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Una provocazione di mercato, nel segno dell’hype: Napoli, acquista Gabigol

Il talento brasiliano potrebbe essere la “risposta” ad Icardi e Higuain. Suggestiva e rischiosa, ma perché non provarci nel modo più spettacolare?

Una provocazione di mercato, nel segno dell’hype: Napoli, acquista Gabigol

Una provocazione. Anzi, prima una spiegazione etimologica. In giro per i siti di analisi sportiva, si legge spesso il termine hype. Che è un neologismo ovviamente importato dalla lingua inglese, esi traduce letteralmente in “attesa”, “aspettativa”. Nel calcio, in accezione positiva, identifica le “speranze” per un giocatore o una squadra o un progetto giovane, quindi per questo affascinante seppur pieno di incognite.

Perfetto, ci siamo capiti. Il mercato del Napoli, quello messo insieme finora dopo la cessione di Higuain (Tonelli e Giaccherini li lasciamo fuori, parliamo di Milik e Zielinski, del quasi certo Rog e del probabile Diawara), è quindi un mercato zeppo di hype. Alla Borussia Dortmund o alla Football Manager, per intenderci, e l’avevamo già scritto in tempi non sospetti. Da allora, sono cambiate diverse cose: tipo Icardi che alla fine non verrà, tipo Tolisso saltato all’ultimo momento. E quindi, non è possibile fare tutto quello che avevamo scritto.

Allora, cambio verso. Ed ecco la provocazione. Napoli, prendi Gabigol. Prendilo tu, questo calciatore sedotto e (forse) abbandonato dall’Inter che non può acquistare senza prima cedere e dalla Juventus che ha prima bisogno di un centrocampista. Dal Barcellona che acquisterà Paco Alcacer (ma come, e Insigne?) e dal Manchester City che poi ha preso Gabriel Jesus. Il suo alter ego, il suo compagno nella Nazionale Olimpica brasiliana che forse (ma forse) sta per portare a casa, a Rio de Janeiro, l’unico titolo internazionale che ancora manca alla sua bacheca. Quell’Oro olimpico che dopodomani sarà in palio in un match da brividi e dai ricordi nefasti: Brasile-Germania.

Vai Napoli, completa il giro della morte sulla giostra dell’hype e acquista un attaccante da 25-30 milioni di euro, un brasiliano che compirà vent’anni da pochi giorni ed è l’idolo di una torcida che ha visto giocare, qualche decennio fa, un signore di nome Pelé. Gabigol, al secolo Gabriel Barbosa, gioca nel Santos come attaccante. Ma anche come esterno di fantasia. Youtube brulica di video skills, quella roba che monta in loop dribbling, tunnel, tiri da fuori e magie da giocoliere col pallone. Roba così, per intenderci.

Un investimento importante su un calciatore come quel Leandro Damiao che De Laurentiis, si narra, voleva acquistare prima che Benitez lo convincesse a puntare su Higuain. Leandro Damiao poi si è sperso chissà dove. Sperso con la s, come si dice a Napoli. Non abbiamo sbagliato, perché tra perdersi e sperdersi c’è differenza. Potrebbe succedere a Gabigol, ma immaginiamola, insieme, un’azione che parte da Rog, poi palla a Diawara, a Zielinski e poi ad Hamsik. Scucchiaiata per l’appoggio di testa di Milik, tiro al volo di sinistro (perché è mancino purosangue) di Gabigol. Una bella cosa, che suona bene.

Sarebbe una risposta diversa al cacciasordismo, perché per talenti così, già così importanti (per il Mirror è un «Wonderkid»), ci vogliono tanti milioni di dollari. Ci vuole coraggio anche perché poi si parla di un calciatore che non è mai uscito dalla sua incubatrice e potrebbe avere di sicuro delle difficoltà ad adattarsi a un contesto diverso, più impegnativo. Potrebbe, ma potrebbe finire anche come tutti quelli che arrivano dal Brasile e fanno sfracelli. La narrazione di Gabigol di oggi non è molto differente da quella di Kakà nel 2003, appena arrivato al Milan. Il Napoli ha la possibilità economica di provare questo colpo, ha il tecnico perfetto per cercare di trasformare un talento grezzo in un campione vero, affermato. Giocherebbe da centravanti, ma potrebbe sostituire anche uno degli esterni. Non potrebbe avere il dieci, ma per un ingaggio di 2-2,5 milioni di euro l’anno (comunque importante, parliamo di un titolare del Brasile nell’ultima Copa America) sarebbe forse pronto ad accettare questo smacco.

Il Napoli ha provato a prendere Icardi, non c’è riuscito. Avrebbe tutte le carte in regola, finanziariamente, di avvicinarsi alle offerte che i media hanno giorno dopo giorno “presentato” al Santos, da parte di moltissimi top club europei. Risponderebbe così, in modo esotico e rischioso, a due grossi affronti di mercato. E farebbe felice, in qualche modo, anche chi critica il presidente: pensate a un Gabigol che viene, fa sfracelli e su cui De Laurentiis appone una bella clausola da 95, 100 milioni di euro. Col Barcellona o il Real in agguato, perché Cristiano Ronaldo ha ormai 31 anni e Messi va per i 29. Tutti, forse, saremmo contenti. Male che vada, ci abbiamo provato. Che bel modo di provarci, però.

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