Il giornale inglese racconta il nostro paese attraverso la storia del capoultrà juventino, suicidatosi dopo le rivelazioni sulle infiltrazioni ‘Ndranghetiste nella curva bianconera.
Un longform sugli ultras nel nostro paese
L’intera storia di Ciccio Bucci, il capoultrà bianconero suicida dopo le rivelazioni sulle presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta nella curva dello Stadium. Ma anche uno spaccato del nostro paese attraverso la storia degli ultras. Se ne occupa il Guardian, con un lunghissimo articolo pubblicato oggi. Che ha un titolo eloquente, potente: «Inside Italy’s ultras: the dangerous fans who control the game». Letteralmente: “Viaggio all’interno del mondo ultras italiano: i tifosi pericolosi che controllano il gioco”.
Come detto, tutto parte dalla vicenda di Ciccio Bucci, uomo di riferimento dei Drughi ma anche tramite tra il club Juventus e la tifoseria organizzata bianconera. Nel pezzo c’è il racconto di tutta la sua escalation nel mondo del tifo organizzato, ma non mancano dettagli privati: la moglie, il figlio, il viaggio da San Severo fino in Piemonte. C’è la spiegazione del termine “tifoso”, che si differenzia dall’inglese “fan”. C’è il racconto della nascita e dell’affermazione dei gruppi, dagli anni Settanta fino al giro di vite post-Raciti. Ci sono i feriti, gli accoltellamenti, i morti, gli episodi celebri. C’è il nostro Paese descritto nella cronologia del tifo ultras.
La Juventus
La Juve c’entra marginalmente, da un certo punto in poi: il racconto dell’ascesa di Rocco Dominello all’interno degli ambienti della curva, il rapporto fiduciario con Bucci e lo scambio dare-avere tra biglietti gratis e la sicurezza allo Stadium. La società che chiude un occhio nei confronti degli ultras, e infine il suicidio di Bucci dopo l’arresto di Rocco Dominello, Saverio Dominello e altre 13 persone in un’indagine legata alla criminalità organizzata. Il Guardian traccia un profilo forte, anche scomodo, di questa storia. Ricostruisce i rapporti, mette insieme i puntini. Come nessuno ha fatto in Italia, o almeno come nessuno è riuscito a fare in maniera così dettagliata e “legata”. Una lettura che vi consigliamo, che non vi abbiamo riassunto (perché troppo lunga) ma di cui vogliamo riportare la parte finale.
Non è, chiaramente, una storia che fa buona luce sul più grande club d’Italia. La Juventus è stata complice di un bagarinaggio su larga scala. E di attività svolte, sia pure involontariamente, con fini criminali. Ciccio Bucci, un uomo che era sempre stato appassionato di club, ha visto la sua vita rovinarsi e forse è stato anche un capro espiatorio. Si è trovato “chiuso” non solo tra la Juventus e suoi ultras, ma pure tra polizia e mafia calabrese. Alla fine, non riusciva a vedere nessuna alternativa al suicidio.
Ecco, appunto. Non c’è cosa più triste, brutta, e per questo potente, di questa frase finale. Complimenti, nel nostro piccolo, al lavoro del Guardian (firmato da Tobias Jones).