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Come gioca il Chievo: fisicità, garra e l’ansia del trequartista

La squadra di Maran è terza in classifica, e ha vissuto un ottimo inizio di stagione. Appunti tattici, principi di gioco e giocatori chiave.

Come gioca il Chievo: fisicità, garra e l’ansia del trequartista

La gara con il Chievo si preannuncia rognosa come da tradizione. Non solo per i precedenti non sempre esaltanti (negli ultimi sei anni, al San Paolo i veronesi hanno strappato due vittorie e un pari), ma anche per la presenza, nello schieramento gialloblu, di un elemento tattico che storicamente, quale che sia l’allenatore presente sulla panchina del Napoli, mette in difficoltà gli azzurri: il trequartista, o, che dir si voglia, l’uomo che gioca a metà tra le linee. Nel caso di specie, parliamo di Walter Birsa. Che ha iniziato la stagione alla grande: chiedere per informazioni all’Inter di De Boer, maltrattata da una doppietta dello sloveno, il quale ha messo lo zampino anche in due degli altri cinque gol segnati dalla sua squadra con assist decisivi. Ma alla grande è partita la stagione di tutto il Chievo, terzo in classifica a 10 punti a pari merito proprio con i nerazzurri e con la Roma.

Quello veneto è un collettivo che difficilmente ruba l’occhio per la spettacolarità del gioco: dopo cinque giornate, è 15esimo su 20 squadre per tiri effettuati (10,6 a partita) e per percentuale di passaggi riusciti (78,2%), 14esimo per possesso palla medio (47,8%). Ma si tratta di una squadra fisicamente strutturata (impressionante il dato sui 19,8 duelli aerei vinti a partita, primi in questa speciale graduatoria), che quando si tratta di “picchiare” non si tira indietro (quinta per falli commessi, 15,6 a gara) e con una fase difensiva piuttosto solida: i soli 10,4 tiri a partita concessi agli avversari la mettono da questo punto di vista dietro solamente a Juventus, Napoli, Inter e Genoa. Insomma, come dicevamo, una brutta gatta da pelare.

Passiamo a un’analisi particolareggiata del 4-3-1-2 proposto da Maran. Davanti a Sorrentino, la cerniera centrale è formata da Dainelli e Cesar, ma non è escluso possano trovare spazio Spolli o Gamberini. Particolare da non sottovalutare, tutti giocatori abili nel gioco aereo e dunque pericolosi in situazione di palla inattiva (fondamentale che ha fruttato già tre reti al Chievo, di cui due nell’ultima gara vittoriosa contro il Sassuolo). Ai lati, Gobbi e Cacciatore, che pur mantenendo spesso la posizione non disdegnano qualche sortita offensiva: l’ex sampdoriano ha già messo a referto un gol e un assist. In mediana, Radovanovic (anche se nell’ultima gara ha giocato Rigoni da titolare) si posiziona davanti alla difesa, con ai lati Hetemaj e Castro. Proprio quest’ultimo si sta rivelando l’uomo totale del gioco del Chievo. Già due gol e un assist per lui, ma anche altre statistiche ragguardevoli a partita: in attacco, 1,6 tiri e 1,4 passaggi chiave (secondo di squadra dopo Birsa), in difesa 2,6 tackles (il migliore dei suoi) e 2,8 palle intercettate (terzo dietro i due difensori centrali). In avanti, di Birsa, abile a cercarsi lo spazio per ricevere dai centrocampisti o una sponda dai due attaccanti, abbiamo già detto. In più, è piuttosto pericoloso sui calci da fermo: meglio non dargli opportunità in tal senso. Quanto alle due punte, Meggiorini e Inglese, in questa prima fase di stagione perlopiù sgomitano e aprono spazio per i compagni, con poche opportunità per trovare la gloria personale (poco più di un tiro a partita per entrambi), ma non è il caso di sottovalutarli. Soprattutto Meggiorini lo conosciamo bene, ha fisicità e proprietà tecnica a sufficienza per mettere in crisi qualsiasi difesa.

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Il campetto posizionale del Chievo nel match contro il Sassuolo.

Sarà una gara in cui il Napoli, per avere la meglio, dovrà far girare il pallone con pazienza senza farsi irretire dalla ragnatela clivense. C’è possibilità di sfondare sugli esterni, dove si potrebbe costringere Birsa e uno dei due attaccanti a turno a faticose diagonali, che potrebbero portare a raddoppi imperfetti. In mezzo, sarà importante reggere l’impatto fisico con la mediana e con la coppia centrale. Il centrocampo dovrà essere più brillante di quanto visto a Genova (infatti ci aspettiamo Zielinski in rampa di lancio dal primo minuto), per Milik (più che per Gabbiadini) si preannuncia una gara fatta innanzitutto di sportellate con Cesar e Dainelli.

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