, prestante, fisico da corazziere, era capace di piegare le mani ai portieri con la potenza del suo tiro. La sua cessione al Bologna fu scandalosa, i tifosi insorsero con cartelli su cui scrissero “Vendetevi l’anima ma non Vinicio”.

1. Careca Antonio De Oliveira Filho – 1960 (164-73)

“Carè Carè Carè tira la bomba tira la bomba” è una canzoncina che rimbomba ancora nelle nostre orecchie. Il punto esclamativo della Ma.Gi.Ca., la sentenza di morte per i portieri avversari era lui. Il brasiliano costato due milioni di dollari che venne a Napoli ed indossò la maglia con lo scudetto già cucito in petto. Con lui gli azzurri ne vinsero solo un altro nel 1990, ma le sue potenzialità erano enormi. Il brasiliano avrebbe potuto aprire un ciclo di vittorie di fila, il Napoli avrebbe potuto fare incetta di scudetti. Esplosivo, devastante, furioso nella corsa, bombarolo e temibile in area e fuori, Careca era una vera ira di Dio in terra. Indimenticabile il suo gol nella finale di Stoccarda con 39 di febbre. Col Napoli ha vinto uno scudetto nel 1989/90, una Coppa U.E.F.A. nel 1988/89 ed una Supercoppa Italiana nel 1990.

La prima puntata, sui portieri, è stata pubblicata il 10 novembre 2016
La seconda puntata, sui terzini destri, è stata pubblicata il 4 gennaio 2017
La terza puntata, sui terzini sinistri, è stata pubblicata il 19 gennaio 2017
La quarta puntata, sui liberi, è stata pubblicata il 14 marzo 2017
La quinta puntata, sugli stopper, è stata pubblicata l’11 giugno 2017
La sesta puntata, sui mediani, è stata pubblicata il 17 giugno 2017
La settima puntata, sulle ali destre, è stata pubblicata il 25 giugno 2017
L’ottava puntata, sui registi, è stata pubblicata il 2 luglio 2017
Foto archivio Morgera
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