Ma, per meglio affrontare il discorso sulla potenza di Higuain, è interessante soffermarsi su un aspetto non sempre preso in considerazione. Gli attaccanti particolarmente prolifici, infatti, vengono, spesso e volentieri, paragonati a delle terribili macchine da guerra. Paragone condivisibile in toto per un motivo molto semplice: bomber è il sinonimo di bombardiere, di quelle fortezze volanti portatrici di morte e distruzione, progettate per attaccare obiettivi di terra con bombe appunto (ma non solo). Si tratta, in sostanza, di aerei militari utilizzati almeno a partire dalla guerra di Libia del 1911, nel corso della quale il marchese Giulio Gavotti sganciò dal suo aeroplano una granata sulle truppe turche. Col passare del tempo, poi, le tecniche si sono perfezionate. Tanto che si è passati dai bombardieri alquanto rudimentali ma ugualmente letali, utilizzati nel corso della Grande Guerra, a quelli rivestiti completamente in metallo e molto più efficaci, impiegati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Negli anni, insomma, contestualmente al progredire delle tecniche militari, anche i bombardieri sono cambiati, tanto che si possono suddividere in varie tipologie: il bombardiere strategico, che interviene chirurgicamente nel territorio nemico; il bombardiere in picchiata, che si avventa sul nemico e arriva ad incredibili livelli di precisione; il bombardiere che sgancia siluri, detto, appunto, aerosilurante; l’aereo da attacco al suolo, atto a colpire e distruggere obiettivi di terra; e, infine, i cacciabombardieri, che possono dar vita sia a combattimenti aria-aria che aria-terra. Leggendo le caratteristiche militari di questi strumenti di morte, viene quasi spontaneo chiedersi a quale tipologia corrisponda il nostro bomber Gonzalo Higuain. Ha le caratteristiche di un bombardiere strategico? O piuttosto quelle di un aereo che distrugge qualsiasi incontri sul suo cammino con dei siluri potenti ed altissima velocità? Forse che sia possibile considerarlo un cacciabombardiere che può attaccare obiettivi terreni e non solo aerei?
Difficile rispondere in maniera netta e sicura, anche perché, a ben guardare le prodezze del centravanti argentino, verrebbe da dire che la sua unicità consiste proprio nel riuscire a mettere insieme peculiarità calcistiche riconducibili a modelli di bomber completamente differenti tra loro. Ha i piedi buoni di un numero dieci, la potenza di un killer come Antonio Careca, il senso del gol e l’opportunismo di un falco come Butragueño. Ed è proprio per questo motivo che ogni tifoso spera possa essere anche la punta di diamante della compagine partenopea: sostituirlo sarebbe quasi impossibile.