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Il vicepresidente del West Ham e il cambio di stadio: «Un’opportunità per il rebranding del club»

Karren Brady risponde alle critiche dei tifosi degli Hammers per l’abbandono dello storico Upton Park e il passaggio allo Stadio Olimpico di Londra.

Il vicepresidente del West Ham e il cambio di stadio: «Un’opportunità per il rebranding del club»

Karren Brady, ieri, è stata una dei compagni di conferenza di Aurelio De Laurentiis a Londra. E ha parlato di un’esperienza molto particolare vissuta dal West Ham, che è un club criticato dai suoi tifosi perché ha deciso di lasciare la sua storica casa, Upton Park, e trasferirsi nel più confortevole e nuovo stadio Olimpico. Per la Brady, questo storico passaggio è stato e resta «una grande occasione per il rebranding del club».

Il West Ham, con la gestione dei suoi attuali proprietari (David Gold e David Sullivan) ha fatto dei grossissimi passi in avanti in termini di volume e qualità degli affari, ma non ha incontrato il pieno supporto del club. La Brady ha difeso così la politica della società: «Siamo nel cuore di Londra, ai piedi del settore finanziario. E abbiamo il miglior stadio. Ci sono alcuni grandi impianti in questo paese, ma c’è un solo stadio Olimpico ed è la nostra casa. Avrà un impatto dinamico sulle cose che possiamo fare». Un altro punto importante nelle critiche dei tifosi riguarda il cambio del marchio del club: «Il nostro rebranding si accompagna al passaggio nel nostro nuovo stadio. Abbiamo aggiunto la parola di Londra al nostro stemma perché riteniamo che possa offrire un appeal globale. Nessun altro lo ha fatto».

A supporto di questa tesi, i numeri: «52mila abbonati, tanti ragazzini che vengono a vedere il West Ham ogni settimana, circa 10mila, e altre 50mila persone in lista d’attesa per acquistare il prossimo abbonamento». L’accusa dei tifosi è stata quella di non aver messo le tradizioni e la loro cultura di Hammers al centro di questo progetto: «La nostra necessità era quella di costruire un qualcosa che poggiasse su una reale strategia economica», spiega ancora la Brady. «Siamo arrivati al West Ham ed eravamo il 115esimo club per fatturato in Europa, ora siamo 15esimi. Abbiamo ridotto il debito e rivisto la politica del club in modo dinamico, ma sempre mettendo i tifosi al centro del nostro progetto». Che è stato in qualche modo criticato, per i primi (pessimi) risultati in campo ma anche per alcuni problemi nel passaggio allo Stadio Olimpico, un processo costato al club 272 milioni di sterline per la riconversione dello stadio e un canone annuo di 2,5 milioni di euro per la locazione. A volte, quindi, non basta neanche questo.

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