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Il Milan non sfigurerebbe in mostra permanente da antichità Scippa a via Vannella, ma contro questo Napoli non c’è trippa per nessuno

Il Milan non sfigurerebbe in mostra permanente da antichità Scippa a via Vannella, ma contro questo Napoli non c’è trippa per nessuno

Vero, pur se non annunciati dal TG2 c’erano stati segnali incoraggianti di ripresa di consapevolezza nei propri mezzi e nella propria forza, l’attacco girava a meraviglia, il centrocampo garantiva filtro che nemmeno bonomelli o the infré che buono qui o buono lì non è mai stato dato sapere e anche la fase difensiva, che tanto aveva fatto penare alle prime uscite stagionali, sembrava alfine sulla buona strada della registrazione e della quadratura del cerchio alla botte, dopo aver recepito le tesi d’aprile del capo reparto alla catena di montaggio di castelvolturno, però alzi la mano il tifoso che addirittura non dico auspicato ma sicuramente preventivato avrebbe ben oltre le più rosee previsioni una vittoria di cotante dimensioni e proporzioni a casa di un vecchio diavolo certo malconcio ma pur sempre dal nobile lignaggio di essere stato, almeno fino a ieri notte, il club più titolato al mondo pur senza uefa, coppa alpi e mitropa cup.

Lontani ormai i bei tempi che furono in riva ai navigli, però digiamolo pure alla larussa maniera che il merito tutto, al peso netto della confusione da lunedì mattina in tangenziale che regna a casa Sinisa, va solo alla banda Sarri nell’aver saputo ricapitalizzare al massimo le occasioni avute e soprattutto badato anzitutto a non prenderle nel primo quarto d’ora, ché aivoglia a macinare gioco e schemi ma passare sotto alla scala del calcio, con gatta nera Galliani in tribuna, è mix di jella letale immune persino ad un kit completo di cornicielli doc made in la scarabattola.

Poker servito senza appelli né orpelli, ordunque, con Lorenzigno sempre più asso ballerino a confondere e far ammattire gli avversari e finalmente libero di scorrazzare nelle trequarti nemiche come nemmeno le serate estive sull’asse mediano, ma solo apparentemente senza dettami e disciplina tattica sapientemente invero dettata da un allenatore partito in sordina ma capace di registrare in corsa quella difesa che tanto aveva fatto penare il tifoso nelle primissime prove, follia criticare tutto e tutti dopo una sola partita, il tifoso faccia sana autocritica e prenda atto che tutto ha bisogno di tempo, nel calcio come nella vita, provate anche voi a spiegare a vostra figlia come nascono i bambini senza passare per top girl e cioè.

Certo, si dirà, il Milan ammirato iersera non sfigurerebbe in mostra permanente da antichità Scippa a via Vannella, ma contro il Napoli di questi tempi sembra davvero non esserci trippa per nessuno, tutto funziona a meraviglia come nemmeno una giunta comunale di fine anni ’90 e oltre al Magnifico c’è solo da stropicciarsi gli occhi davanti a un Kuli monumentale nell’annullare ogni timido tentativo rossonero di affacciarsi dalle parti di Pepe, citofonare signor Bonaventura per i dettagli, a un Ghoulam padrone assoluto della sinistra che di questo passo potrebbe riportare alle gloriose percentuali degli anni ’70, a un Marek che non si vergogna più di sacrificarsi fra le linee a fare da chiusura lampo fra i reparti e ovviamente a un Pipita che se non segna fa segnare, corre avanti e dietro a lavorare palloni per i compagni e si conferma 90 secco anche sulla ruota di Milano, dopo la firma d’autore in calce al patto di Varsavia, l’avesse vergata CR7 una perla così sorbire ci saremmo dovuti il suo faccione imbrillantinato in formato maxi su tutta la facciata del Real albergo dei poveri, altro che merenghes, camicette bianche e braccialetti rossi.

Sfatato insomma anche l’ennesimo luogo in comune dei figli di Partenope che farebbero bene solo lontano da Partenope, ultimo viene Lorenzigno ma Marinella veste papi e re da secoli e a Sannazzaro e ai Tribunali si sfornano le migliori pizze del mondo ma non risulta manod’opera bergamasca a referto, nel mentre Allan è davvero il centrocampista che i tifosi aspettavano dai tempi di Salvatore Bagni e perdonare potrà chi, per tradizione, aveva mostrato scetticismo al suo arrivo per avere sempre affidato la guardia di casa al fedele mastino. Dopo la supremazia toponomastica – gambara, bande nere, primaticcio, inganni vs montesanto, amedeo, mergellina, leopardi non abbisogna di commento alcuno – benedetta sia anche la supremazia in campo, ora sosta e poi sotto con i viola in quella che fu casa di D10S. Il paradiso non può essere un cesso caro presidente, adesso conta solo vincere e non solo per Dio: il tifoso già poteva farlo, ora è arrivato anche per lei il momento di dire “c’ero anch’io!”
Otto Tifoso

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