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I dieci mediani più forti della storia del Napoli

Da Vidigal a De Napoli, fino a Girardo e Bagni, i migliori mediani della storia del Napoli. Storie di incontristi e faticatori di centrocampo.

I dieci mediani più forti della storia del Napoli

Una vita da mediano, una vita di fatica. Anche questo ruolo, che sulle classiche figurine e nelle radiocronache di Ciotti ed Ameri prendeva il nome di “mediano di spinta”, oggi è sostituito da diversi termini. Nonostante questo cambiamento nella terminologia, il classico giocatore che fa interdizione, contrasta il regista avversario, fa ripartire l’azione, lotta a centrocampo e magari tenta il tiro da fuori area, spinge, appoggia, interdice, esiste ancora. Èil centrocampista più arretrato ed ha il compito di tamponare e rilanciare il gioco. Oggi la definizione più comune appare ‘centrale di centrocampo’ ma rende l’idea fino ad un certo punto perché chiunque può inventarsi altri termini. Alla fine, però, parliamo sempre di gente come Nainggolan o Allan così come nel passato parlavamo di Oriali, Lodetti o Furino.

10. Vidigal José Luis – 1973 (86 presenze – 8 gol)

Doppio passaporto, quello portoghese e quello angolano, il Napoli neopromosso prese Vidigal dallo Sporting di Lisbona per 11 miliardi ma saltò quasi per intero la prima stagione per un serio infortunio avuto in Nazionale. Si ritrovò con la squadra retrocessa ma non mollò, diventò un punto fermo del centrocampo in Serie B ma arrivò anche al fallimento nel 2004. Vidigal, forte in interdizione e con un buon senso tattico, è stato dunque l’ultimo mediano prima dell’era De Laurentiis. In Italia rimase al Livorno e all’Udinese, dove giocò la Champions, prima di chiudere la carriera in patria dove continuò a far parte del movimento religioso “Atleti di Cristo”.

9. Fusi Luca – 1963 (60 – 2)

Anche lui fu un acquisto boom. Il Napoli lo pagò sei miliardi dalla Sampdoria, ma furono soldi ben spesi perché, ad inizio anni ’90, mediano più forte in Italia non c’era. Giocatore di sostanza, una sorta di signorsì sempre presente, seguiva le consegne tattiche e copriva la sua zona come un gigante sebbene fosse alto come un soldo di cacio. Col Napoli vinse la Coppa UEFA e il secondo scudetto. Poi poi passò inspiegabilmente al Torino e alla Juve. Nell’anno dello scudetto sbancammo Firenze con un suo gol.

8. Guidetti Mario – 1951 (78 – 10)

Dopo una lunga trafila nelle categorie inferiori, Guidetti si accasa al Como dove esordisce in serie A e da lì inizia un ciclo fantastico col “Real” Vicenza di G. B. Fabbri, una squadra che giocava a memoria. Dinamico, costantemente feroce nell’applicazione al servizio del collettivo, Guidetti sapeva tirare anche delle bordate eccezionali da fuori area. In tre anni al Napoli diventa il pilastro della linea mediana e sfiora lo scudetto nel 1980/81.

7. Allan Marques Loureiro – 1991 (dati in fase di aggiornamento)

Colonna portante di una bella Udinese, al Napoli è costato circa 15 milioni compreso il prestito di Zapata e il cartellino di Britos. Destro naturale, giocatore che fa dell’interdizione la sua religione, dotato di una prorompente forza fisica nel duello uno contro uno, recupera centinaia di palloni a partita. Per essere un vecchio mediano è anche bravo tecnicamente (la scuola brasiliana non mente) e in progressione. Ha anche un ottimo tiro.

6. Girardo Antonio – 1937 ( 201 – 5 )

Detto “il Mastino”, vicentino dalla scorza dura, Girardo era il classico mediano che si incollava al regista avversario ed era capace di seguirlo fin sotto la doccia. A dispetto di quanto detto non era un giocatore scorretto, anzi ricorreva al fallo solo in caso di necessità. Si attaccava, però, alla fonte di gioco avversaria e gli faceva sentire il fiato sul collo per tutti i 90 minuti. Memorabili i suoi duelli con Rivera e Sivori quando questi era alla Juve. Col Napoli vinse la prima, storica, Coppa Italia del 1962.

