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Ho sognato un Napoli di tutte le razze con Koulibaly bianco

Ho sognato un Napoli di tutte le razze con Koulibaly bianco

Anni fa su di una bancarella trovai un libretto che parlava di Sogni Lucidi. Era un manuale di autori americani, credo di ricordare, che insegnavano come indirizzare i sogni a proprio piacimento.

Ero giovane e ingenuo e così lo acquistai pensando specularmente di poter arrivare ad indirizzare i miei sogni fino a leggere i giornali del lunedì e di conseguenza impadronirmi di cinquine del Lotto e tredici del Totocalcio.

Naturalmente non ci riuscii, ma qualche sogno lucido l’ho fatto davvero, come quello della notte dopo Lazio-Napoli quando sono andato a letto con ancora negli occhi lo sguardo smarrito e incredulo di Kalidou.

Sprofondo nel sogno e mi trovo catapultato nei corridoi degli spogliatoi del San Paolo nel prepartita di Napoli-Carpi.

Stranamente la porta dello spogliatoio napoletano è sbarrata, con tanto di uomini della sicurezza a impedire qualsiasi tentativo d’accesso, anche alle tv autorizzate.

–    Che succede – chiedo – come mai sono chiusi dentro?

–    Ci sono gli uomini della FilmLauro – mi spiegano.

–    Che c’entra la FilmLauro, ora?

–    Non lo sappiamo, sappiamo solo che ci sono dentro truccatori e scenografi.

–    Adesso però si sta esagerando con l’ossessione del look. – Dico disgustato e mi allontano sostando poco lontano per poter osservare la porta dello spogliatoio.

Dopo un bel po’ di tempo, con l’arbitro Irrati che ha già chiamato le squadre, la mia pazienza viene premiata. Vedo uscire dallo spogliatoio azzurro giocatori mai visti. “chi sono questi?” mi chiedo. Poi, quando un robusto giocatore nero, con la maglia gialla a maniche corte mi si avvicina, capisco tutto. 

È Pepe Reina, con il viso di un nero brillante, con il cranio che sembra lucidato con la cromatina tanto da riflette le luci del corridoio. Il suo sorriso mostra denti bianchissimi mentre pone il braccio sulle spalle del compagno che lo affianca. È un bianco, ma è Koulibaly. I truccatori hanno fatto un gran bel lavoro, ma il suo sorriso perde qualcosa e si ingrigisce.

Man mano che escono gli altri, capisco ancora di più il messaggio che il Napoli vuole date: solo Kalidou è bianco; tutti i suoi compagni sono di colore e di tutte le razze.

Hamsik è un pellerossa e con la sua cresta mi ricorda la copertina di un libro che leggevo da ragazzino: l’ultimo dei Mohicani. Insigne è un piccolo musogiallo che ricorda i piloti kamikaze della seconda guerra mondiale. Ma per ultimi escono due veri capolavori di maquillage. Callejon, che è sempre il più pallido dei suoi compagni, ora mostra un blu striato da Na’vi, abitante di Pandora, come visto in Avatar di James Cameron. Per ultimo esce un aborigeno australiano. Dietro le narici assurdamente allargate e sotto i capelli crespi riconosco Gonzalo Higuain.

Quando Irrati lo vede, lo invita a togliersi l’osso infilato tra i capelli perché non consentito dai regolamenti. Così entrano in campo dieci uomini di colore e un solo bianco: Koulibaly.

Ma non finisce qui.

Quando lo speaker pronuncia i nomi dei giocatori del Carpi, i nomi di Gnahoré, di Mbakogu e di Cofie vengono salutati con applausi. E per i primi passaggi della partita, quando i giocatori di colore avversari toccano la palla, si scatenano gli applausi dei napoletani.

Lo so che i sogni finiscono all’alba, ma sarebbe bellissimo poter sentire i commentatori televisivi, nel dopopartita, dover riportare: incredibile al San Paolo. I giocatori di colore avversari inseguiti dagli applausi invece che dai soliti stupidi buu razzisti. Oggi i napoletani hanno risposto con la loro intelligenza ai vari stupidi cori che li perseguitano su tutti gli stadi. Davvero uno schiaffo di cultura e civiltà alle tifoserie barbare che popolano molti stadi.

So che questo sogno non potrà facilmente avverarsi, ma spero, sotto sotto, che un giorno questo atteggiamento verso i giocatori avversari di colore i napoletani lo attuino davvero.

E questo solo a Napoli potrebbe accadere.

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