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“Scugnizza”, l’imbarcazione napoletana con a bordo i ragazzi a rischio

“Scugnizza”, l’imbarcazione napoletana con a bordo i ragazzi a rischio

Scugnizza dondola nel mare della Canottieri Napoli, cioè nella rada del Molosiglio, e l’eleganza della sua linea, ma anche la possanza delle linee e, come dire, dell’atteggiamento che è proprio di una barca che ha scelto quel nome, aiuta a spiegare i due titoli di campione del mondo di altura che ha conquistato, l’ultimo nel mare freddo di Helsinki, ribadendo l’eccellenza della scuola velica napoletana che solo la città di terra, arida e senza scrupoli, non ha capito costruendoci intorno un progetto che avrebbe avuto ricadute turistiche e occupazionali oltre che sportiva.

“Scugnizza” non lo dà a intendere ma morde il freno in vista dell’esordio che avverrà, secondo tradizione, nella impegnativa regata dei Tre Golfi che partirà a mezzanotte di venerdì 13 maggio scortata fino all’imboccatura di Santa Lucia dai botti e dai colori dei fuochi di artificio sparati dal Circolo Savoia che organizza questo ormai tradizionale e prestigioso appuntamento agonistico e mondano, due aggettivi che si coniugano perfettamente con una competizione velica che occupa le pagine sportive e quelle mondane. (Nei favolosi anni Sessanta un rampollo dei principi di Fondi al termine di una faticosa regata si tolse la cerata da combattimento e cambiò di colpo look mostrandosi agli astanti sbigottiti fasciato da un elegantissimo frac per niente compromesso dall’usura della competzione. Il principe abbozzò un sorriso e fornì una spiegazione sufficientemente folle ma convincente: «Sono pronto per la festa di stasera»).

Ma torniamo a “Scugnizza” e alle sue tensioni. Per la “3 Golfi” l’equipaggio abituale della barca sarà in qualche modo rimaneggiato. Al timone ci saranno sempre Umbertone Coppola e Michele De Giovanni, il tattico sarà sempre Paolo Scutellaro che ha fatto la Coppa America vera – non quella pezzottata che gli americani ci hanno rifilato approfittando dell’ignoranza dei nostri amministratori – e ha organizzato la sfida che Mascalzone Latino osò portare ai potentati della vela mondiali, ma nell’equipaggio hanno trovato posto tre specialissimi marinai esordienti scelti tra quelli ospitati nell’area penale delle comunità Jonathan e Oliver. È la prima volta che il ministero della Giustizia accetta una simile sfida e questo è davvero un buon segno perché significa che si è finalmente disposti ad investire sui ragazzi che, proprio in ragione dei loro errori, meritano di essere aiutati.

È una sfida in piena regola e Vincenzo De Blasio, l’armatore di Scugnizza, l’ha accettata, com’è nel suo costume, con entusiasmo: «per vincerla, tiene a dire, non per fare un giro nei golfi di Napoli, Ponza e Salerno». Al suo fianco c’è un gruppo industriale importante, la Whirlpool Emea e il Circolo Canottieri Napoli che nel suo dna ha la missione educatrice e sociale accanto a quella agonistica. «È stato importante vedere questi ragazzi studiare e allenarsi per mesi in vista di questo prestigioso traguardo – commenta Pierre Yves Ley, responsabile Pr della Whirlpool Emea, il loro obiettivo adesso è vincere, ma io credo che in questo progetto tutti noi abbiamo già vinto qualcosa, abbiamo saputo offrire e cogliere una seconda possibilità». Tutti, tranne il Comune di Napoli. Assente, come sempre, nonostante la promessa fatta dal sindaco e dal suo vice. E qui mettiamo punto per tornare a concentrarci sulla splendida esperienza che questi ragazzi stanno portando a termine: sulla barca, da marinai veri, andranno solo tre di loro, ma a terra, pronti a salpare, ce ne sono molti altri che hanno scoperto, come loro, una passione nuova e mostrano di volerla continuare anche fuori da questa esperienza. Anche dopo, insomma. Come ha tenuto a sottolineare il fondatore di Jonathan Onlus l’associazione che si prodiga da sedici anni a favore dei minori a rischio: «Finalmente si passa dalle parole ai fatti, solo così i ragazzi inseriti nel progetto sperimenteranno direttamente e senza filtri la condivisione delle tensioni, delle emozioni e delle responsabilità di una competizione». Senza giri di parole: stanno imparando a farsi largo da soli, con lealtà e nel rispetto delle regole.

Ce la faranno? Ieri mattina sulla terrazza della Canottieri Napoli abbiamo respirato un’aria di fiducia, la regata, insomma, parte con vento favorevole e i ragazzi non stanno nei panni: «Lavorano con grande lena, garantisce Umbertone Coppola che è una sorta di tutor oltre che il loro skipper, e davvero corriamo per vincere». Vincenzo De Blasio, l’armatore non nuovo all’impegno sociale, strizza l’occhio al presidente della Canottieri Achille Ventura, come a dire: ce l’abbiamo fatta. E noi aggiungiamo: fate mangiare vento a tutti.

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