ilNapolista

Napoli e il Napoli, un rapporto conflittuale da innamorati. Ne scrive Zoff a proposito di quel 20% di tifosi per cui giocava Juliano

Napoli e il Napoli, un rapporto conflittuale da innamorati. Ne scrive Zoff a proposito di quel 20% di tifosi per cui giocava Juliano

Per una persona che ami il calcio, e sia sinceramente appassionato del gioco e dei suoi protagonisti, non si può fare a meno di leggere l’autobiografia del grande Dino Zoff Dura solo un attimo, la gloria (Mondadori). Un libro sincero e franco come il suo autore che ci porta attraverso un viaggio di oltre quarant’anni nel calcio italiano che l’ha visto gran protagonista dapprima tra i pali e poi come allenatore e dirigente.

Tra i tanti passaggi molto interessanti del libro, dagli esordi in Friuli, passando per Mantova, Napoli per poi terminare alla Juventus, il racconto di Zoff è fatto soprattutto di persone ed incontri che lungo la sua strada ne hanno segnato il percorso.

Un capitolo importante della sua storia è ovviamente ambientato a Napoli, dove giocò cinque stagioni. Un’esperienza gratificante, che tra l’altro gli valse da subito l’appellativo di “Nembo Kid” dopo un’amichevole precampionato contro l’Independiente. Fu sempre in questo periodo che esordì con la maglia della nazionale giocando al San Paolo un quarto di finale dell’Europeo 1968 (Italia-Bulgaria 2-0) e poi ancora la semifinale sempre a Fuorigrotta contro la fortissima Unione Sovietica (0-0 Italia qualificata con lancio della monetina).

A Napoli legò molto con il capitano azzurro Antonio Juliano, del quale scrive: [..]napoletano verace, molto fedele alle sue origini, solide e fatte di lavoro, serietà e dedizione. Legatissimo alla sua terra, alla gente, alla maglia azzurra. Diceva sempre: «Io gioco per il 20 per cento di quelli che vengono allo stadio: quelli che vanno al di là delle apparenze».

Credo che a un tifoso del Napoli faccia male leggere una frase del genere, o per lo meno a me ha fatto male. Una frase che lascia un po’ di stucco pensando che quelli erano gli anni del San Paolo sempre esaurito, degli oltre 50 mila abbonati di media, di uno stadio sempre caldissimo. Una considerazione che stride in qualche misura con l’immagine costruita del tifo napoletano ma che forse dimostra invece una lucidità straordinaria da parte di Juliano di andare lui per primo al di là delle apparenze.

Sul Napolista abbiamo affrontato spesso il tema del tifo da stadio napoletano, un tifo fin troppo umorale e che spesso finisce per non guardare più in là del proprio naso, autore di contestazioni non-sense e di un supporto alterno e volubile alla squadra. Numeri alla mano non si tratta più solo di un’opinione, visto che la media spettatori è stata davvero bassa in questa stagione, sia in campionato che in Europa. Tolte le sfide con Bilbao e Juventus e le partite con biglietti a prezzo stracciato, la media reale stagionale è tra i 20 e i 25 mila spettatori. Se non è esattamente il 20% cui alludeva Juliano, poco ci manca.

Eppure Napoli città metropolitana da oltre tre milioni di abitanti, luogo di storia, tradizioni, cultura e innovazione ha dimostrato di avere un patrimonio enorme di passione, un capitale smisurato. Viene allora da chiedersi in cosa la Napoli calcistica sia diversa da Siviglia, Liverpool, Dortmund, Saint-Etienne, Buenos Aires et cetera? Perché in altre realtà (alcune più vincenti, altre meno) i tifosi riescono davvero a compiere l’atto di fede di sostenere la squadra al di là del risultato e invece noi no?

Trovare una risposta univoca non è operazione semplice, e non è neanche detto sia possibile. Il rapporto tra Napoli ed il Napoli somiglia talvolta più a quello di una coppia di innamorati che a quello di una squadra e della sua tifoseria, con momenti di straordinario calore e litigi altrettanto accesi, freddezza e distacco improvvisamente vinti da entusiasmo e gioia. Non si può negare o affermare con certezza che questo possa costituire un limite alla crescita dell’ambiente sportivo napoletano e del club più in generale, di certo c’è che si tratta di un rapporto del tutto atipico e forse unico tra la maglia azzurra ed i suoi tifosi.
Andrea Iovene

ilnapolista © riproduzione riservata