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Le dieci ali sinistre più forti della storia del Napoli

Da Kriezu a Pesaola, dieci racconti di un ruolo variabile, per interpreti e interpretazioni: la maglia numero 11 nella storia del Napoli.

Le dieci ali sinistre più forti della storia del Napoli

La simbiosi che il “2” marca il numero “11” ormai si perde nella notte dei tempi ed è leggenda. L’ala sinistra, la seconda punta, l’ala tornante, l’uomo di fascia, l’esterno ma anche il rifinitore (si veda Corso all’Inter) o la mezzapunta. Tutti potevano indossare la fatidica maglia numero 11 anche se colui che ne ha incarnato la leggenda, Gigi Riva, era in realtà un centravanti bomber. L’importante era calciare prevalentemente di sinistro anche se poi si svariava su tutto il fronte d’attacco. L’indicazione che il concetto di ‘ala’ sia sempre stato più marcato in Sudamerica che altrove, segnatamente in Brasile, deriva dal fatto che lo schema di gioco attuato prevedeva quasi sempre due ali pure e la punta centrale pronta a ricevere i loro cross.

In Europa, invece, l’ala sinistra è quasi sempre stata considerata la seconda punta, di solito in appoggio al centravanti, colui che creava gli spazi per l’attaccante centrale o che gli dava man forte in area di rigore. Da queste caratteristiche nasce questa classifica dove abbiamo inserito anche due giocatori ambidestri come Carnevale e Braglia, simboli della storia del Napoli.

10. Kriezu Naim –  1918 – 2010 (168 presenze – 40 gol)

Albanese, soprannominato la “freccia di Tirana”, arrivò in Italia perché voleva fare il professore di Educazione Fisica. Era tarchiatello e stempiatello, ala piccolina e veloce, il Napoli lo prese dalla Roma, con cui aveva vinto un campionato, per 16 milioni. I suoi cross avevano il potere di esaltare le doti di Amadei e fu uno dei beniamini riconosciuti degli anni belli del Vomero. Iniziò da ala destra e poi si spostò a sinistra e, fra le ali mancine del Napoli, Krieziu è stato quello che ha segnato più gol, spesso decisivi. Concluse la carriera con la Turris in quarta serie. Col Napoli vinse il torneo di Serie B 1949-50.

9. Barison Paolo – 1936-1979  (55 – 7)

Da tutti conosciuto come il “gigante buono”, il veneto Barison aveva giocato nel Milan con Altafini e, pare per intercessione di quest’ultimo, il Napoli lo prese proprio dai rossoneri. Generoso in campo e fuori, aveva un cuore d’oro, un’ottima elevazione (grazie anche al 1,85 di altezza) ma sapeva sparare anche bordate col suo sinistro al fulmicotone. Sopportò in silenzio la relazione della moglie con Altafini, il segreto di Pulcinella per i giornalisti napoletani alla ricerca di gossip. Concluse la carriera a 38 anni in serie D dopo un’esperienza in Canada. Morì in un incidente stradale sull’autostrada Savona- Ventimiglia investito da un Tir. Rimase ucciso nella vettura in fiamme mentre Gigi Radice si salvò miracolosamente.

8. Chiarugi Luciano – 1947 (33 – 7)

Quando Chiarugi arrivò a Napoli, voluto da Pesaola col quale aveva vinto uno scudetto a Firenze, sembrò sul finire della carriera ma aveva solo 29 anni. Giocò e fece bene solo a sprazzi al fianco di Savoldi e Massa, perché quando voleva sapeva essere estroso, fantasioso e con un piede niente male. Famoso anche per i calci d’angolo che tirava sempre caricando il pallone d’effetto, egocentrico, spavaldo quanto basta e con una brutta nomea. Fu, infatti, l’arbitro Michelotti che inventò il termine “chiarugismo” per indicare i ‘cascatori’ dell’epoca. Bene con Pesaola, evanescente con Di Marzio che lo vedeva poco. In effetti ‘Lulù’ non era più quello dello scudetto viola e quello che aveva dato fastidio a  Rivera nel Milan. Col Napoli vinse la Coppa Italo-Inglese del 1976.

