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Napoli-Empoli, amarcord: Maradona, Protti e il 4-3-3 di Edi Reja

Napoli-Empoli, i precedenti dimenticati. La doppietta di Diego permette la rimonta al Napoli, altro 2-1 nell’anno della retrocessione. L’esperimento tridente nel 2008.

Napoli-Empoli, amarcord: Maradona, Protti e il 4-3-3 di Edi Reja

Non ci sono molti altri precedenti, per la sfida tra Napoli ed Empoli: a gennaio scorso, quando affrontammo per l’ultima volta i toscani, il Napolista raccontò del primo incrocio di sempre, nell’anno dello scudetto, e dell’ultima vittoria conquistata nella Serie B 1999/2000. Poi venne lo splendido 5-1 dei ragazzi di Sarri, una delle prove più convincenti dello scorso campionato.

Oggi, per i nostri consueti amarcord, c’è praticamente tutto il resto. E c’è bella roba: vi diciamo solo Maradona, Ekstrom, Protti e Mannini ala destra. Un bel viaggio, sarà divertente.

1/11/1987, Napoli-Empoli 2-1

Nel servizio di Novantesimo Minuto, Luigi Necco fa tante cose strane, provocatorie e quindi belle: intanto, scambia più volte l’Empoli con l’Ascoli, tanto che Paolo Valenti è costretto a intervenire dallo studio per correggerlo. Poi, definisce il gol del vantaggio empolese siglato da Johnny Ekström come un gol alla Butragueño. La squadra di Salvemini va in vantaggio, è il primo gol della sua storia segnato al Napoli.

Poi, però, entra in scena Maradona. Che batte il rigore concesso dopo un fallo antisportivo che oggi sarebbe punito con un’espulsione, che poi segna con l’esterno sinistro su un geniale tocco nel corridoio di Ciccio Romano. Tutto già nel primo tempo. Dopo, sempre secondo Necco, «è un dialogo di Maradona col portiere Drago». Poi, al minuto 1.55, c’è una giocata che vi consigliamo di guardare, l’avrete vista mille volte nei montaggi dedicati a Maradona: palla alzata e scucchiaiata perfetta sul destro dell’accorrente De Napoli. Ve l’avevamo detto che sarebbe stato divertente.

14/9/1997, Napoli-Empoli 2-1

Dieci anni esatti o quasi dall’ultimo incrocio, perché l’Empoli retrocederà mentre il Napoli è rimasto nel frattempo in Serie A. Solo che i destini sono pronti a invertirsi, anche se fai fatica a immaginartelo dopo questa partita. Il dieci degli azzurri, oggi, è Igor Protti. Gioca in attacco accanto al nove, Claudio Bellucci. In panchina Bortolo Mutti, tutti sanno e purtroppo ricordano come è andata a finire quella stagione.

Contro l’Empoli di un giovanissimo Spalletti, è la prima di due vittorie in campionato. Arriva con i gol del tandem offensivo, Protti riuscirà a segnarne appena altri 3. In realtà, i due gol sarebbero pure belli, prometterebbero qualcosa: Bellucci è bravo a realizzare con un bel movimento in area di rigore, Protti colpisce al volo e batte Pagotto, ovvero un Donnarumma che poi non ha saputo mantenere le promesse. Per i toscani, segna Carmine Esposito. Che è chiaramente napoletano, e farà gol anche al ritorno: al Castellani, finirà 5-0. Sarà già tutto finito.

17/2/2008, Napoli-Empoli 1-3

È il giorno in cui Reja si lascia convincere, cambia il suo modulo di gioco e presenta un Napoli a trazione anteriore, diciamo pure sarriano ante litteram. Mannini largo a destra, Lavezzi a sinistra, Zalayeta punta centrale. Tre centrocampisti, quattro difensori. Il sogno che diventa realtà, l’allenatore del Napoli che si lascia guidare da giornalisti e tifosi nella scelta del modulo e dei calciatori da schierare. Partita in casa, contro un avversario in odore di retrocessione.

In realtà, Reja è un volpone: il Napoli non è in grado di sostenere questo modulo, è soprattutto la difesa a non reggere l’urto: al primo pallone messo bene alle spalle della nuova linea a quattro, l’ex Pozzi fa centro. Il pareggio di Daniele Mannini, con un’azione classica da 4-3-3, sembra dare ragione ai tecnici del Napoli che non fanno i tecnici del Napoli. Sembra, appunto: nel secondo tempo, dopo che entrambe le squadre sono rimaste in dieci per un’espulsione negli spogliatoi (rissa Zalayeta-Piccolo), il Napoli crolla a picco. Ancora Pozzi, poi il secondo rosso per Domizzi. Infine, il terzo gol di Giovinco.

Reja è un volpone perché dalla partita successiva in poi, e fino all’addio di Mazzarri, il Napoli non abbandonerà mi più la difesa a tre. E chiunque abbia pensato di dire al goriziano che forse un cambio di modulo avrebbe potuto aiutare il Napoli, da quel giorno si morde la lingua e i pensieri. A Livorno, 7 giorni dopo, 3-5-2 e vittoria. Doppietta di Calaiò, di testa.

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