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Il ritiro non c’entra niente con la vittoria del Napoli. Il terzo posto è lontano ma la stagione non è ancora finita

Il ritiro non c’entra niente con la vittoria del Napoli. Il terzo posto è lontano ma la stagione non è ancora finita

Fuori una (Fiorentina battuta al San Paolo) e fuori due (pareggio della Samp sul campo del Milan). Il Napoli va in sorpasso (+1 su entrambe) e si ritaglia un quarto posto di momentanea serenità. Il secondo posto, che ha un nuovo inquilino, la Lazio, s’è avvicinato di un punticino (-8).

La Lazio continua ad andare a mille, otto vittorie consecutive, nove col successo in Coppa Italia a Napoli. E’ in salute e col morale alle stelle. Difficile pensare a un tracollo a meno di un improvviso calo di zuccheri (la dolcezza di una marcia irresistibile). A parte una invidiabile solidità di squadra, appena 6 gol subiti nel girone di ritorno, la formazione romana ha cinque giocatori con sette e più gol (Klose e Anderson 10, Mauri 9, Candreva e Parolo 7). Vanno a segno anche i centrocampisti. Pare sia questo il “segreto” di Pioli. Sono 25 le reti della Lazio nel girone di ritorno (15 più della Juve).

Questo per dire che il Napoli deve tenere di mira il terzo posto della Roma (+ 7 sugli azzurri), pass secondario per tornare in Champions, essenziale per De Laurentiis che aspetta più cospicui introiti europei, “non possiamo spendere 98 milioni ogni anno”. Non avremo grandi acquisti e c’è la rottura con Benitez. La Champions potrebbe pompare i soldi per stare meglio sul prossimo calciomercato.

La Roma continua a balbettare (è tornata a pareggiare). Se il Napoli non perde colpi, può avvicinarla. Peccato non ci sia più il confronto diretto (sarebbero stati punti doppi in palio). Le ultime otto giornate propongono un calendario equivalente per Napoli e Roma. Toccherà tifare Lazio nel derby capitolino alla penultima partita. La Roma difenderà il terzo posto con i denti e, magari, con i pareggi. Non ha il “peso” degli impegni di coppa.

La vittoria sulla Fiorentina ha placato l’ambiente azzurro. Il ritiro ordinato da De Laurentiis non c’entra niente. Il Napoli non è apparso né brillante, né atleticamente rigenerato. Probabilmente, anche la guida di Benitez si è ammorbidita, forse l’annuncio del distacco.

Successo ineccepibile sui toscani, ma la Fiorentina è stata l’avversario più favorevole per la riscossa azzurra. Una squadra che, spesso, masturba calcio senza andare a segno e che subisce batoste improvvise (0-4 dalla Lazio, 0-3 dalla Juventus). Ha la penultima difesa fra le prima sei ella classifica, non ha battuto nessuna delle prime sei, dalla Lazio ha incassato sei gol fra andata e ritorno. Il Napoli l’ha battuta due volte.

Giocando sotto ritmo, con un palleggio quasi narcisistico, la Fiorentina ha messo a suo agio il Napoli. Poi, non tirando mai in porta (quattro conclusioni fuori), lo ha definitivamente tranquillizzato. Sui gol di Mertens, Hamsik e Callejon è rimasta a guardare. Difesa di belle statuine.

Ciò non toglie che il Napoli ha saputo costruirsi la vittoria con una gara molto attenta, sciupando ancora in attacco (le occasioni di Higuain), ma alla fine mettendo dentro la metà dei tiri mirati nello specchio della porta. Saranno avversari più gagliardi il Cagliari, l’Empoli, lo stesso Parma che il Napoli affronterà fuori casa, forse anche il Cesena al San Paolo.

Confortano le migliorate condizioni di forma di Mertens e Callejon, il ritorno di Insigne, il riscatto di Hamsik (per la decima volta in campo dalla panchina), la grinta di Gargano, l’eccellente condizione di Maggio e il recupero di Strinic al rendimento migliore. Higuain appare appesantito. Contro la Fiorentina non ha mai avuto lo scatto del centravanti che è, arrivando molle su più di un pallone e sbagliando alcuni passaggi decisivi al limite dell’area gigliata.

Arrivano il Wolfsburg e l’avventura in Europa League a rivelare il reale stato di forma fisica e tecnica del Napoli, caricandolo però di altro dispendio di energie. Quarantottesima partita degli azzurri, nessuno ha giocato tanto. Sarà saggio accompagnare la squadra senza farsi condizionare dalle vicende interne del club, dalla situazione di Benitez, da antipatie personali (De Laurentiis). C’erano pochi spettatori per il match con la Fiorentina (ventimila e poco più). Il Napoli ha avuto il suo periodo nero (5 punti in sette partite, con quattro sconfitte) che segnerà la seconda stagione di Benitez, ma abbandonare la squadra in questo finale non facile significherebbe appesantire il clima incerto del momento.
Mimmo Carratelli

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