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Come corre il Napoli: Higuain ricorda Savoldi, Albiol lo jogging, Mertens sempre sul filo di lana

Come corre il Napoli: Higuain ricorda Savoldi, Albiol lo jogging, Mertens sempre sul filo di lana

Il modo di correre, di camminare di ognuno di noi è esclusivo, come le impronte digitali, il timbro di voce, l’iride, per non citare il solito Dna. Detto questo posso dire che da spettatore televisivo riconosco i giocatori più lontani nella prospettiva, per come si muovono, senza aspettare l’indicazione del cronista (nome spesso sbagliato o per l’audio oscurato).

Così, per alcuni giocatori del Napoli mi sono divertito a illustrarne le caratteristiche cinetiche.

Reina: come cammina, come corre? non c’interessa. Lui non deve correre, ma volare. Nelle gambe non ha il manovellismo che lo spinge in avanti, ma quattro molle d’acciaio (due nei quadricipiti e due nei polpacci) che lo spingono in su. Se corre, corre verso l’alto: è un corridore della terza dimensione.

Maggio: è uno dei pochi del campionato che corre come un quattrocentometrista. Freccia Azzurra lo chiamano, ma è un treno che arriva nelle stazioni con le porte sigillate. Quindi inutile. Quando arriva sul fondo, già so che nove su dieci il suo cross o sbatte contro un avversario o va fuori. In una difesa a quattro questa statistica è preoccupante perché una volta arrivato sul fondo dopo una corsa di 60/70 metri deve rincorrere all’indietro gli avversari che hanno recuperato la palla sul suo cross stonatamente sbagliato, perché la difesa è rimasta sguarnita. Con la difesa a tre gioca da laterale e in quella posizione sa farsi valere. Ricordiamoci che nella Samp di Mazzarri segnò nove gol (quasi tutti su gentili assist di Cassano, diciamolo). Nella Nazionale, che ora gioca a quattro dietro, Maggio ha perso il posto di titolare e questo prima della sua rinuncia alla maglia dell’Italia. Sarri “schifa” la difesa a tre e quindi credo che vedremo più spesso Hysaj sulla destra.

Albiol: corre come quelli che fanno jogging la domenica mattina già pregustando la lasagna che la moglie sta preparando: tranquillo. Direi a Sarri che oltre a farsi comprare i droni, dovrebbe farsi comprare una macchina del tempo, metterci dentro Albiol e inviarlo indietro di due o tre anni. Avremmo così davvero di nuovo un difensore fortissimo.

Koulibaly: Se Maggio è freccia Azzurra, lui è Freccia Nera. Quando allunga la falcata, le poche volte che si butta in avanti, fa sembrare i giocatori che sorpassa modellini in sedicesimi. Questo ragazzo, se seguirà Sarri come fece Rugani, diventerà un top player. Contro il Brugge l’ho visto veramente determinato e insormontabile. Inoltre ho notato che il regista difensivo era lui e non Albiol. Un segnale di fiducia verso la Freccia Nera del Napoli.

Ghoulam: Non è un quattrocentista come Maggio, ma un ottocentista. Corre con scioltezza. A volte si distrae un po’ ma è infaticabile nelle sovrapposizioni e quando arriva in fondo ha un sinistro educato che mette in difficoltà gli avversari.

Lopez: Ha una sola marcia, ma non è la prima che permette uno scatto imperioso. Forse è una terza. Quella che non permette uno scatto sul breve, ma neanche un allungo veloce. Un vecchio diesel anni ’80, senza turbo e con il motore che non va oltre i tremila giri. Però bisogna dirlo: in mezzo al campo si fa sentire.

Callejon: ha una scioltezza nella corsa che mi piace tanto. Corre stranamente con le braccia a penzoloni e sembra che non calpesti neppure l’erba come se sotto i piedi avesse uno skateboard invisibile. Mi piace come corre e per il fiato che ha. In quei polmoni da uomo mingherlino con il torace e le spalle strette deve avere un compressore che gli fa tenere il doppio dell’aria che la fisica gli dovrebbe permettere di contenere.

Mertens: lo riconoscerei tra mille per come corre. Con le gambe corte che girano a mille e che se ci fossero ancora i film su pellicola a 24 frame al secondo le vedremmo girare al contrario come facevano le ruote a raggi dei carri dei cowboy assaliti dai Sioux nei film western di una volta. E poi è come se avesse sempre davanti, a un metro, un filo di lana di un traguardo invisibile che cerca di raggiungere prima degli altri con il petto in fuori. Quando corre così impettito, gli avversari lo temono perché è come se dicesse: fetenti, fatevi da parte che passo io! Dries ha tre marce: prima, seconda e terza e un cambio doppia frizione che gli permette di passare da una all’altra in una frazione di secondo.

Higuain: ricordate Savoldi? Bene, Higuain corre come lui, un poco sui tacchi, ma questo non gli impedisce di accelerare con rapidità. È come un motore che non arriva a giri iperbolici, ma ha un’alta coppia motrice. Quando allunga il passo con gli avversari che gli stanno addosso, è difficile tenerlo. Forse Savoldi in quei tacchi aveva delle molle perché di testa era superiore pur non essendo più alto dell’argentino. O forse aveva un cespuglio di capelli che lo facevano arrivare in alto dove la testa del Pipita, con le prime zelle in evidenza quando suda, non ha. Però, lo stop che ha fatto in corsa, nell’azione del palo giovedì, capelloni o no, se lo sognano in tanti.
Leo Prina

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