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Se il Napoli comunicasse a inizio anno i prezzi dei biglietti del campionato

Suddividere le gare in fasce eviterebbe le polemiche e darebbe ai tifosi del Napoli la possibilità di programmare l’acquisto dei biglietti.

Se il Napoli comunicasse a inizio anno i prezzi dei biglietti del campionato

Non è la prima volta che la gestione del ticketing da parte del Napoli suscita qualche perplessità (ne avevamo già scritto lo scorso anno), l’impressione ricavata dalle ultime stagioni è che si proceda di settimana in settimana fiutando il momento della squadra e l’umore della piazza per stabilire prezzi più alti o più bassi all’interno del range fissato. Può darsi che non sia così, d’altra parte la mancanza di informazioni ufficiali non consente di fare altro che ipotesi.

E dunque non giunge inaspettata la polemica sul caro biglietti per la prima partita casalinga della Serie A 2016/17, tuttavia forse sarebbe stato possibile evitarla rendendo nota ai tifosi la pianificazione stagionale delle partite e fornendo un quadro più chiaro di cosa devono aspettarsi i supporter del Napoli nel corso dei prossimi mesi, informazioni che sarebbero senz’altro utili anche nell’operare la scelta tra singoli biglietti e abbonamento stagionale.

Come fare? Suddividendo le partite in categorie (ad esempio A, B, C) e fissando da subito i prezzi per ognuna delle tipologie di match. Preso in analisi il settore Curva del San Paolo e posto come massimo prezzo possibile quello stabilito con il Milan, sarebbe logico immaginare che lo stesso prezzo venga richiesto per i match contro Juventus, Inter e Roma (tutti Categoria A). Una successiva fascia di prezzo ipotizzabile a 25 euro potrebbe includere le gare contro Fiorentina, Lazio, Genoa, Sampdoria, Palermo, Torino (Categoria B) mentre ad un prezzo fissato di 15 euro si potrebbero trovare Atalanta, Bologna, Cagliari, Chievo, Crotone, Empoli, Pescara, Sassuolo, Udinese (Categoria C), che porterebbero il totale per chi volesse assistere a tutte le gare casalinghe senza abbonarsi a 445 euro.

Una struttura dei prezzi di questo tipo, che sia chiaro è del tutto ipotetica a partire dal prezzo della curva di Napoli-Milan, consentirebbe innanzitutto di tutelare gli abbonati che in queste ultime stagioni sono stati spesso svantaggiati rispetto a chi ha invece comprato il biglietto di volta in volta, quando invece dovrebbero essere tutelati maggiormente dal club avendo deciso di comprare a scatola chiusa l’intera stagione (spendendo 355 euro per la Curva).

Ma allargando il discorso più in generale a tutti i tifosi, fissati il calendario delle gare e conoscendo fin da subito il prezzo di ogni partita, ogni tifoso potrebbe organizzarsi e scegliere a quali match assistere secondo impegni e disponibilità economica ed essendoci ben nove gare (quasi il 50%) ad un prezzo di 15 euro per il settore più popolare sarebbe salvaguardata la più ampia possibilità di accesso allo stadio.

Magari il Napoli ha ipotizzato proprio una strategia di questo tipo per la nuova stagione, tuttavia non comunicandolo apre la strada a qualsiasi genere di ipotesi o speculazione avendo come riferimento i soli prezzi della gara contro il Milan. Perché non comunicare da subito i prezzi delle 19 gare casalinghe? Sarebbe un passo quanto meno nella direzione di una maggior trasparenza verso i tifosi.

Guardando altrove, la Roma è tra i club di Serie A che adottano la strategia di mettere in vendita in anticipo i biglietti di molte gare, in questo momento sono in vendita quelli per le prossime quattro partite casalinghe e si può osservare che un biglietto di Curva intero costa 25 euro per Udinese, Sampdoria e Crotone, mentre sale a 35 per il match con l’Inter. La società giallorossa quindi adotta due fasce di prezzo medio-alte (25 o 35) per il settore più popolare che rendono di gran lunga più conveniente stipulare un abbonamento (310 euro).

Un ragionamento analogo lo si potrebbe fare per qualsiasi altro settore dello stadio, ovviamente. In fin dei conti si tratta di operare delle scelte e di renderle chiare e comprensibili ai tifosi, diversamente il rischio forte è quello di trasformare il rapporto tra il club e i suoi tifosi in un dialogo tra sordi laddove ciascuno ritiene d’aver ragione e si spiega ad un interlocutore che però non ascolta. L’obiettivo del club deve senz’altro essere quello di ottenere dallo stadio introiti utili a far crescere il fatturato ma senza dimenticare che i tifosi sono parte essenziale del calcio e che quindi le strategie relative al price ticketing devono sempre essere in grado di incrementare il business mantenendo però ampia la possibilità di partecipazione dal vivo alle partite, perché solo insieme possono crescere il Napoli e i suoi tifosi.

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