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Noi tifosi di New York arrabbiati e impotenti nel vedere in tv un San Paolo ostile al nostro Napoli

Noi tifosi di New York arrabbiati e impotenti nel vedere in tv un San Paolo ostile al nostro Napoli

Parlo da tifoso, appassionato a tal punto da aver contribuito, assieme ad altri “malati”, alla fondazione del Napoli Club NYC

Non mi interessa tanto la discussione sulle cause dell’attuale periodo negativo in campionato (il tecnico, il gioco, il non 
gioco, la gestione societaria, gli acquisti azzeccati, i pacchi e i cuoppi, ecc. ecc.) né sull’arbitraggio allucinante di ieri. Ognuno ha diritto a pensarla come vuole, possibilmente meglio se con spirito costruttivo e non disfattista, quello del critico che gode più del poter dire “io l’avevo detto” invece che della ripresa di una squadra da un periodo negativo.

È che l’articolo di Massimiliano Gallo mi conferma, purtroppo, la sensazione chiarissima che abbiamo avuto anche noi ieri, stando dall’altra parte dell’Atlantico, di un San Paolo ostile alla propria stessa squadra fin dai primi minuti di partita. Mugugni, borbottii e fischi ad ogni minimo errore. Un pubblico che, in silenzio le due curve, sembrava essere composto più da esigenti loggionisti del San Carlo, che non da appassionati pronti a dare calore a una squadra convalescente e che necessitava di tre punti preziosissimi.


E questa è una cosa che, a noi costretti dalla distanza a non poter accompagnare i giocatori con grida di sostegno, fa se possibile ancora più male. Perché osservare che “David Lopez ha provato a chiedere il sostegno del pubblico, così come Zapata dopo il gol. Invano.” – lo abbiamo notato chiaramente anche noi dalla tv – è una sensazione altamente frustrante che può trovar sfogo al massimo inveendo contro lo schermo. Impossibilitati a far sentire a quelli che scendono in campo che, nonostante le cose non girino come dovrebbero, non sono da soli, che dal periodo negativo si esce non standosene col ditino accusatore costantemente puntato, ma lottando insieme a loro. Spalla a spalla.

Alla ripresa, la trasferta all’Olimpico sancirà l’inizio del rush finale di una stagione che può dire e dare ancora tantissimo. Noi saremo lì a soffrire e sostenere a qualunque orario (con la Roma giocheremo alle 6.30 di mattina) e uscendo di casa in qualunque condizione di tempo. Nell’illusione forse romantica, eppure stranamente fondata, che il nostro tifo varcherà in qualche modo l’oceano per trasmettersi ai nostri ragazzi, che giochino a Napoli, Roma, Wolfsburg o dovunque sia. 

Chi invece ha in programma di rialzare il suddetto ditino e predisporsi a fischiare, faccia invece una cosa semplice: se ne stia a casa e risparmi i soldi del biglietto. Le battaglie campali si vincono o si perdono, ma si combattono stando tutti insieme. Ai traditori non spettano la gloria né gli onori che comunque vengono dall’aver lottato senza essersi tirati indietro, reggendo tutti la stessa bandiera.
Luca Dombré

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