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Szczesny, ovvero se la Juventus può pagare 4 milioni di ingaggio per una riserva

Se la Juventus ha deciso di imbarcarsi in questa spesa, significa che può permetterselo. E questo segna il confine, almeno sul mercato, tra i bianconeri e gli altri.

Szczesny, ovvero se la Juventus può pagare 4 milioni di ingaggio per una riserva

Le cifre di una riserva

Szczesny alla Juventus. L’operazione viene data per fatta. E non solo negli ambienti juventini, ma su tutti i media che parlano di sport. Le cifre sono alte, importanti: tra i 14 e 16 milioni all’Arsenal, quattro all’anno per il calciatore. E ingaggio a salire, nell’ambito di un accordo quadriennale. Insomma, un investimento di 50 milioni di euro al lordo. Più un’opera di convincimento importante, che pare sia servita a far digerire al polacco la prospettiva di un anno in panchina in attesa dell’addio di Buffon. Dopo, solo dopo, il via libera.

Cominciamo ad analizzare questi punti. Il Napoli avrebbe potuto offrire/avrebbe offerto la stessa cifra a Szczesny? Probabilmente no, si sarebbe fermato a 3 per un quinquennale, magari. Ma non è (solo) questo, il punto La Juventus sta perfezionando questa operazione, a cifre di un certo livello, per un portiere che sarà a tutti gli effetti una riserva. Per un anno, ok, ma pur sempre quattro milioni l’anno per una riserva. Ecco, questo dovrebbe darci l’esatta dimensione della situazione competitiva ed economica. Se la Juventus ha deciso di imbarcarsi in questa spesa, significa che può permetterselo. Che vuole permetterselo. Che ha scelto di farlo – qui andiamo oltre il giudizio sospeso sull’idea di destinare l’eredità di uno tra i migliori portieri di tutti i tempi a un calciatore scartato molte volte dall’Arsenal.

Scegliere di farlo vuol dire definire una dimensione economica lontanissima da quella del Napoli. Vuol dire mettere in piedi un trasferimento come quello di Reina al Bayern Monaco, giusto un po’ più futuribile. Insomma, chiarisce ancora una volta che la possibile competizione tra Juventus e Napoli (ma al posto del club partenopeo potremmo metterci qualsiasi altra squadra di Serie A) rimane confinata solo al campo. Ai 90′, e fino a un certo punto. Fuori, a partire già dalla panchina, non c’è partita. Non c’è partita economica, quindi anche tecnica. Anzi, al Napoli ci scandalizziamo ripensando ai 25 milioni per Maksimovic. Diciamo che sono stati soldi buttati.

L’altra considerazione

C’è poi una versione diversa, della storia. Più romantica, per noi. E quindi, meno verosimile: che la Juve voglia “bloccare” il Napoli sul mercato? Che voglia contendergli gli obiettivi per il gusto di farlo, di toglierglieli? Un’operazione-Higuain, quindi economicamente prevaricante, in senso preventivo? Ripetiamo, è un’idea poco verosimile. O comunque laterale, perché anche se fosse è subordinata ad altre valutazioni, nella mente degli uomini mercato della Juventus.

Al di là di tutto, questa è (sarebbe) un’altra indicazione sul valore raggiunto dal Napoli. Non economico, ma di programmazione tecnica. In effetti, se ci pensi, il Napoli non ha urgenti bisogni di upgrade nel suo undici titolare. Nella sua dimensione, dimensione di crescita, è una squadra completa o quasi. L’unico luogo ideale dove intervenire era (ed è) proprio quello del portiere. La Juve ha un’esigenza più a lungo termine, l’idea dell’azione di disturbo (tra l’altro su Szczesny, un portiere non avvicinabile a Buffon, e che non si pensava potesse aspirare a diventarne l’erede) è inevitabile.

Come dire: noi non siamo al centro del mondo, non abbiamo questa presunzione. Però l’idea di far parte, anche solo un po’, dei progetti della Juventus, è stuzzicante. Ci dice che il Napoli smuove qualcosa. Magari non la paura, perché la “paura” è indotta dai favoriti. Dai ricchi. Dalla Juventus. Ognuno ha il suo ruolo, anche se a volte paiono invertirsi.

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