7. Venditto Giovanni – 1916 – 1974 (174 – 27)

Ala sinistra velocissima, cresciuta nel vivaio azzurro, era nato a Marigliano ma viveva a San Giovanni a Teduccio. Giocò col Napoli per dieci stagioni e avrebbe potuto continuare ancora senza il conflitto bellico. Debuttò a 18 anni in serie A e visse la splendida epopea degli azzurri di Sallustro e Vojak a cui forniva preziosi suggerimenti dopo le sgroppate sulla fascia. Garbutt non credeva molto in lui e fu l’ungherese Csapkai a lanciarlo in squadra in pianta stabile. Si dice indossasse cravatte veramente brutte tanto che i suoi compagni di squadra lo chiamavano “Giuvanne ‘o cravattaro”. Chiuse la carriera nella Casertana dopo essere passato anche per Benevento.

6. Tacchi Juan Carlos – 1932 – 2007  (127 -17)

Argentino, scuola Newell’s Old Boys, piccoletto, ala sinistra tutto cross, piroette e corsa. Fu ala vera, giocava solo a sinistra ed aveva un dribbling secco con lunghe fughe sulla linea dell’out. Fu anche attaccante incisivo ed altruista tanto che preferiva passare la palla agli altri piuttosto che segnare lui. I suoi servizi per le punte erano sempre precisi, spesso fatti in velocità. Venne a Napoli per prendere il posto di Pesaola e ci rimase per sei anni. Il suo estro ne fece un beniamino dei napoletani anche se erano anni un po’ difficili in cui si alternava la A con la B. Era attaccatissimo  alla maglia azzurra e ci rimase male quando Fiore acconsentì a raddoppiargli l’ingaggio ma lo mandò via a fine stagione. Col Napoli vinse il torneo di B 1961-62 e quello 1964-65, la Coppa Italia 1961-62 e la Coppa delle Alpi 1966.

5. Braglia Giorgio – 1947 –  (79 – 24)

Ambidestro, modenese di Bomporto, capelli lunghi da hippy, sembrava nato per fare il contropiedista ma diede il meglio di sé col Napoli all’olandese di Vinicio. Era dotato di una ampia falcata, aveva leve lunghe che spesso superavano l’avversario di turno in velocità. Arrivò a Napoli da semi sconosciuto ma legò benissimo con Clerici col quale fece una coppia d’attacco di tutto rispetto. Faceva gol impossibili ma ne sbagliava anche di facili, fu quindi spesso messo sul banco degli imputati nonostante l’armonioso spettacolo che si vedeva nelle trame di gioco che lui stesso andava a finalizzare. Fu un lupo solitario, visse sempre da solo e quando recentemente è ritornato a Napoli si è commosso a rivedere la città che ne esaltò le gesta. Con l’arrivo di Savoldi ci perse anche lui perché non c’era più il “Gringo” a fargli i cross. Col Napoli vinse la Coppa Italia 1975-76.

4. Carnevale Andrea –  1961 (105 – 31)

Carnevale fu schierato indifferentemente col 7 e con l’11 ma era ambidestro anche se ha fatto tantissimi gol di testa. La sua è stata una storia d’amore contrastata con il Napoli perché spesso è stato tentato di lasciare l’azzurro dove pensava di avere poco spazio. Spalla prima di Giordano e poi di Careca, quando esplose definitivamente anche lui entrò nel cuore dei tifosi. Nei primi campionati segnò per due volte 8 gol ma con la cessione di Giordano ebbe via libera e fece gol con più regolarità. Mitico il gol scudetto alla Fiorentina ed alcuni nelle coppe europee. Fu ceduto troppo presto, prima che venisse coinvolto in brutte storie di stupefacenti. Col Napoli vinse gli scudetti 1986-87 e 1989-90, la Coppa Italia 1986-87 e la Coppa UEFA 1988-89.

