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Il caso Nainggolan-Juve, ovvero la volpe e l’uva

Le parole del centrocampista belga in un video amatoriale, girato da tifosi giallorossi, sono un misto di paraculaggine e populismo calcistico. Parlano, inavvertitamente, la stessa lingua degli stadi.

Il caso Nainggolan-Juve, ovvero la volpe e l’uva

«Odio la Juve»

Il caso Nainggolan agita un po’ uno stanco pre-weekend di calcio italiano, con il Napoli impegnato in anticipo per via della Champions e la Juve andata in fuga dopo la passeggiata di Crotone. Le parole del centrocampista belga, riprese in un video palesemente amatoriale, non sono per noi una sorpresa. Nel senso: lo sono se fai il calciatore professionista, su questo non ci piove. Poi, se vogliamo, sono il frutto di atteggiamenti pure comprensibili, quando giochi nella Roma. Diremmo la stessa cosa per un calciatore del Napoli. Sono quelli che, questa mattina, abbiamo un po’ stigmatizzato nella Posta Napolista firmata da Dario Barone.

In pratica, Radja Nainggolan dice quello che il tifoso vuol sentirsi dire. «Odio la Juve da sempre», «vincono solo perché hanno i calci di rigore o di punizione», «avrei dato i coglioni per battere i bianconeri». È la lingua del tifo, è il populismo applicato al pallone. È paraculaggine, che non va condannata in quanto tale ma per i temi che tratta in maniera forse impropria, forse eccessiva. Come dire: queste frasi sono “accettabili”, perché più facilmente verificabili nella realtà, quando c’è un solo campionato a testimoniare la superiorità di una squadra rispetto all’altra. Qui, in Italia, la Juventus vince da cinque stagioni di fila. Al di là di alcuni episodi controversi (ci siamo espressi anche noi), è difficile pensare che questa superiorità dipenda solo “dagli arbitri”. È difficile perché sbagliato.

La volpe e l’uva

L’altro tema è quello del rapporto di mercato con la Juventus. Nainggolan dice che non sarebbe andato via, che ha scelto (e riscelto) la Roma «per vincere qualcosa contro la Juventus». Questa cosa gli fa onore, qualora fosse vera. Il tifoso che riprende, o al massimo l’altro amico presente alla chiacchierata, risponde che “il ninja non è Pjanic”. Il discorso sulla paraculaggine di sopra, che ritorna. Sì, ma fino a quando? La Juventus, come ha dimostrato nelle operazioni Pjanic e Higuain, ha una forza economica avvicinabile a quella dei top club europei. Quelli a cui, finora, Nainggolan ha nobilmente detto di no. O, almeno, lui dichiara così. Ebbene: Nainggolan sarebbe pronto a giurare fedeltà eterna ai colori giallorossi anche in cambio di uno stipendio da sei-sette milioni l’anno? Quelli che possono offrire Chelsea e Manchester City, ad esempio.

La Juve ha l’obiettivo (quasi centrato, al di là dell’assenza di un trofeo europeo) di entrare in questo novero. È da sempre la squadra più forte e desiderata d’Italia, da giocatori e tecnici. In pochi hanno detto di no al bianconero. Riva, Virdis (che poi ci ha ripensato), Bruno Giordano, si dice Paolo Maldini. Nomi sparsi, casi sporadici. Nainggolan, nel caso, farebbe parte di una compagnia troppo ristretta per non poter gridare al caso di volpe e uva. Magari ci sbagliamo, quindi onore al suo attaccamento ad altri valori. Vedremo se saprà tener fede a queste parole, che vediamo nel video sotto, ancora a lungo.

Autocitazione

«Troppo spesso i tifosi delle varie squadre commettono l’errore di illudersi che i calciatori diventino tifosi delle società alle quali di volta in volta si legano nel corso della carriera, mentre essi, e in particolare negli ultimi anni, fatte le debite rare eccezioni, rimangono dei professionisti che cercano il meglio, sia in termini economici che di carriera, solo per sé, e così accade che quando scelgono di militare per i propri colori, vanno considerati tali, e quando cambiano bandiera diventano mercenari».

Ecco, questa frase l’abbiamo pubblicata stamattina. È il pezzo di Dario Barone, l’abbiamo linkato sopra. Ci pare calzante.

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