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A Napoli il Birrificio Flegreo produce “La 10” birra dedicata a Maradona

A Napoli il Birrificio Flegreo produce “La 10” birra dedicata a Maradona

Dopo che in Argentina hanno dedicato una birra a Maradona “La cerveza del 10″ con tanto di etichetta a strisce come la maglia della nazionale, anche a Napoli habemus birra maradoniana. Si chiama “La 10” in onore alla mitica 10 di Diego, la produce il “Birrificio Flegreo” nuova realtà da poco nata a Bagnoli dall’entusiasmo di tre giovani, Chiara Bolognino, Peppe Fiorillo e Salvio Merola. E’ Chiara la mastra birrai e madrina de “La 10”. 

Tu sei il mastro birraio?

«Sì, io sono che creo le birre, per adesso solo tre ma sto lavorando per ampliarmi. Voglio replicare anche la stout che pochi birrificio artigianali fanno. A Napoli non c’è una cultura della birra, ed è bellissimo alimentarla. La birra è una cultura». 

Dopo essersi laureata in archeologia Chiara decide di approfondire la sua passione per la birra, del resto si sa che la birra è stata inventata nel 4700 A.C., comincia a fare la birra in casa e nel 2012 sbarca a Scafati con la sua prima produzione. «A Scafati ho avuto avuto la possibilità di cominciare ma sono di Bagnoli, come Bennato e come il nostro mister, quindi volevo tornare alle origini come ha fatto Sarri tornando a Napoli. Ho rivisto un vecchio amico dopo anni e con un altro amico siamo riusciti ad organizzarci e ad aprire il nostro birrificio e soprattutto il punto vendita. Volevamo una caratterizzazione territoriale, da qui il nome “Birrificio Flegreo”. Per adesso abbiamo il punto vendita ma non ancora le autorizzazioni perché quelle che avevo a Scafati non vanno bene a Napoli». Il locale è in via Ilioneo, vicinissimo a viale Campi Flegrei dove appunto è nato Bennato.

Sei anche tifosa. 
«Una grande tifosa. Andavo allo stadio dieci anni fa e lavoravo come steward senza essere pagata per vedere la partita. Oggi non iresco ad andare, ma al locale è entrata prima la tv per il Napoli e poi abbiamo aperto. Anche Salvio e Peppe sono tifosi sfegatati come me, il pareggio col Milan l’abbiamo sofferto e il locale si è quasi fermato. Per molti il calcio è come gli spettacoli dei gladiatori ai tempi romani, è uno scaricare le tensioni per dimenticare il lavoro che non ti piace e la monotonia, insomma  è un po’ come la birra. Non sono una competente, non so giudicare i moduli, durante la partita posso insultare i giocatori e urlare ma poi ragiono con calma e sostengo sempre la squadra. Con la Juventus mi sono un po’ innervosita, diciamo così, mi definirei un’accanita lucida. 
Purtroppo ho anche un fidanzato juventino, l’ho conosciuto così». 
 
Voi producete una birra che si chiama “la 10”, in onore di Maradona, come nasce?

«La birra nasce quest’estate, a luglio, non l’avevo mai fatta e quando l’ho provata ho detto: questa è una birra da bere durante la partita, è una birra che si avvicina alle persone, come il calcio e dobbiamo chiamarla “La 10”. Quando c’era Maradona ero piccola, ricordo poco, ho una foto che ritrae me che festeggio con la maglia della Buitoni. Se penso al Napoli, penso a Maradona, anche se sono molto legata anche al Pampa Sosa. Chiamare la birra “la 10″ ha un grande significato».

La servite anche agli juventini? 
«La birra non si nega a nessuno ma il mio fidanzato la paga doppio come tutti gli juventini»

Cosa pensi di Sarri?
«Da ignorante, quando è arrivato ho detto: “Sarri chi è?“ Poi mi sono ricreduta, credo che abbia creato soprattuto armonia nel campo e negli spogliatoi. Chi mi è rimasto nel cuore però è stato Mazzarri, forse per questione di età e del periodo, ma a pelle gli volevo bene. Il capitolo Benitez non l’ho proprio considerato».

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