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Ai piedi di Gonzalo Higuain l’attaccante geniale che scaccia il fantasma di Malizia. Il Napoli non molla

Ai piedi di Gonzalo Higuain l’attaccante geniale che scaccia il fantasma di Malizia. Il Napoli non molla

Il calcio è un gioco di squadra ma nessuno si offende se questa sera la vittoria del Napoli porta il nome e il cognome di Gonzalo Higuain. È stato lui, con la sua doppietta, col suo carattere, a invertire il corso di una serata che sembrava stregata, a consentire al Napoli di battere il Genoa 3-1 e di riportarsi a meno tre dalla Juventus che nel pomeriggio, grazie a qualche aiuto arbitrale, ha battuto il Torino 4-1. La Roma è a meno sette e il duello scudetto continua a otto giornate dalla fine.

Higuain è stato semplicemente straordinario. Con la doppietta, ha raggiunto quota 29, suo record assoluto in campionato (compreso il Real Madrid). È stato lui a far sì che questo Napoli-Genoa non diventasse il remake di Napoli-Perugia la partita maledetta che costò lo scudetto al Napoli nella stagione 1980-81. Il Napoli ospitava il Perugia ultimo in classifica. Prese gol al primo minuto, autorete di Ferrario, attaccò invano i restanti 89 minuti. Fu l’anno di Turone.

Tutto sembrava tramare contro, un gol preso dopo nove minuti su indecisione della difesa ed ennesima amnesia di Reina. Il Napoli attaccava, attaccava, ma non sfondava. Ci ha pensato lui. Gonzalo Higuain. Nel secondo tempo. Prima con un destro in area, solo davanti a Perin, su assist perfetto di Hysaj. Un minuto dopo, si è consentito il lusso di sbagliarne uno in perfetta solitudine, lui e la porta, su appoggio di Hamsik. I minuti trascorrevano inesorabili. Finché a otto minuti dalla fine, Higuain ha arpionato una palla appena dalla parte sinistra dell’area, si è girato, e ha fatto partire un uncino, un colpo di pelota. Destro a giro, pallo e rete. Il Genoa è in ginocchio. I fantasmi scacciati. C’è anche il tempo per il terzo gol, di El Kaddouri, subentrato proprio a Higuain – cui l’arbitro Gervasoni stringe la mano – ma la partita è firmata da Gonzalo l’attaccante geniale per dirla alla Elena Ferrante.

E dire che si era messa male. Il Napoli doveva vincere e basta. Non c’era penombra che tenesse.

Sarri schiera i soliti undici. Gasperson l’altrettanto consueto 3-5-2, col rientro di Pavoletti, Dzemaili che fa da elastico tra centrocampo e attacco, va in pressing su Jorginho, con Rigoni su Allan e Rincon su Hamsik.

Il Napoli parte forte. Potrebbe segnare al quarto minuto se Callejon non sparasse alto un destro al volo su morbido assist di Higuain. Ma al nono il Genoa va in vantaggio. Palla persa al limite dell’area, Rincon tira forte ma centrale, un po’ come Maradona contro Bistazzoni nel fango di Marassi contro la Sampdoria: Reina non la vede. Gol. Degli ultimi gol subiti, Pepe ne ha sulla coscienza almeno la metà. 

Il Napoli riprende a giocare. Nell’unico modo che sa fare. Bene. Esteticamente ineccepibile. Che di questi tempi è un limite. Il Genoa prova a contenere gli avversari come può. Hamsik non è in giornata di grazia, anche Jorginho è ben arginato. Ma il Napoli le occasioni per pareggiare le ha, eccome. Al 13’ delizioso passaggio (oggi si direbbe imbucata) di Insigne per Callejon che solo davanti a Perin cincischia e si fa anticipare. De Maio guida bene la difesa genoana che al16’ perde Burdisso: al suo posto, entra Fiamozzi. 

Tre minuti e Perin si distende sulla destra per fermare un colpo di testa di Higuain. Il fantasma di Malizia si allunga sul San Paolo. Al 22esimo, Perin si distende a sinistra per fermare un bel rasoterra di Hamsik sul primo palo. Quando sbaglia l’uscita, ci pensano i suoi compagni a rimediare sulla linea.

Il Napoli non è lucido come in altre occasioni. Il Genoa va al tiro due volte, con Dzemaili e Pandev. Si fa ammonire Koulibaly. La squadra rifiata ma al 35esimo Allan recupera un’ottima palla, la cede a Higuain che serve Insigne ma il fantasista perde il tempo e non tira.

L’andazzo della partita non cambia, si gioca a una porta sola. A turno, Hamsik, Higuain e Insigne sprecano le loro occasioni. Sul taccuino di Gervasoni finiscono anche Fiamozzi, Jorginho e Insigne cui l’arbitro nega il tiro finale perché a tempo scaduto. 

Nella ripresa la trama non cambia. Higuain segna il primo. Si mangia il secondo. Si prosegue. Ritmi da calcio inglese. Anche il Genoa gioca, Gasperini non si arrende, mette dentro Cerci che si divora un gol a tu per tu con Reina, lanciato da uno svarione di Koulibaly.

Ma è sempre Napoli. Entra Mertens per Callejon, il Genoa salva sulla linea su colpo di testa di Jorginho. Sarri butta nella mischia anche Gabbiadini, al posto di Insigne. E poi sale in cattedra lui. Il San Paolo si scioglie. Un boato come non si sentiva da tempo. Il Napoli non molla. Se la Juventus vuole vincerlo questo coso, deve sudarselo. 

Il Genoa resta in dieci perché Cerci esce per problemi muscolari. Gabbiadini sfiora il gol in versione kung fu. Ed El Kaddouri segna il terzo. Ci si rivede dopo Pasqua. La sorpresa oggi l’abbiamo portata noi.

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