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Nei panni di Higuain

Una versione immaginaria dei pensieri di Higuain prima di accettare il trasferimento alla Juventus.

Nei panni di Higuain

Reduce da un bellissimo campionato in cui ho vinto la classifica cannonieri con record storico, con la mia squadra seconda in
Campionato (dopo essere stata “Campione d’inverno”) e l’accesso diretto in Champions, osannato da tutti (tifosi, cronisti sportivi di tutta Italia) parto per la ‘Copa America’ con la carica giusta per giocarla (finalmente) da protagonista. Con tale stato d’animo ho salutato i miei compagni d’avventura (la squadra tutta), dopo una stagione in cui siamo andati vicini al sogno
dello scudetto, dicendogli che il prossimo anno ci riproveremo e ho salutato i tifosi napoletani (che tanto mi hanno dato emozionandomi con il loro affetto) dicendogli di stare tranquilli.

La ‘Copa America’ mi vede protagonista e segno le doppiette che portano l’Argentina nella finale in cui finalmente potrò VINCERE UN TITOLO, tra l’altro storico, perché manca da tempo sia alla mia Nazionale, sia a me personalmente come calciatore (a Madrid non ero titolare ma riserva – anche se di lusso).

MA. In finale va tutto male: come nell’edizione precedente sbaglio un goal che poteva essere decisivo e la mia Argentina, favorita contro il Cile, perde anche stavolta e l’effetto positivo che mi portavo dall’Italia e da Napoli, di colpo scompare. HO PERSO ANCORA! Con tristezza per la delusione e le critiche ancora una volta ricevute, rifletto sulla mia vita di uomo e di calciatore: ho quasi 30 anni, non ho vinto niente con la mia Nazionale né con il mio club nonostante col Napoli abbia segnato una valanga di reti, che non sono serviti a niente perché in Campionato c’è una squadra superiore a tutte ed in Europa (e parliamo di Uefa League, non di Champions) siamo usciti presto. E in Coppa Italia pure.

Non avrò altre vite, sono nell’età in cui vinco adesso o mai più… Ora che tornerò in Italia, vincerò con il Napoli? La Società sicuramente si rinforzerà, ma acquisterà dei top players per vincere? Potrà prendere il posto della Juventus? Nella sospirata e raggiunta Champions, saremo protagonisti e tra le pretendenti al titolo? Se il cuore mi spinge a ritornare in maglia azzurra, la testa è d’accordo? IO VOGLIO VINCERE! IO DEVO VINCERE! E se non lo faccio adesso che sono nel periodo migliore della mia vita calcistica,sarei, come mi dice il mio grande allenatore Sarri, una gran “testa di cazzo”! E se privilegio il cuore, certo farò felice il mio pubblico napoletano, mi osanneranno e riempiranno d’affetto, il club mi proporrà di guadagnare ancora di più rinnovando il contratto, ma a me, sul piano professionale, cosa resterà? Quando arriverà il momento di vincere finalmente?

Mi confido e ragiono con la mia famiglia. E loro che mi vogliono veramente bene, capendo il mio momento, umano e professionale, più distaccati e lucidi nel valutare ciò che è meglio per me, mi aprono uno scenario che risolverebbe e scioglierebbe tutti i miei dubbi ed i miei malesseri (sportivi). “La Juventus ti prenderebbe di corsa (già ti voleva 3 anni fa), ha la forza economica per pagare la grossa clausola che ti vincola al Napoli, ti offre un ingaggio che sarebbe superiore a quello attuale (o che comunque sarebbe simile a quello che De Laurentiis offrirebbe per il rinnovo), oltre a lasciarti i “diritti d’immagine”, e comunque il milione di euro in più o in meno non cambierebbe la tua vita attuale di ricco e privilegiato calciatore e, soprattutto, con lei puoi iniziare, finalmente il ciclo vincente della tua vita! In Campionato, rafforzati da te, lo Scudetto si vincerà a mani ancora più basse (e così la Coppa Italia), in Champions si va per vincerla (ed è probabile che ciò accadrà) ed i tuoi nuovi tifosi bianconeri ti osanneranno e ameranno molto anche loro, forse anche più dei loro attuali idoli che sono – e tanti – già presenti nella loro squadra.

L’unico rovescio della medaglia sarà il dispiacere e la delusione dei tifosi napoletani e forse dei tuoi vecchi compagni di squadra (ma ci esporremo noi, non sarai costretto a fare interviste o dichiarazioni o comunicati per spiegare la tua scelta, se emotivamente non te la senti, visto che sei legato a loro col cuore) e comunque, valuta che oggi a Napoli ti considerano un re, un idolo, ma che, come hanno già dimostrato al termine di quell’altro campionato, se sbagli e le cose vanno male sono pronti a fischiarti, a criticarti. E qualche violento esaltato è pronto anche ad aggredirti, te e noi familiari, in un taxi fermo al semaforo nella loro città. E metterai nel conto che lo scotto maggiore da pagare, a fronte di tutti i vantaggi umani e professionali che da subito e più facilmente potrai raggiungere, sarà sentire durante una sola delle 38 partite che disputerai, un intero stadio che ti fischia e ti insulta (sempre ammesso che in quella unica e particolare partita tu scenda materialmente in campo). Col tempo se ne faranno una ragione (magari sostituendoti nei loro cuori con qualche altro campione che, coi tanti milioni avuti per il tuo trasferimento, sicuramente il Napoli acquisterà, come è già avvenuto dopo Lavezzi, dopo Cavani) e potranno gioire e cantare ancora per i prossimi anni, anche senza di te. E forse capiranno che non sei un mercenario perché andresti alla Juve per gli stessi soldi che, più o meno, avresti guadagnato rinnovando il contratto (o magari De Laurentiis ti avrebbe offerto anche di più, pur di farti restare): alla Juve andrai per essere sicuro di vincere, possibilmente tutto e, soprattutto, adesso!”.

FINE DEL RACCONTO E DOMANDA FINALE

Con sincerità, con onestà intellettuale, con obiettività e senza ipocrisia, chiedo al tifoso, al giornalista sportivo, al lettore (e
commentatore seriale o no) del Napolista, all’ex calciatore del Napoli, all’intellettuale appassionato tifoso della nostra squadra,
agli stessi suoi compagni di squadra (Goulham e Reina in primis) ed a chiunque si definisca deluso e sconcertato dal suo comportamento e dalla sua scelta: MA TU, TROVANDOTI AL SUO POSTO, CHE COSA AVRESTI FATTO?

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