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Ancora la polemica sugli arbitri e la Juventus, quando cambieremo?

Posta Napolista / L’ennesimo processo ai bianconeri dà la misura di quanta strada ci sia ancora da percorrere per diventare forti.

Ancora la polemica sugli arbitri e la Juventus, quando cambieremo?
Icardi e Rizzoli in Juventus-Inter

La puntuale polemica

Come ogni anno puntualmente è arrivata la polemica sullo strapotere juventino e sulla capacità della società di manovrare le scelte arbitrali. Da antico tifoso napoletano, e non antibianconero, anzi, di più, antinessuno, dico che mi piacerebbe che quella di questi giorni fosse l’ultima volta che si imbastiscono processi. Penso da tempo che il fatto di protestare ciclicamente contro la Juventus non faccia altro che rafforzare sempre di più l’autostima, già altissima, della società agnelliana. D’altronde basta leggere uno dei tanti titoli che l’organo ufficiale del calcio torinese ha sfornato, “gli altri fanno bla bla, la Juve fa bum-bum”. E volete dargli torto? Se non fosse che quando tocca a loro, anche società di blasone come l’Inter cadono nella trappola, parlerei di provincialismo.

La Juve è ai vertici, noi altri no

Il problema, piaccia o no, è che, mentre la Juve è quasi sempre ai vertici, le altre squadre si alternano nel ruolo di antagoniste e così una volta la Fiorentina, un’altra la Roma, oppure l’Inter, o il Milan, o la Lazio, o anche il Napoli, quando si ritrovano a lottare con gli odiati bianconeri si ritengono vittime della prevaricazione e allora ognuno ritiene di farsi paladino della impari lotta con i poteri oscuri e forti, dimenticando quando talvolta i “favori” li ricevono o quando non si esprimono all’altezza delle proprie ambizioni. E loro non rispondono nemmeno, una scrollata di spalle e via, a vele spiegate verso il prossimo successo.

Il fatto è, e lo sappiamo bene, che specialmente da quando la società si è rafforzata, anche con l’acquisizione dello stadio dove, ricordo, perdono praticamente tutte le squadre italiane, il divario con le avversarie è diventato oggettivamente ampio e questa isterica compulsività nell’urlare i propri diritti lesi è la più classica dimostrazione di frustrazione e di inferiorità.

Non è questione di ingenuità

Intendiamoci, non è che si possa avere l’ingenuità di pensare che una società forte e influente a tutti i livelli non finisca almeno per condizionare la gestione delle cose di campo e non solo. E la Juve è la quintessenza della società solida, ma possiamo ragionevolmente credere che, non dico il Napoli, ma almeno l’Inter o il Milan debbano essere considerate di rango diverso? Purtroppo, anche se ci dispiace dirlo, possiamo tanto biasimare giocatori che, sapendo bene di godere di una teorica limitata punibilità, tentano di esercitare pressioni sull’arbitro di turno? A suo tempo lo hanno fatto anche le squadre di Milano quando dominavano in campo e fuori.

La nostra sconfitta lo scorso anno a Torino

Ricordo fin troppo bene tutto il chiasso dello scorso campionato per la questione di Bonucci con Rizzoli, come se fossero stati lesi diritti inviolabili e la sceneggiata a Udine del nostro centravanti di allora. In realtà pensavo e penso tuttora che abbiamo avuto un’occasione non so quanto ripetibile di vincerlo quel campionato. E a Torino il Napoli perse perché subì un gol evitabilissimo per suo demerito e un po’ di cattiva sorte (ma “audaces fortuna iuvat”), come sempre quando si subisce la rete determinante nella gara decisiva negli ultimi minuti, cosa che, ammettiamolo, alla Juve non capita quasi mai. Anzi la sensazione, forse discutibile, è che in quell’occasione un po’ di coraggio in più sarebbe stato apprezzabile e probabilmente vincente, tanto abbiamo perso lo stesso.

L’isteria per Higuain a Udine

E anche la faccenda di Higuain, si può nominare?, ha raggiunto come ci si poteva attendere, vette di isteria degne di miglior causa. Una volta accertato che l’affare è stato vantaggioso, e che, ora lo sappiamo bene, anche tecnicamente non ci abbiamo perso molto, e che la scelta del calciatore è stata discutibile in relazione non tanto al trasferimento in sé, quanto alla destinazione scelta.

L’illusione che i calciatori siano tifosi

Troppo spesso i tifosi delle varie squadre commettono l’errore di illudersi che i calciatori diventino tifosi delle società alle quali di volta in volta si legano nel corso della carriera, mentre essi, e in particolare negli ultimi anni, fatte le debite rare eccezioni, rimangono dei professionisti che cercano il meglio, sia in termini economici che di carriera, solo per sé, e così accade che quando scelgono di militare per i propri colori, vanno considerati tali, e quando cambiano bandiera diventano mercenari.

Auspico l’indifferenza per Higuain

Mi piacerebbe, ma probabilmente m’illudo, che quando verrà la Juventus al San Paolo, il suo centravanti venga, non dico ringraziato per l’apporto che comunque ha dato al Napoli, ma trattato con un’apprezzabile indifferenza. Invece sono convinto che varranno esposti striscioni anche arguti, ma verosimilmente volgari e inclini alla sceneggiata che altrove saranno irrisi, oltre naturalmente a sostenute disapprovazioni sonore.

In conclusione credo che si diventerà normali e normalmente forti quando tutte le componenti, opinione pubblica compresa, riusciranno a valutare le cose con maggiore serenità e consapevolezza della realtà.

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