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Ho scoperto dov’è finito Zuniga

Ho scoperto dov’è finito Zuniga

Buon anno. Torno, e scusatemi se lo faccio, solo un attimo sul coro (coretto? canticchìo? canzuncella? insultello? stornellino?): Oh, Vesuvio lavali col fuoco. Ci torno con altro spirito, non perché lo ritenga meno razzista di prima, ma perché ho provato un misto di pietà e tenerezza guardando le immagini della partita di ieri. L’azione è quella del quarto gol del Napoli (il secondo di Higuain), il Cesena sta già perdendo tre a zero, i tifosi romagnoli, i simpaticissimi romagnoli, i conterranei del mio vice idolo di sempre Marco Pantani (è inutile ribadire chi sia l’idolo qui), cantano il corettino che si eleva in maniera chiara e distinta, mentre i giocatori del Cesena, forse concentrati sulla canzoncina, si fanno infilare per la quarta volta. Pensate alla tenerezza, pensate a ‘sti sciem’, tutti fieri del loro inutile coro, tutti pavoneggianti nella massa, tutti presi dall’idea che insultando un po’ i tifosi avversari si possa soffrire un di meno. E invece no. Invece è peggio, perché tu non solo ti sei acchiappato quattro pappine (o piadine, se preferisci), ma agli occhi di tutti sei passato pure pe nu strunz’. Tornare sull’argomento Vesuvio mi fornisce l’occasione per parlare di nuovo di Zuniga. L’ho trovato. Zuniga è stato assunto dalla Vesuvio Lava Limited. Il suo incarico è quello di supervisionare i bocchettoni della lava. È lui che dovrà decidere quando aprirli e farci, finalmente, lavare. A Napoli siamo tranquillissimi, Zuniga, noto assenteista, pare non si sia mai presentato ‘ncopp ‘o Vesuvio. Niente, non verremo lavati.

Pass’ ‘o tiemp’ ma tu non cresci mai. I capolavori una volta scritti diventano universali e di tutti, perciò nessuno può vietarmi di prendere questa frase da Alleria, una delle canzoni che più amo tra quelle di Pino Daniele e utilizzarla applicandola ai tifosi. Non siamo forse questo? Non siamo degli eterni ragazzini che non crescono mai? Pronti a lamentarci o a esaltarci alla minima occasione? Non siamo come i bambini quando puntano i piedi e vogliono tutto e subito? E se, come i bambini, piangiamo e ridiamo nel giro della stessa ora, più volte, figuriamoci nell’arco di un campionato. Questa cosa, essendo tifoso, la sapeva perfettamente pure Pino Daniele, e, se si va da qualche parte dopo, starà ridendo per il tifo sul funerale.

Veniamo alla partita e ai cornetti. Stamattina mi sentivo come Totò in Miseria e Nobiltà, al bar, avrei voluto gridare “Peppiniello, quei cornetti diventano due, anzi tre”, ma non l’avrebbero capita. Ho scelto un cornetto alla crema, che da oggi sarà il cornetto Hamsik. Siamo quasi alla fine del girone d’andata e sono certo di aver scritto, almeno in dieci articoli, di non aver mai avuto dubbi sul fatto che Hamsik ritornasse, cosa che è avvenuta. Il cornetto era spettacolare. Ottima notizia il gol di Calle, convergenza fatta. Applausi a uno strepitoso Higuain, che quando gira così non lo prende nessuno. Ho una domanda per Mimmo Malfitano de La Gazzetta: Non ho capito perché ha deciso (nel pezzo di oggi) di raccontare solo la cronaca del primo tempo? Il secondo non contava?

Sapete dirmi che ha fatto Behrami per Natale? Ci terrei. Qualcuno di voi glieli ha mandati due struffoli? Il campionato è ripreso con le solite polemiche e con un discreto numero di brutte partite. Sono lieto del fatto che il Milan abbia finito di atteggiarsi, per batterli basta scendere in campo, cosa che il Napoli non ha fatto, il Sassuolo invece sì. Poco più di un anno fa è scomparso uno dei miei più cari amici, uno juventino incallito, domenica prossima sarebbe il suo compleanno, ma lui non amava i festeggiamenti, perciò proviamo a vincerla, non si offenderà.

Note a margine:

–  Sulla Gazzetta siamo a pagina 21 (dopo Palermo – Cagliari)

–  Stanotte ho sognato Mazzarri, continuava a ripetermi: “Piove, non lo vedi che piove? Maledetta pioggia!”
Gianni Montieri

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