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Come gioca il Chievo: zero concessioni all’estetica, le alternative Inglese e Meggiorini

La squadra di Maran è solida, poco spettacolare e può scegliere tra diversi moduli tattici. La discriminante è l’attacco, con diverse possibilità per il tecnico.

Come gioca il Chievo: zero concessioni all’estetica, le alternative Inglese e Meggiorini

Tranquillità

18 punti di vantaggio sulla zona retrocessione, 12 di ritardo sulla zona Europa League. Se ne facciamo una questione di classifica, il Chievo è piuttosto tranquillo e già senza troppo da chiedere al campionato. Proprio la forza dei nervi distesi, però, può farne un avversario pericoloso. Non è un caso, del resto, che i clivensi vivano un buon momento con 7 punti nelle ultime tre partite. Le quattro sconfitte consecutive tra dicembre e gennaio (anche se con avversari di un certo calibro: Roma, Atalanta, Inter e Fiorentina) avevano fatto suonare un piccolissimo campanello d’allarme, subito rientrato. L’ultima accelerata dovrebbe essere stata quella decisiva per mettere la squadra di Maran al riparo da qualsiasi brutta sorpresa.

Fedeltà

Squadra, quella gialloblu’, che rimane sempre piuttosto fedele a se stessa. Non discostandosi troppo da quanto avevamo rilevato già nella nostra analisi di fine settembre, prima dell’andata disputata al San Paolo. Concessioni minime, praticamente nulle, allo spettacolo. 25 reti segnate appena, hanno fatto peggio solo le ultime quattro in classifica e il Bologna. Non certo un caso, considerando i soli 10,4 tiri a partita (quarto peggior dato del torneo), la poca propensione a tenere il pallone (47,7% di possesso medio, 13esima posizione in condominio col Bologna) e la qualità non eccelsa quando si tratta di gestirlo (78,1% di passaggi riusciti, peggio solo Cagliari, Sassuolo e Crotone).

Quanto a solidità, però, niente da dire. 31 reti subite, nona miglior difesa del campionato. È un collettivo che subisce anche abbastanza (14,3 tiri a gara verso la porta di Sorrentino, solo 12esima miglior performance). Ma che riesce ad ammortizzare i momenti di sofferenza con l’applicazione tattica, mettendola sul fisico (18,7 duelli aerei vinti a partita, nettamente la miglior squadra della A sotto questo punto di vista) e spezzando il gioco avversario quando serve (15,7 falli a partita, quinta squadra più fallosa del campionato). Curiosamente, rispetto al solito, non ha numeri particolarmente positivi nelle gare giocate in casa, dove il bilancio è di 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte (ma è anche vero che a parte Roma e Napoli ha già giocato in casa con tutte le big).

Due possibilità

Di rilievo, dal punto di vista tattico, c’è una particolare variazione attuata da Maran nelle ultime partite. Con Lazio e Sassuolo, il modulo di partenza era stato non il 4-3-1-2 ma il 4-3-2-1 con Inglese unica punta. Con le dovute specifiche del caso: contro i biancocelesti si era trattato di una scelta praticamente obbligata viste le assenze; contro i neroverdi, vista la superiorità numerica immediata, dopo la prima frazione c’era stato il ritorno alle due punte con l’inserimento di Meggiorini.

Non sappiamo se Maran stia pensando di riproporre tale schieramento, che ha dato rinnovato equilibrio ai clivensi – ed è stato particolarmente apprezzato da Castro – contro il Napoli (rumours da Verona dicono di sì). Qualora decidesse di farlo, pensiamo che il ruolo di unica punta potrebbe toccare a Meggiorini, più fisico rispetto a Inglese e maggiormente in grado di battagliare con Albiol e Koulibaly. Vero anche che è difficile rinunciare a Inglese, che ha segnato 4 gol nelle ultime tre partite. Oppure il tecnico veronese potrebbe decidere di riproporre le due punte.

