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L’orazione al Dio Drone, divinità del culto sovietico-sarrita

L’orazione al Dio Drone, divinità del culto sovietico-sarrita

W l’Urss / L’Unione delle repubbliche socialiste sarrite (ispirato dalle cronache vere dei quotidiani di questi giorni)

1)   Sala della Purezza e della Napoletanità allestita in uno chalet dolomitico della Valle di Sole, Pizza e Mandolino e dove l’anarchico genio partenopeo si fonde con la tradizione dei trentatré trentini che entrarono a Trento, tutti e trentatré di tratto in tratto trotterellando. Verbale della riunione del Politburo. I Compagni Presidente e Allenatore hanno intonato la poesia “Il Drone” di Giovanni Pascoli: “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico: io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viole/ (…)/ Sì, i droni! E’ questa è una mattina che non c’è il Chiattone. Siamo usciti a schiera tra le siepi di rovi e d’albaspina/ Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza, risale, prende il vento; ecco pian piano tra un lungo di Albiol urlo s’inalza/”. Coro di tutto il Politburo: “Or siamo fermi: abbiamo in faccia Dimaro ventoso: ognuno manda da una balza il suo tiro per il ciel turchino”.

2)   Terminata l’orazione al Dio Drone Soyuz, divinità del culto sovietico-sarrita, il Politburo in piedi ha tributato un applauso di 14 minuti e 22 secondi alla viva, vibrante, impeccabile cronaca della Pravda del Mattino Radioso, in cui il sostantivo “entusiasmo” ricorre sei volte, compreso un titoletto. “Entusiasmo da vendere”, “entusiasmo convinto e forte”, “c’è spazio esclusivamente per l’entusiasmo”, “l’avventura inizia tra grande entusiasmo”, “Valdifiori colpito più di tutti dal grande entusiasmo”. A furia di battere sulla tastiera del portatile c’è scappato alla fine il refuso causato dalla reazione deviazionista e obesa: “entuasiamo”. Commossi il Compagno Allenatore e il Compagno Presidente hanno ricordato il significato autentico del sostantivo “entusiasmo” del dizionario Treccani: “Totale dedizione a una causa, a un ideale”. Ecco il vero spalla a spalla tra società, allenatore, stampa e tifosi, il vero cuore a cuore: “Vicino ‘o Dimaro, facimmo ammore, a core a core”. Gli anni bui e infami dell’Obeso ispanico sono cancellati per sempre. 

3)   Umiltà, forza, orgoglio, entusiasmo, euforia, duttilità, maniacalità, perfezione. In una sola parola: emozioni. Il Napoli partirà a “fari spenti” (titoli uguali di Mattino e Cormezz dell’8 luglio) e il Condottiero Allenatore ha cantato l’immortale verso battistiano: “E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire. Chiamale se vuoi, emozioni”. Il supremo sacrificio della morte in campo, qualora si renda necessario, per rendere impenetrabile la difesa. Il Compagno Presidente, pur circondato “dall’affetto dei tifosi” (la Pravda del Mattino Radioso di oggi) ha però espresso una perplessità sulla conclusione: “Guidare a fari spenti nella notte? Più che emozioni le chiamerei stronzate”.
Zdanov (8 – continua) (immagine del compagno Domenico Catapano) 

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