Sarri lo ha elogiato a fine partita e Maggio ha fatto autocritica: l’anno scorso ha giocato poco per colpa mia.
Christian Maggio ha giocato due partite da titolare in questo campionato, il 50% di quelle disputate nello scorso torneo. Tre di queste quattro apparizioni furono Sassuolo-Napoli, Napoli-Sampdoria ed Empoli-Napoli. Le prime tre di campionato. Christian Maggio, alla luce di queste cifre e di questi dati, è un calciatore che Sarri ha recuperato da una bocciatura totale. Da una messa in naftalina che dispiacque a livello umano, ma che aveva un suo senso tecnico: Hysaj si esprime meglio a destra, si è rivelato essere un investimento strepitoso e la sua titolarità non poteva essere messa in discussione. Infatti, Europa League a parte, non avvenne mai: il quarto match da titolare di Maggio, Lazio-Napoli, arrivò solo a causa della squalifica dell’albanese.
Al termine della seconda partita da titolare in questa stagione, ieri sera, Christian Maggio ha dato una vera lezione di vita e di stile a tutti i suoi colleghi. Non quelli del Napoli, o almeno non solo. Christian Maggio è andato in televisione ringraziando il suo allenatore per la fiducia accordatagli e rivelando i dettagli sulla scorsa stagione. Chiarendo che il problema di questa sua annata negativa venivano tutti quanti da lui, da una questione di morale, di mancanza di nerbo e quindi di condizione fisica. Umiltà, professionalità. Qualificazione perché autodeterminazione narrativa dell’uomo.
Sarri l’ha elogiato, ieri sera. In realtà l’aveva già fatto. E ne aveva tutti i motivi: anche a Dimaro (anzi, soprattutto a Dimaro) Maggio aveva dimostrato di stare bene. Di poter essere utile, di aver recuperato una parte di quella esuberanza fisica che è sempre stata la sua skill fondamentale. E che, in qualche modo, era riuscita a mascherare limiti tecnici e tattici che sono cresciuti esponenzialmente con l’addio di Mazzarri e il passaggio alla difesa a quattro. Prima Benitez, poi il primissimo Sarri hanno messo in grande difficoltà Maggio: titolare, pure per una giusta gerarchia istituzionale, nel biennio dello spagnolo ma mai pienamente convincente; poi, la storia con Sarri che abbiamo già raccontato. E che arricchiamo di particolari che copincolliamo dalla biografia stagionale del terzino vicentino, pubblicata il 3 giugno 2016.
Basta riannodare i fili dei ricordi per accorgersi che e almeno tre dei sei gol subiti dal Napoli nelle prime tre giornate rientrano tutti nelle responsabilità dirette di Maggio: un fuorigioco non letto sul primo gol del Sassuolo, una marcatura mancata sul raddoppio degli emiliani; e poi a Empoli, un altra linea tenuta male sul vantaggio immediato di Saponara. Questione di adattabilità e abitudine a nuovi schemi difensivi, certo. Però, pure difficoltà che Maggio si porta dietro ormai da due anni, “aiutate” da un modulo che non ne esalta le qualità e pure da una brillantezza fisica che l’età, pure giustamente, sta in qualche modo scolorendo.
Ora, tutta questa roba è stata cancellata. Sostituita da una nuova aderenza al ruolo, che discende in egual modo da una condizione fisica di nuovo a livello e da un dispositivo difensivo che funziona benissimo, e che forse è stato metabolizzato, in allenamento, dal Maggio terzino. Terzino in senso di Sarri, ovviamente, l’abbiamo visto anche ieri sera: sovrapposizioni su Callejon, apertura degli spazi, anche una buona presenza in fase difensiva. I dati confermano queste sensazioni: un duello one-to-one vinto, un pallone intercettato, due tackle riusciti, 2 duelli aerei vinti su 4, un passaggio bloccato.
E poi, un cross. Sbagliato. Non ce ne voglia, Christian Maggio. Ma lo dobbiamo dire. Gianluigi Trapani, con la sua solita vena ironica, ha scritto questa mattina anche della prestazione dell’ex Sampdoria e Fiorentina: «Maggio ha ben giocato senza commettere errori. Senza commettere cross». Non si può dargli torto: Maggio ha messo tantissimi cross belli, importanti, decisivi. Ma il rapporto tra traversoni tentati e riusciti è di due a uno. E siamo stati molto generosi. E poi, ancora: «L’ottimo articolo su Maggio invece è stato riscritto perché introvabile. Sarà finito in garage tra i giornali vecchi, i pastori e le palle di Natale, i Topolino, le settimana enigmistica e le riviste tipo Intrepido e Monello».
Maestro Trapani, l’abbiamo scritto noi questo ottimo articolo. Eccolo qui: un elogio alla professionalità, all’umiltà, alla voglia di tornare a essere importanti. L’abbiamo già scritto, lo ripetiamo: un esempio, una lezione per tutti i calciatori. Specie quelli che è sempre colpa dell’allenatore quando non si gioca. Non è sempre così, magari.
Bravissimo, Christian, davvero. Nonostante il cross sbagliato.