Interpretazione

Dalla scelta di Maran, capiremo molto dell’interpretazione che il Chievo vorrà dare alla partita. Una conferma del 4-3-2-1 con Inglese di punta assistito da Castro e Birsa (a proposito dello sloveno, 4 gol e 7 assist: quando è in giornata, bruttissimo cliente) significherebbe una gara tutta votata al contenimento e alle ripartenze in velocità. Lo stesso modulo, con Meggiorini come terminale, preluderebbe a una strategia di uguale contenimento, ma con un concetto di risalita del campo più armonico per sfruttare la capacità di proteggere palla dell’attaccante scuola Inter (Koulibaly ha sempre sofferto questo tipo di giocatori, occhio).

Se invece Inglese e Meggiorini venissero schierati insieme, il segnale sarebbe quello di un Chievo pronto a giocarsela a viso aperto, battagliando su ogni palla e provando a rendere difficile anche la prima costruzione degli azzurri col lavoro in fase passiva delle due punte e del trequartista (Birsa).

Chievo

Possibile diversa esecuzione delle idee di Maran. A sinistra, campetto posizionale dei clivensi contro la Lazio, con Inglese unica punta e una sorta di 4-5-1 in non possesso. A destra, campetto posizionale contro l’Udinese, gara giocata con le due punte e con Birsa in appoggio, con un baricentro sicuramente più alto (come si può facilmente vedere, spostato in avanti nel secondo caso di una decina di metri).

Sostanza

Quali le problematiche che il Napoli si troverebbe ad affrontare nei due casi (due e mezzo, considerando l’ipotesi Meggiorini unica punta)? Lo schieramento utilizzato da Maran in due delle ultime tre occasioni permetterebbe al Chievo di coprire molto bene il campo in ampiezza, con il contributo in fase passiva delle due mezze punte ad aggiungersi a quello dei tre mediani (Radovanovic, Hetemaj e Izco: per la qualità bussare altrove, di sostanza quanta ne si vuole, passare lì in mezzo non è semplicissimo) che complicherebbe non poco il gioco a tre del Napoli sulle catene laterali, oltre a intasare già di suo anche le vie centrali. Con il rischio, una volta persa palla, di scatenare Inglese (o Meggiorini) e Castro in campo aperto. La parola d’ordine in quel caso sarebbe rapidità nello spostamento del pallone e, quando possibile, nell’uno contro uno per muovere la difesa e far saltare il dispositivo.

Pressing

Viceversa, se il Chievo tornasse alle origini, con il trequartista più le due punte, come già detto potrebbe venire a prendere il Napoli diversi metri più in alto. A quel punto, con gli azzurri in uscita, si creerebbe un tre contro tre potenzialmente pericolosissimo. Meggiorini e Inglese a schermare Koulibaly e Albiol e Birsa immediatamente su Jorginho (pensiamo giochi lui e non Diawara) per un recupero palla immediato a ridosso della nostra area.

L’abilità degli uomini di Sarri dovrebbe essere quella di girare il più rapidamente possibile palla sugli esterni. Non solo per trovare sbocchi alla manovra, ma anche per sfruttare, una volta superato il primo pressing, il notevole vantaggio di difficoltose diagonali difensive da parte di Birsa e di uno dei due attaccanti, avendo in pratica la possibilità di portare una minaccia offensiva in parità numerica o addirittura in superiorità in zona palla, qualora la circolazione risultasse particolarmente veloce. L’ideale, quale che sia la scelta di Maran, sarebbe una cosa così:

Chievo

Partita dello scorso anno al San Paolo, inizio azione del gol dell’1-1. Il Chievo ha provato un pressing alto ma non è riuscito a disturbare la prima costruzione azzurra. Hamsik ha tempo e spazio e vede Ghoulam, che parte alle spalle di un distratto Rigoni. Il Napoli può attaccare l’area di rigore in pratica con un 4 sv 4. E lo farà alla perfezione con il gol di Higuain.

O, anche, una cosa di questo tipo:

Chievo

Gara d’andata a fine settembre, inizio azione del gol del 2-0. Il Napoli ha superato agevolmente la prima pressione. Ghoulam attira su di sé l’esterno difensivo, Insigne viene incontro, trovando lo spazio tra le linee. Il centrale di riferimento non può prenderlo così alto. Intanto, nello spazio creato da Insigne, si getta Hamsik, su cui ci sarebbe Radovanovic. Che, però, si preoccupa di raddoppiare Dainelli e quindi perde l’inserimento del capitano. Che sul passaggio del compagno realizzerà il suo gol numero 100 in maglia azzurra.
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