ilNapolista

In Premier scendono i profitti (-37%) e si alzano gli stipendi (+6%). Ma non è una brutta notizia

In Premier scendono i profitti (-37%) e si alzano gli stipendi (+6%). Ma non è una brutta notizia

Quello che potrebbe sembrare un dato allarmante, in realtà non lo è. Calcio&Finanza ha pubblicato e commentato un’analisi economica di Deloitte sui club di Premire League: profitti in ribasso (-37%) e stipendi in aumento (+6%), fino a 2 miliardi di sterline.

Spieghiamo: nella stagione 2014-2015 i profitti (before taxes, prima delle tasse) delle società di Premier si attestano a circa 150 milioni di euro (120 in sterline), giù di oltre 87 milioni rispetto alla stagione precedente (nell’annata 2013-2014 furono 190 milioni di sterline in totale). Questa, però, non rappresenta una brutta notizia in assoluto: i top club della massima divisione inglese, infatti, fanno registrare, per la prima volta dal 1999, un profitto aggregato. In pratica, la pioggia di denaro che ha investito e investirà (aumentando ancora di più la sua portata) le squadre d’Albione è stata gestita con oculatezza. Lo spiega Dan Jones, della Sports Business Group di Deloitte: «Il problema della Premier League era quello di convertire l’incredibile crescita dei ricavi in redditività. L’anno del record (il 2013/2014, ndr) aveva rappresentato un buon punto di partenza e quella appena trascorsa sarebbe dovuta essere la stagione della consacrazione. La sfida era continuare con questo successo finanziario e i club hanno raggiunto l’obiettivo in maniera impressionante, come dimostrano gli ultimi dati».

Alla base dell’abbassamento dei profitti, l’impennata degli stipendi: +6% rispetto all’anno scorso, il che porta a un rapporto stipendi-fatturato del 60%. Il secondo più basso degli ultimi dieci anni. Inoltre, da sottolineare l’eccezionale risultato operativo aggregato, in positivo di 500 milioni di sterline. Anche qui, il secondo miglior risultati di sempre. Ecco perché i club inglesi, quelli di Premier o che aspirano al massimo campionato, rappresentano un investimento attraente per i magnati esteri: Adam Bull, di Deloitte, spiega che queste società «possono contare su ricavi maggiori rispetto alle altre squadre europee grazie alle intelligenti misure di contenimento costi»

ilnapolista © riproduzione riservata