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Le dieci ali destre più forti della storia del Napoli

Da Paolo di Canio fino a José Callejon, passando per Cané e Peppe Massa, la hit parade di quelli che oggi vengono definiti “gli esterni alti a destra”.

Le dieci ali destre più forti della storia del Napoli

Nel consueto rapporto tra passato e presente nei nomi dati ai ruoli del calciatore quello che ci perde è il presente. Perché è molto più bello dire ‘ala destra’ o ‘ala tornante’ piuttosto che ‘esterno a destra’ o ‘esterno alto’. Nel primo caso, quello del calcio ‘antico’, si ha l’idea della velocità, della libertà di volare sulla fascia in modo incondizionato, di saltare l’avversario in dribbling, smarcarsi, lanciarsi negli spazi vuoti, crossare per il compagno meglio piazzato, fare avanti e indietro, a perdifiato, una certa zona del campo. Nel caso odierno la parola ‘esterno’ rimanda a qualcosa di veramente anonimo e grigio, manca di effervescenza, come quella delle ali di una volta.

In verità cambiano i nomi ma il mestiere è sempre quello, si può avere più o meno tecnica, si può coprire di più e di meno così come offendere maggiormente ma la fascia di competenza rimane la destra. Ecco motivato, proprio per certi tratti che fanno da comun denominatore tra passato e presente e che ci permettono di individuare la tipologia di calciatore, il primo posto ad un giocatore del Napoli odierno, Callejon. Un’ultima considerazione riguarda l’uso che è stato fatto negli anni del numero ‘7’. In questa classifica non compaiono giocatori del calibro di Sormani, Pellegrini, Bertoni, Carnevale ed altri che, pur avendo indossato la ‘7’, erano punte a tutti gli effetti, finalizzatori più che costruttori di gioco.

10. Di Canio Paolo – 1968 (26-5)

Cresce nella Lazio e poi va a farsi le ossa alla Ternana come compagno di squadra di un suo idolo da ragazzino, Vincenzo D’Amico. Estroso oltre i limiti, famoso per le sue esultanze fuori dalla norma, iniziò con gestacci nei derby con la Roma fino ai saluti politically uncorrect sui vari campi di Italia. Era, però, un talento puro, uno degli ultimi anarchici del pallone del secolo scorso. A Napoli è rimasto famoso il suo gol al Milan dove, dopo aver dribblato per due volte sia Maldini che Baresi, piazzò la palla sotto la traversa, di sinistro. Ha litigato con tutti gli allenatori con cui ha giocato, da Capello a Trapattoni, tranne con Lippi che a Napoli ne fece un idolo. Peccato che nella nostra città abbia giocato solo un anno, poteva essere ancora più in alto in classifica. Dopo le esperienze britanniche chiuderà la carriera nella Cisco Roma.

9. Caffarelli Luigi – 1962 (101 – 9)

Prodotto del vivaio azzurro, classe ’62, napoletano della Sanità, dopo le ‘ossa’ alla Cavese torna alla casa madre dove diventa protagonista per diverse stagioni al fianco di Maradona che lo esaltò e ne migliorò le doti. Aveva spiccate attitudini all’offesa, utilizzato sempre come appoggio all’attacco, ora da classico tornante ora addirittura da punta, un tuttofare sulla sua fascia di competenza, ficcante e talvolta decisivo. Piccolo di statura, correva ed era velocissimo negli inserimenti, uno che si divertiva a bucare le difese avversarie.

8. Busani Umberto – 1915 – 1957 (171 – 46)

Parmense, ala destra pura, si formò nelle file dei Vigevanesi, poi all’Alessandria e alla Lazio. Nel 1940 si accasò al Napoli e con gli azzurri giocò fino a tutto il torneo 1947-8. Veloce, tecnico, dotato di un cross preciso e un buon tiro a rete, fece ammattire più di un avversario. Una curiosità, ha fatto otto doppiette in azzurro. Morì per una epidemia di ‘asiatica’ a soli 42 anni.

7. Turrini Francesco – 1965 (109 – 18)

Era l’idolo del Piacenza quando il Napoli, a parametro zero, lo prese dagli emiliani. Arrivò per sostituire Buso e fu impiegato sempre come tornante destro. Con gli azzurri giocò due campionati di A e due di B e fu soprannominato “Scooter” per quella sua andatura che lo faceva rassomigliare ad una moto in movimento. Segnò 10 reti nel torneo ’98/99, suo record personale. Disciplinato e laborioso, diede tutto per la maglia azzurra ed era un bel vedere quando andava in progressione sulla fascia.

6. Buso Renato – 1969 (95-11)

Nella Juventus lo impiegavano da centravanti come riserva di Serena, Rush e Altobelli ma esplose definitivamente quando venne spostato all’ala destra. Valutato due miliardi di lire nella contropartita che portò Baggio dalla Fiorentina alla Juve, giocò ottimi campionati in viola prima di andare a fare la spalla di Vialli e Mancini alla Samp. Grazie alla rottura con Eriksson passò al Napoli e qua giocò da tornante fisso sulla destra. Oggi Renato ‘Dumbo’ (per le orecchie a sventola) Buso è collaboratore tecnico di Corini e sta imparando a fare l’allenatore.

