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L’uomo più in forma: Dries Mertens e l’atteggiamento giusto, in campo e nella testa

Il migliore, da Dimaro a oggi. Il belga ha capito cosa sono Napoli e il Napoli, e il suo deve essere un vero e proprio esempio per tutti. Soprattutto per Gabbiadini.

L’uomo più in forma: Dries Mertens e l’atteggiamento giusto, in campo e nella testa

Da Dimaro e Trento, fino a Napoli. Dries Mertens è stato, in questa strana estate post-Europei e Copa America, uno degli ultimi a riaggregarsi ai compagni. Eppure, fin dal primissimo momento in cui ha rimesso piede nel Napoli, il belga è apparso come uno dei calciatori “più”. L’aggettivo dopo il comparativo mettiamolo insieme: noi scegliamo più presente, più mentalmente pronto a quella che si annuncia giocoforza come una stagione particolarissima. In campo, ovviamente. Ma anche fuori, dove il boccone-amaro-Higuain non poteva che lasciare strascichi di delusioni e polemiche.

Mertens ha risposto al meglio a tutta questa situazione un po’ così. È arrivato a Dimaro e ha subito (di)mostrato di essere in forma, in palla come si dice. Di avere un rapporto privilegiato con tutto quello che Napoli e il Napoli vogliono dire: appartenenze, identità, sensazioni. Fuori dal campo, c’è una simbiosi perfetta tra l’ex Psv e la città e la squadra. Idem sul terreno di gioco, e lo hai visto nella partita letteralmente spaccata a Trento contro la Virtus Entella. E ieri sera, in un primo tempo da grandeur con un gol che ha messo insieme estetica e potenza, praticità e bellezza.

Mertens sembra voglia giocare per ribaltare il mondo. Sembra sempre pronto alla giocata risolutiva, bella e funzionale all’interno del contesto di squadra. Certo, è anche una questione di interesse personale. Dries Mertens è quello che ieri sera si batteva il petto dopo aver segnato il secondo gol della serata, che bella cosa. Ma è anche un calciatore cosciente che dal 21 agosto, e soprattutto per tutto il periodo autunnale della stagione, il Napoli giocherà tre partite in una settimana praticamente sempre. E, stavolta, le partite saranno tutte importanti: non ci saranno Serie A e Serie B (Europa League), ma una serie di partite paritetiche e sempre decisive per non perdere terreno in campionato o per assicurarsi gli ottavi di Champions. Che Mertens si presenti così tirato a lucido, oggi, non è proprio un caso. Vuole avere un peso importante nelle rotazioni, vuole giocare di più. Il fatto che già dai primi calci estivi il belga sia tanto eusberante, è una buonissima cosa. Ma è anche calcolata.

Attenzione: non è una critica. Anzi, è un elogio. Calcolata, in questo caso, non identifica qualcosa che va contro la spontaneità. Ma definisce una “scelta” sintomatica di un atteggiamento perfetto, lodevole. Quello giusto per ripartire dopo una stagione meravigliosa (l’ultima) e un’estate di mezzo non altrettanto positiva. Mertens riparte da Napoli e Napoli riparte e riparta da Mertens, da come si è approcciato a una squadra che sa ancora un po’ di vecchio. Ma che, però, non è di colpo destinata alla lotta per la salvezza. Anzi, un anno in più di consapevolezza e di lavoro condiviso non possono che migliorare ancora la resa. Il sorriso di Dries e di tutti alle cose belle di ieri sera dimostra che i primi a crederci, nonostante tutto, sono proprio loro. Gli uomini che vanno in campo.

Dries ha dato un contributo marginale l’anno scorso, con inserimenti momentanei e punte di bellezza assolute (Napoli-Bologna) e prestazioni opache (Roma-Napoli) quando è stato chiamato in causa. Lui è un discontinuo, ci abbiamo fatto il callo. Chissà però cosa sarebbe con la continuità, questo calciatore. Magari non avrebbe lo stesso impatto, oppure fa sempre come ieri sera (e come a Trento contro l’Entella) e ti cambia il mondo e la partita. Ci saranno più occasioni per rendercene conto, insieme. Magari pure nella nuova veste tattica che gli abbiamo visto cucita (momentaneamente) addosso, quel ruolo di falso nueve tutto scatti e dribbling e velocità che rende più leggero e fisicamente povero, ma anche più imprevedibile, l’attacco del Napoli. Con questo non vogliamo dire che Mertens sia la soluzione per ovviare all’addio di Higuain. Ci mancherebbe. Ma potrebbe essere un’alternativa, provata anzi approcciata da Sarri e passabile di replay anche quando le partite conteranno. O almeno fin quando Gabbiadini non sarà l’anti-Mertens di questa estate strana: se il belga vuole dimostrare e ha dimostrato di essere uno dei calciatori più presenti, più mentalmente pronti a questa nuova annata, l’apatia e i sorrisi scarsi di Gabbiadini sembrano essere il contraltare. E un campanello d’allarme. Quello che ti avverte sulla necessità di acquistare un altro centravanti. Mentre Mertens, intanto, sostituisce anche lui. Nel modo giusto, con la testa giusta. La differenza, forse, è proprio lì prima che nel modo di stare in campo.

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