Piazza del Gesù 14. Un piccolo locale. Spalle alla facciata della chiesa, a sinistra. Nelle giornate luminose trafitto da una sciabolata di sole. Stracolmo com’è di libri nuovi, usati, vecchi, antichi appare quasi un amabile bugigattolo. “All’inizio del Novecento c’era stata una tipografia, e poi una libreria gestita da una donna molto tenace e devota”. Quel locale era abbandonato da oltre un decennio. Da cinque anni c’è la libreria Dante & Descartes. L’attività la ha messa in piedi un ragazzo di 27 anni. Giancarlo Di Maio. Rampollo di una famiglia di librai di qualità. Di quelli, ormai rarissimi da trovare, che i libri li possono consigliare perché li leggono. Sempre piacevole scambiare impressioni e commenti con Giancarlo o con papà Raimondo, storico libraio di via Mezzocannone. Su una novità editoriale. Sull’ultimo premio Strega. O magari sull’ultimo racconto di Erri De Luca, per altro amico di famiglia dei Di Maio. Bello il catalogo di libri antichi e rari di Dante & Descartes. Intricante l’attività editoriale che si svolge, collegata alla libreria. In particolare le edizioni minute. Brevi racconti. Cose mai ovvie. Mai banali. Quelle edite da Dante & Descartes. Una deliziosa chicca su tutte “Donna Maria d’Avalos” di Anatole France. Ma anche La grande vacanza orientale-occidentale di Vincenzo Consolo. Insomma gente di gran gusto i librai Di Maio.
Il “purtuso” di piazza del Gesù, per me, è diventato una tappa obbligata quando passo da quelle parti. Mentre annego le mie passeggiate nei tanti ricordi di gioventù incastonati nelle basole di quella piazza. E da Giancarlo trovo sempre garbo. Simpatia. Un sorriso accattivante (che bella cosa la gioventù). E qualche cosa di attraente da comprare. Magari a due euro. Che so. Cito a memoria i frutti dei miei ultimi saccheggi. Un po’ di Sellerio come La scuola della signora Leicester di Mary Lamb, Gli altari della paura di André Cénier, Il grande mistero di Bow di Israel Zangwill, la raccolta Racconti italiani del novecento edita da Einaudi, qualche Salgari edito da Il Gabbiano o ancora Curiosità storiche di Benedetto Croce edito da Ricciardi del 1919 o Leggende napoletane di Matilde Serao editrice Bideri del 1915…
Un mese fa la novità. Il locale di piazza del Gesù è messo in vendita. L’avventura di Giancarlo rischia di finire. Come quella di tante storiche, e ben più grandi, librerie napoletane.
La notizia non può lasciare indifferenti. Quando chiude i battenti una libreria, si spegne sempre una luce. In una piazza. In una strada. In un quartiere. Una luce di intelligenza. Di civiltà. E tutto intorno diventa più scuro. Si dissolve una comunità che sempre si raggruma intorno alle librerie.
Ma Giancarlo non si è stato. Ha reagito. Con una bellissima iniziativa. Non ha chiesto sovvenzioni ad enti pubblici. Non ha strillato, strepitato, preteso. Ha agito insomma con la classe di famiglia. Ha fatto ricorso in primis alle sue energie (e a quelle di papà Raimondo) per acquistare il locale. Poiché da solo non ce la fa, ha lanciato un appello ai suoi lettori. Si è rivolto innanzitutto (ma non solo) ai tanti come me che si fermano a spiluccare tra le sue bancarelle “a due o tre euro”. A chiedere un consiglio. Per poi magari comprare una vecchia edizione dei Promessi Sposi. Giancarlo così ha lanciato una raccolta fondi. “In cambio chi sottoscrive avrà diritto all’acquisto anticipato di libri per una somma pari alla cifra donata. L’appello è stato lanciato sulla piattaforma “Produzioni dal basso” (www.produzionidalbasso.com/project/a-piazza-del-gesu-nuovo-14-non-volava-una-carta/).” Dice ancora Giancarlo: «La garanzia che offro è unica se riesco in questa impresa: finché sarò in vita (e spero anche dopo di me) a piazza del Gesù Nuovo 14 ci sarà una libreria stracolma di libri a disposizione dei lettori».
Francamente mi sono emozionato quando ho letto queste notizie.
Mi sono sentito immediatamente coinvolto in questa “mission possible”. Sono sicuro che risponderemo in tanti. E l’appello avrà grande successo. Così la lucina di Dante & Descartes nella storica piazza non si spegnerà. I tanti che come me curiosano, cercano, chiacchierano nel “purtuso” di piazza del Gesù potranno continuare a farlo. Rimuginando con fierezza, tra sé e sé “c’ero anch’io”… a rispondere all’appello.
Tratto da la Repubblica del 10 maggio 2016