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Oggi, trent’anni fa, la Sinagra annunciò alla Rai: «Ho avuto un figlio da Maradona»

Lo scoop della Rai, l’ira dei tifosi contro la famiglia. Il gossip sulla voglia di Diego di lasciare Napoli. E poi Tolosa.

Oggi, trent’anni fa, la Sinagra annunciò alla Rai: «Ho avuto un figlio da Maradona»

Trent’anni fa, oggi. Venti settembre 1986, era un sabato. Calcisticamente la vigilia di Napoli-Udinese, seconda giornata del campionato di serie A. La prima, a Brescia, l’avevamo vinta con gol di Diego Armando Maradona reduce dai trionfi messicani.

L’attesa venne stravolta da un servizio del Tg della Rai. Napoli, interno della clinica Sanatrix, il giornalista Massimo Milone porge il microfono a una giovane donna che è nel letto con il bambino appena nato. La signora annuncia che il bimbo si chiama Diego Armando perché è nato da una relazione tra lei e Diego Armando Maradona «il calciatore del Napoli» aggiunge, come se qualcuno non lo conoscesse. Quella donna è Cristiana Sinagra, definita dai quotidiani nazionali “22enne ragioniera disoccupata”.

Boom. Una notizia che sconvolse l’ambiente Napoli, e non solo. La notizia conquistò un trafiletto in prima pagina sul Corriere della Sera. L’altra notizia di cronaca fu l’ergastolo del brigatista Giovanni Senzani per il rapimento e l’uccisione di Roberti Peci il fratello di Patrizio primo pentito delle Brigate Rosse. Il quotidiano di via Solferino quel giorno aprì con un editoriale a tre colonne di Enzo Bettiza – “La svista di Gorbaciov” – sugli errori del leader della Perestrojka sul caso Daniloff (roba del Novecento).

Torniamo a noi. Proprio in quei giorni venne fuori che Diego in primavera avrebbe avuto un figlio dalla sua Claudia. Maradona quel sabato non si allenò, si trincerò in casa. Si disse che non voleva giocare contro l’Udinese, anche se poi lui smentì. Lo convinsero a scendere in campo. Una brutta partita sua e del Napoli. Disputata in un clima surreale: finì 1-1. I giocatori del Napoli, per protesta, fecero un silenzio stampa contro la Rai. Ad altri giornalisti parlò e riconobbe che la prestazione era stata deludente e che quel che era accaduto fuori dal campo aveva influito.

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Al Corriere della Sera, al futuro quirinalista Marzio Breda, l’avvocato Enrico Tuccillo – chiamato a difendere gli interessi della Sinagra –  rispose così alla domanda “La Rai l’avete chiamata voi?”. «I napoletani capiranno,sono convinto che daranno più valore all’uomo che all’idolatria, alla vita piuttosto che a un colpo di tacco, per quanto di classe. La gente starà dalla nostra parte, da noi “i figli so’ figli”, come diceva Filumena Marturano». Non andò esattamente così.

Napoli reagì male a quella notizia, anche perché cominciò a diffondersi la voce che Maradona volesse lasciare la città. La famiglia Sinagra aveva evidentemente sottovalutato la reazione dei tifosi. Che tempestarono di telefonate non proprio garbate la clinica Sanatrix, qualcuno arrivò a minacciare la famiglia. Persino il sindaco di Napoli Carlo D’Amato disse la sua e la sua dichiarazione andò in prima pagina sul Corriere della Sera: «Condanno la famiglia della ragazza, che ha dato tanto rialto all’accaduto senza pensare a tutte le conseguenze negative che potevano derivarne. Maradona, comunque, non si stancherà tanto presto di Napoli».

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In quel clima, dopo qualche giorno decise di esporsi il nonno Alfredo. «Abbiamo tutta la città contro… non capisco perché. Noi abbiamo agito solo per tutelare il bambino che è nato. Cristiana è addolorata per quanto è successo. Capisco i tifosi, anch’io sono ammiratore e tifoso di Maradona. Ma per questa vicenda chiediamo solo comprensione e umanità. Noi ci battiamo affinché il bambino un giorno non ci possa rimproverare di non aver fatto nulla per lui».

Anche la scelta di Tuccillo rischiò di diventare un caso politico. Allora 44enne, e già padre di otto figli, Tuccillo venne definito dall’Unità come “molto vicino alle posizioni di Comunione e Liberazione, movimento al quale farebbe riferimento – si dice -anche il giornalista della Rai a cui – in esclusiva – è stata data l’intervista”. A Maradona invece venne presentato l’avvocato Siniscalchi presentato dai quotidiani come il legale di Franco Califano.

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Diego Armando venne registrato all’anagrafe il primo ottobre col cognome Sinagra. Quella sera il Napoli venne eliminato in Coppa Uefa ai rigori dal Tolosa. L’ultimo, decisivo, tiro lo sbagliò proprio Maradona che calciò sul palo. Sul volo di ritorno, Maradona si sfogò con i cronisti: «È il momento più brutto della mia vita. Così non posso più andare avanti, ho in testa sempre lo stesso pensiero, sono vittima di una tristezza di cui proprio non riesco a liberarmi. È un momento terribile, esco di casa e faccio tutto male. Quando sono in campo, non sto in gioco, chissà dove sono. C’è questo mio problema personale, non può continuare o finisce oppure…». Il finale è alla Diego: «Sto male, male, male. Chi mi vuole male, sicuramente sta godendo. Chi mi vuole bene, stia tranquillo perché alla fine vincerò io anche se sarò una dura battaglia».

Il resto è storia nota. Calcisticamente, la domenica successiva il Napoli sconfisse in rimonta il Torino al San Paolo per 3-1 e cominciò la cavalcata che terminò con la conquista del primo scudetto. La storia personale riguarda lui e soprattutto il figlio (auguri). Una storia che in quei giorni monopolizzò l’opinione pubblica non solo napoletana.

https://www.youtube.com/watch?v=6aXClhWT_yM

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