3. Vojak Antonio – 1904- 1975  (191 – 102)

Originario di Pola, a causa delle leggi del regime fascista fu costretto a cambiare il nome in Vogliani. Era comunque conosciuto come Vojak I per distinguerlo dal fratello Oliviero che giocò al suo fianco per un anno al Napoli. Dopo quattro anni alla Juve passò agli azzurri e qui rimase per cinque anni dove diventò uno dei primissimi cannonieri della storia. Ancora oggi è uno dei pochissimi ad aver superato i 100 gol col Napoli. Nell’epoca in cui non esistevano i numeri sulle maglie, Vojak fu la spalla perfetta per Sallustro poiché era atleta tutto di un pezzo, tecnicamente dotato, un bel fascio di nervi e muscoli, sfondatore di razza. Quando voleva puntava a rete come una furia. Tornò a Napoli anche da allenatore con alterne fortune. Giocava spesso con una retina in testa per trattenere i capelli impomatati ed ebbe la ‘gloria’ di fare una sola presenza in Nazionale.

2. Fonseca Daniel – 1969 (58 – 31)

Ferlaino lo strappò al Cagliari con una pazzia per 13 miliardi nel 1992, seconda cifra più alta dopo l’acquisto di Maradona. In Uruguay lo chiamavano “El tigre” ma in Italia diventò “Roger Rabbit” per i dentoni sporgenti da coniglio. Ottimo nel controllo di palla, opportunista, pressava i difensori, puntava a rete con una certa facilità e cercava lo scambio col compagno nello stile sudamericano. Aveva un sinistro chirurgico e diabolico e nel contropiede non lo batteva nessuno. Furono tutti suoi i cinque gol del Napoli a Valencia in Coppa U.E.F.A., un record difficilmente eguagliabile. Nonostante fosse la ‘star’ di quella squadra fu molto apprezzato dagli allenatori che lo hanno avuto, da Lippi a Bianchi passando per Ranieri. Fu venduto alla Roma per i soliti problemi di bilancio. Oggi fa il procuratore sportivo.

1. Pesaola Bruno – 1925 – 2015 (240 – 27)

Il ‘Petisso’ correva velocissimo all’ala sinistra, piccolo, col baricentro basso, apparentemente tarchiato ma robusto con due polmoni inesauribili. Era dotato di un dribbling rapido, di un tocco di palla sopraffino ed i suoi cross per Vinicio, Jeppson e Amadei erano spesso irresistibili. Arrivò in Italia ingaggiato dalla Roma e nella capitale girò perfino dei film per la faccia simpatica che si ritrovava. Il Napoli lo prese dal Novara e ne esaltò le doti balistiche e di rifinitore. La sua verve ne fece un personaggio da subito e si dice prendesse pasticche di simpamina per avere un rendimento più elevato. Un suo gol all’Inter, con una staffilata, divenne la sigla della “Domenica Sportiva”. Col Napoli ha vinto solo da allenatore e non da giocatore (la Coppa Italia 1961-62, la Coppa delle Alpi 1966 e la Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976).

 

La prima puntata, sui portieri, è stata pubblicata il 10 novembre 2016
La seconda puntata, sui terzini destri, è stata pubblicata il 4 gennaio 2017
La terza puntata, sui terzini sinistri, è stata pubblicata il 19 gennaio 2017
La quarta puntata, sui liberi, è stata pubblicata il 14 marzo 2017
La quinta puntata, sugli stopper, è stata pubblicata l’11 giugno 2017
La sesta puntata, sui mediani, è stata pubblicata il 17 giugno 2017
La settima puntata, sulle ali destre, è stata pubblicata il 25 giugno 2017
L’ottava puntata, sui registi, è stata pubblicata il 2 luglio 2017
La nona puntata, sui centravanti, è stata pubblicata il 9 luglio 2017
La decima puntata, sui fantasisti, è stata pubblicata il 21 luglio 2017

 

Foto archivio Morgera

 

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