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Attenti a Gasperini: fu il primo a bloccare il Napoli di Sarri

In Genoa-Napoli del primo novembre 2015, il tecnico piemontese riuscì a superare gli azzurri per intensità, attenzione tattica e grinta.

Attenti a Gasperini: fu il primo a bloccare il Napoli di Sarri

Dieci giorni fa, in occasione di Genoa-Napoli, in tanti hanno scritto di come “Juric abbia seguito l’esempio di Gasperini” e per questo sia riuscito a fermare il Napoli. È una cosa vera, che risale al primo incrocio tra il Napoli di Sarri e il tecnico piemontese nello scorso campionato (0-0 al Ferraris nel match di andata del primo novembre). Il Napoli aveva avviato un ciclo da 6 vittorie in 7 partite, di cui 5 consecutive. E si presentò a Genova sull’onda dell’entusiasmo per il trittico di successi contro Fiorentina in casa (la più bella partita della prima parte dello scorso campionato), Chievo in trasferta e Palermo. Insomma, era la squadra più forte del campionato e iniziava a far vedere ciò che sarebbe diventata e che probabilmente è tuttora, ovvero la squadra con il gioco più spettacolare.

A Genova, Gasperini riuscì per primo a bloccare il Napoli. A far vedere agli altri che questa impresa era possibile. Massimiliano Gallo, nel suo highlights di allora, scriveva così: «Gasperini – che di calcio ne capisce – sa che oggi l’unico modo per provare a contrastare la squadra di Sarri è giocare con lo stile Napoli. Aggressività, intensità, squadra corta, passaggi brevi, pressing su Allan, Hamsik e Jorginho da parte di Rincon, Dzemaili e Costa. Ovviamente non è semplice giocare così per novanta minuti. Ma alla fine il Genoa ci riesce e, pur subendo la maggior pressione del Napoli, porta a casa un pareggio senza rubare nulla».

Traslare questi concetti al match di dieci giorni fa è un attimo, ed è presumibilmente semplice anche per la partita che comincerà tra un paio d’ore e mezza. L’Atalanta non è ancora “la” squadra di Gasperini (è difficile pensare che possa esistere al di là del Genoa, comunque), ma il Napoli è rimasto praticamente lo stesso. Memore dei buoni risultati dell’anno scorso (anche il match di ritorno fu molto complicato da vincere per la squadra di Sarri, fu una di quelle partite risolte dal fattore Higuain), il tecnico piemontese non dovrebbe fare altro che confermare sé stesso, oggi. Dopo aver ispirato tanti altri allenatori, aggiungeremmo.

Ecco perché (anzi, ecco anche perché, insieme a tanti alti significati) la partita di oggi assume i contorni di un vero e proprio esame di maturità per il Napoli: questione psicologica (la fame dopo una grande vittoria di Champions, la voglia di chiudere al meglio il primo di due cicli terribili di sette partite in venti giorni), ma soprattutto tattica. Considerare l’Atalanta un Genoa-bis, doverlo affrontare in trasferta e in una situazione complicata di classifica e di prestazioni vuol dire riconoscere le difficoltà. Superare tutto questo rilascerebbe al Napoli un ulteriore certificato, l’ennesimo, sulla qualità di questa squadra.

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