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Luisito Suarez, il grande allenatore mancato che ha attaccato Sarri: «Non rispetta Simeone»

Luisito Suarez, il grande allenatore mancato che ha attaccato Sarri: «Non rispetta Simeone»

C’era una volta Luis Suarez. Anzi, Luisito. Un gran giocatore, squisito regista. Un fior di campione. Pallone d’Oro nel 1960, unico spagnolo della storia. E poi, una messe di trofei con la Grande Inter di Herrera, con due Coppe dei Campioni in testa. Suarez si ritira dal calcio giocato nel 1973. Vuole diventare allenatore.

Solo che poi, qualcosa si inceppa. Oppure, più semplicemente, finisce che lo stesso qualcosa vada come deve andare. Nel senso del grande calciatore che crede di poter essere, per chissà quale ispirazione divina, un grande allenatore in maniera automatica. Suarez comincia nelle giovanili del Genoa, l’anno dopo guida già la sua Inter. Un inizio folgorante che poi, all’improvviso, finisce. Luisito lascia subito l’Inter, inizia a peregrinare in giro alla ricerca di una dimensione di grande tecnico che probabilmente non possiede. Lo scriviamo qui, ma parlano i risultati: allena la Spal, il Cagliari, il Como. Poi torna a casa, in Spagna, e ci prova prima col Deportivo La Coruna e poi con la carriera federale. Arriva fino all’Under 21, riesce addirittura a vincere l’Europeo di categoria del 1986. Ai rigori, contro la Under bella e indimenticabile di Vicini. L‘unica squadra di cui si ha memoria collettiva rispetto a quella manifestazione. Dopo, Suarez arriva anche alla panchina delle Furie Rosse, della Nazionale maggiore. A Italia 90, c’è lui in panchina: Spagna eliminata agli ottavi dalla Jugoslavia.

Insomma, niente da fare. Suarez non ce l’ha fatta proprio a diventare un grande allenatore. Forse per questo non riesce a capire le dinamiche che stanno dietro questo lavoro. Tanto da criticare Sarri, in maniera anche abbastanza aggressiva, dopo le parole del tecnico azzurro sul gioco di Simeone all’Atletico Madrid. Nulla di offensivo o denigratorio, semplicemente una presa di distanze da un calcio che non sente suo. «Se la mia squadra fa una partita di difesa e contropiede, mi alzo e vado via. Non mi diverto, tanto vale rimanere in banca». L’aggettivo possessivo “mia”, in questo caso, fa tutta la differenza del mondo.

Non per Suarez, evidentemente. Che in una intervista rilasciata a Radio Kiss Kiss Napoli, attacca diretto l’ex allenatore dell’Empoli: «Sarri ha mancato di rispetto a Simeone, l’Atletico contro Bayern e Barcellona ha difeso tanto perché sapeva di essere inferiore, ma con altri avversari esprime anche un bel gioco. Ha raggiunto due finali di Champions in tre anni, ha vinto la Liga e tanti altri titoli: non si può pensare che lo abbia fatto sempre difendendosi! Sarri pensa che ha inventato il calcio, ogni tanto gli sento dire certe cose che, mamma mia… Ognuno vede il calcio in un modo, ma non bisogna mancare di rispetto».

In queste parole, tutta la bellezza del calcio. Che è un argomento davvero alla portata di tutti. Anche dei grandi tecnici mancati che difendono qualcuno da un attacco che non c’è. Come nel caso di Luisito, grandissimo calciatore di un passato che, a volte, è ancora troppo ingombrante. Soprattutto per Luisito stesso.

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