È un bell’attaccante, segna sempre. Non ha ancora “sfondato” perché non è da copertina. Ma con l’acqua gola non si fanno buoni affari.
Pavoletti è un buon giocatore, definito ingiustamente attaccante di categoria. In realtà, è uno che la butta dentro. Lo ha sempre fatto. È andato in doppia cifra per tre stagioni consecutive, dal 2011-2012 al 2013-2014: quindici reti in Lega Pro col Lanciano, undici in serie B col Sassuolo e addirittura venti sempre in serie B col Varese. Poi il salto in serie A nell’unica stagione in cui non è arrivato a quota dieci: sette gol (uno col Sassuolo e sei col Genoa) nel 2014-2015. L’anno dopo, sempre con i grifoni, di nuovo in doppia cifra: 14 reti in serie A. È uno di quegli attaccanti che nel calcio sempre più metrosexual non trova spazio. Devi avere una storia o un volto da copertina, segnare solo i gol o giocare bene pare che non basti più.
Per questi motivi, Maurizio Sarri dovrebbe adorare Pavoletti uno che viene da Livorno, che ha fatto la gavetta, che ha un volto normale. E che segna. C’è ovviamente un ma. E il ma, per quel che riguarda il Napoli, è sempre lo stesso. Anche la società soffre di ansia da copertina. Pavoletti è uno di quegli attaccanti che un anno fa avresti pagato meno di dieci milioni. E adesso, invece, con l’acqua alla gola, dopo aver incredibilmente deprezzato Gabbiadini, sei “costretto” ad acquistarlo per venti milioni. Non che non li valga. Non si sa. Potrebbe anche valerli. Ma è un rischio indubbiamente elevato. Probabilmente troppo. Vale per Pavoletti lo stesso discorso fatto per Belotti. Il Napoli deve anticipare – come per Diawara e Rog – non subire.
Senza dimenticare un altro aspetto. Pavoletti è probabilmente spaventato da Napoli. Ha sempre giocato in piazze di “provincia”: Lanciano, Sassuolo, Varese e la stessa Genova pur con tutta la nobiltà calcistica che le compete. Arrivare a Napoli, sentirsi tutti gli occhi addosso, portare improvvisamente il peso dell’attacco di una squadra che gioca in Champions e che negli ultimi sei anni ha avuto come centravanti Cavani e Higuain, non è semplice. Aggiungiamoci i venti milioni, un peso in più per il calciatore. È un’operazione che assume tutti gli azzardi del caso. Non se ne perde uno. E