E ora ce ne andiamo a Torino. Come Florentino Ariza, il protagonista de “L’amore ai tempi del colera”, abbiamo inseguito questo momento da tutta una vita. Lo abbiamo immaginato, sognato, aspettato e desiderato anche quando sembrava impossibile che diventasse realtà. Una sfida al vertice vera, tosta, importante. Una partita scudetto dove non arrivi da vittima sacrificale ma da prima in classifica. Adesso ce la giochiamo senza pensare a Paestum, ai palloni che non c’erano, al tribunale fallimentare ne’ alla Serie C. Sono altre, le immagini che ci dovranno accompagnare durante questa dolcissima settimana: Maradona e Giordano sotto la curva, il tuffo di Renica, la tripletta di Careca, Romano detto “la Tota”. Sono loro, adesso, che camminano idealmente alle spalle di questo gruppo bellissimo, che ha messo insieme un allenatore nato a Bagnoli, uno slovacco che vive a Villaggio Coppola, un portiere spagnolo che parla napoletano e un altro ragazzo argentino che dopo più di vent’anni si è messo in testa di difendere la città indossando la maglia azzurra. Come il vecchio Florentino, che aveva aspettato a volte con disperazione, altre con disincanto, ma sempre nella certezza che un giorno sarebbe riuscito a ritrovare la sua Firmina, non ci faremo trovare impreparati all’appuntamento che abbiamo inseguito per anni. Vivremo ogni minuto, ogni istante, chiedendo a questo meraviglioso momento di non finire mai, come Ariza impose alla battello di entrare e uscire dal porto, senza fermarsi, per consentirgli di non spezzare l’incantesimo ritrovato dopo tanta attesa. E adesso, ragazzi, tocca a voi. Grazie azzurri, cercate di vincere.
Noi tifosi del Napoli siamo come Florentino Ariza
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