5. Bianchi Ottavio – 1943 (109 – 14)

Un combattente dentro e fuori dal campo (note le sue rivendicazioni sindacali quando discuteva dei premi partita con Ferlaino), Ottavio Bianchi aveva anche un’ottima visione di gioco. Prezioso ed oscuro, faceva legna a centrocampo e organizzava la ripatenza dell’azione. Palla a Juliano o Sivori e la gara cambiava. Protagonista di grande temperamento, laterale sette polmoni con un gran tiro, tornò da allenatore e fece la fortuna dei giornali. Non c’era giorno in cui non si discuteva delle polemiche tra lui e la squadra, ma vinse uno scudetto ed una Coppa UEFA. Con il suo carattere da ‘martello’ riuscì a tenere gli equilibri all’interno dello spogliatoio.

4. Crippa Massimo – 1965 (150 – 9)

Arrivò a Napoli per sostituire Bagni e come lui sembrava un guerriero che partiva all’assalto del fortino nemico. Grande temperamento ed agonismo, vecchio cuore Toro, legò subito con la città e con Maradona, vizi compresi. Fu, infatti, clamoroso l’arrivo a Napoli del padre che, pare, gli diede un ‘aut aut’ da questo punto di vista. Fu indubbiamente uno dei cardini di una squadra che visse il passaggio dagli anni ’80 ai ’90 e diede un contributo notevole di dinamicità in mezzo al campo. Segnò anche nella vittoria contro la Juve nella Supercoppa italiana.

3. Orlandini Andrea – 1948 (111 – 4)

Anche lui, come diversi mediani, aveva un soprannome curioso. Lo chiamavano ‘Birillo’ perché era longilineo e magro ed era il motore del centrocampo della squadra con cui Vinicio divertì i napoletani prima di Sarri. Fiorentino purosangue come una bistecca, si fa le ossa altrove e poi il Napoli lo preleva dalla Viola. Laterale dinamico e tenace, a tratti elegante, era l’elastico del centrocampo formato da Esposito, Juliano e Massa ed aveva una ‘verve’ a dir poco inesauribile. Tornò alla casa madre in cambio di Restelli.

2. De Napoli Fernando – 1964 (176 – 8)

Uno degli acquisti boom degli anni ’80, i suoi 7 miliardi (dati all’Avellino per farlo vestire d’azzurro) rispecchiavano il valore reale del giocatore, un vero ‘crack’ alla vigilia dei Mondiali in Messico dove ci andò già da giocatore del Napoli. Da noi diventò “Rambo” per la vaga somiglianza con Stallone ma probabilmente perché non mancavano mai le ‘esplosioni’ nel suo fare il campo su e giù. Da cancellare la sua carriera, dalla cessione al Milan in poi fino al declino nella Reggiana. Il suo folle ingaggio non gli diede felicità perché in rossonero non giocò quasi mai, colpito spesso da infortuni.

1. Bagni Salvatore – 1956 (106 – 12)

Maradona 13 miliardi, Bagni 4 miliardi, nella stessa estate. Oggi con quella cifra compri un buon giocatore e basta. I due pilastri di una squadra che diventerà da scudetto e che cementeranno il gruppo, il Dio del calcio ed il “Guerriero” per antonomasia, si legheranno molto anche nella vita privata. Marchesi fu la sua fortuna perchè all’Inter lo spostò a centrocampo dopo anni trascorsi all’ala tornante al Perugia. Un generoso, un passionale, carattere non facile, diventò l’anima di quel Napoli e giocò anche con una gamba più corta dell’altra, spesso pieno di infiltrazioni. Un vero guerriero, altro che giocatore rissoso e piantagrane. Restò l’amaro in bocca a tutti quando fu mandato via per la rivolta di maggio del 1988 contro Bianchi.

 

La prima puntata, sui portieri, è stata pubblicata il 10 novembre 2016
La seconda puntata, sui terzini destri, è stata pubblicata il 4 gennaio 2017
La terza puntata, sui terzini sinistri, è stata pubblicata il 19 gennaio 2017
La quarta puntata, sui liberi, è stata pubblicata il 14 marzo 2017
La quinta puntata, sugli stopper, è stata pubblicata l’11 giugno 2017
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