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Non guardare la partita a Roma e farsi aggiornare da un amico romanista non ha prezzo

Non guardare la partita a Roma e farsi aggiornare da un amico romanista non ha prezzo

Anche quando le guardo – una premessa

Nei giorni scorsi sono stato a Roma. Sono arrivato mercoledì sera, ho disertato un invito a cena e mi sono chiuso in camera per guardare Napoli-Inter. A metà partita ho tolto l’audio, i telecronisti Rai non si potevano sentire, ma il Napoli non segnava comunque. Insomma, la partita non si sbloccava e io dovevo uscire per andare in stazione a prendere la mia compagna. Ho spento al novantaduesimo, confidando nei supplementari. Entro in ascensore e mi arriva un messaggio di un’amica: “Errore di Ranocchia, ha segnato Higuain”. Partita vinta, mai passeggiata notturna a Roma fu più gradita. 

Roma si vendica – La partita

Roma, non so se in abiti giallorossi o biancocelesti, decide di prendersi una piccola vendetta, inventando una lunga serie di “non c’è campo”, facendomi spaventare e lasciandomi nell’oblio, nella paura e nell’incertezza. Il collegamento internet al cellulare compare solo per un attimo, entro in facebook e scopro che Rafael ha fatto una papera, almeno così qualcuno ha scritto. Stiamo perdendo? Pareggiando? Vincendo? E chi ‘o sape. Non c’è verso di collegarmi per leggere qualche altro aggiornamento on-line. Devo prendere la metropolitana, tra poco devo presentare il libro a Roma, ma io sto pensando a Napoli-Udinese. Sembra che alla fermata Colosseo il campo torni, ma è un’illusione e, ironia della sorte, alla fermata San Paolo sparisce del tutto. Niente da fare, mi rassegno: parlerò di poesia restando all’oscuro, sembra facile ma non è così. Ma quello che Roma toglie Roma dà. Arrivato nel luogo della lettura, trovo ad aspettarmi, tra gli altri, Bruno, un caro amico romanista, e sarà proprio lui a dirmi risultato, sequenza dei gol, nomi dei marcatori. Da quel momento in poi è stata tutta discesa, mai parlare di poesia fu così lieve. 

Camilo

Zuniga, l’ho visto vestito da centurione. Davanti al Colosseo, si faceva fotografare con i turisti, ma si rifiutava, poi, di accompagnarli dentro, troppo faticoso, troppa pressione sul ginocchio, vabbè. Non riesce a tenersi un lavoro, come possiamo fare? La città deve assumersi questa responsabilità, non possiamo dare un sussidio a questo ragazzo? Voi mi direte che prende già un grosso stipendio, e siamo d’accordo. Il sussidio, però, assume un significato morale, serve a riportare Zuniga, il suo ginocchio e il buco del ginocchio dentro la comunità. Pensiamoci.

La questione Behrami

C’è chi ci resta male per il trattamento che riservo al buon vecchio Valon. Guardate, che c’è un grosso fraintendimento: io adoro Behrami. Ma credete veramente che si possa costruire una fiction su un personaggio che non si ama? Piuttosto va chiarito questo aspetto: Behrami non è un calciatore, in questa rubrica, è un personaggio letterario, così come lo sono Zuniga e Britos. Il calcio è un’altra cosa. Ieri ad Amburgo si svolgeva l’ottava edizione della presa del granoturco ghiacciato. I partecipanti dovevano far surgelare del granoturco e modellarlo, così come erano acconciati i loro capelli. Tra lo stupore dei tedeschi ha vinto Behrami, per distacco. La premiazione si è svolta nel momento esatto in cui segnava Gabbiadini.

Manolo

Il gol di Gabbiadini è da manuale del calcio, e dato che il passaggio l’ha fatto Hamsik sono ancora più contento. Sottolineiamo ancora una volta quanto sono forti i due acquisti di gennaio, la serie positiva continua. Questa settimana sono a Napoli, mi sfonderò di sfogliatelle Gabbiadini. Chiatti e vincenti.

Note a margine:

–  Vogliono dare a Caressa un corso sulla prospettiva in architettura e pittura.

–   Vogliono dare a Galliani un righello e una squadretta e un foglio bristol

–   Ma non eravamo d’accordo sul fatto che Britos restasse alla furnacella?

–   Non comprare la Gazzetta mi rilassa.
Gianni Montieri

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