5. Damiani Giuseppe – 1950 (99 – 15)

Cresciuto nell’Inter, raggiunse la serie A col Vicenza dove spesso fece male al Napoli, ‘Flipper’ Damiani, oggi procuratore, rimane simpatico per la sua ‘erre moscia’. La sua storia con gli azzurri è singolare perchè ci gioca due volte, la prima nel 1972/73 dove farà piangere la Lazio all’ultima giornata di campionato e poi dal 1979-80 al 1981/82 dopo ottimi campionati disputati col Genoa. Ala destra di stampo antico, il dribbling come fissazione pura, Damiani inquadrava la porta avversaria con regolarità ed i suoi traversoni erano inviti a nozze per le punte in area. Con gli azzurri il giocatore bresciano mostrò un bel repertorio di finte e diede il meglio di sé ai limiti dall’area, finalizzando meno di quanto avesse in realtà nelle sue corde.

4. Vitali Giancarlo – 1926 – 2011 (136 – 42)

Il Napoli lo prese dalla Fiorentina nel 1952-3 e con la maglia azzurra, sulla destra di una prima linea dove trovarono spazio campioni del calibro di Jeppson, Pesaola, Amadei e poi Vinicio, Vitali si impegnò per cinque anni mettendo su un ottimo ruolino di marcia. Nel 1956 il Napoli lo diede alla Spal ed in cambio ebbe Di Giacomo e Novelli, probabilmente non facendo un buon affare. Si racconta che, spesso, una volta ricevuto il lancio dal compagno, avanzava palleggiando di testa, per poi crossare al centro per i possenti bomber del Napoli di quegli anni. Piccolino, a tratti funambolico, veloce ed esplosivo, non ebbe paura ad affrontare i tifosi che lo beccarono durante una gara persa con l’Atalanta al Collana.

3 Massa Giuseppe – 1948 (102 – 24)

Dopo un torneo in serie D con l’Internapoli, il napoletano della Torretta raggiunse la Lazio e dalla capitale, dopo diversi campionati, arrivò all’Inter dove disputò due ottime stagioni. Nell’estate del 1974 venne acquistato dal Napoli alla ricerca di un valido sostituto di Canè, avanti con gli anni. Mobilissimo, piccolo di statura, frizzante, pimpante, serpentine e gol in acrobazia, Massa risultava spesso imprendibile sulla fascia destra. Fu di costante sostegno al centrocampo e seppe suggerire e finalizzare con pari bravura. Rese molto con Vinicio ma anche quando arrivò Savoldi fece tanti cross al bacio e a “Beppe gol” non restò che buttarla dentro. Col Napoli vinse la Coppa Italia del 1976 e il Torneo Anglo Italiano, poi passò all’Avellino per chiudere la carriera nel Campania.

2. Cané – 1939 (217 – 56)

Jarbas Faustinho , alias Canè, approdò al Napoli nel 1962 e non se ne andrà più se non per la parentesi nel Bari. I napoletani avevano visto solo un colored, La Paz, prima di lui, gli si affezionarono in modo quasi morboso, così come ha fatto lui con la città. Dopo una prima stagione di ambientamento, Canè si dimostrò elemento prezioso e determinante e tutti gli allenatori lo utilizzeranno sempre sulla fascia, tranne in casi di emergenza quando farà la punta. E’ stato, quindi, la spalla ideale di coppie quali Altafini-Bean/Orlando/Barison e Clerici-Braglia dando un contributo enorme alla causa azzurra. Dotato tecnicamente, non mancò di acume tattico e preziosi suggerimenti per le punte e finalizzò spesso a dispetto del ruolo. Canè possedeva un destro di notevole potenza che lo rese famoso anche sui calci piazzati.

1. Callejon José Maria – 1987 (150 – 47, dati aggiornati alal fine della stagione 2016-17)

Un giocatore nel pieno della maturità, oggi Callejon, torero di Motril, è un intoccabile del Napoli. Josè rappresenta la modernità del ruolo di ala, veloce, abile nello smarcarsi e negli inserimenti, instancabile sulla fascia ed in ripiegamento, ha raggiunto un’intesa con gli altri due piccoletti da tabellina a memoria. È l’ago della bilancia, colui che equilibra l’attacco e il centrocampo, il collante delle due fasi. Velocità, tiro nell’angolo a beffare il portiere, assist man di rara precisione. Mourinho lo adorava, a Madrid si stanno ancora chiedendo come hanno fatto a venderlo al Napoli.

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La prima puntata, sui portieri, è stata pubblicata il 10 novembre 2016
La seconda puntata, sui terzini destri, è stata pubblicata il 4 gennaio 2017
La terza puntata, sui terzini sinistri, è stata pubblicata il 19 gennaio 2017
La quarta puntata, sui liberi, è stata pubblicata il 14 marzo 2017
La quinta puntata, sugli stopper, è stata pubblicata l’11 giugno 2017
La sesta puntata, sui mediani, è stata pubblicata il 17 giugno 2017
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