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Giuliana De Sio e il Cesena: «Mi fermano per strada per recitarmi quella scena. Troisi sapeva tutto del Napoli. E quella volta con Maradona…»

Giuliana De Sio e il Cesena: «Mi fermano per strada per recitarmi quella scena. Troisi sapeva tutto del Napoli. E quella volta con Maradona…»

Immaginatevi una femmina, una bella femmina, non napoletana, di Cava de’ Tirreni, che di mestiere fa l’attrice. Un’attrice che vive a Roma e che nella sua carriera ha lavorato coi più grandi, da Petri a Monicelli passando per Mastroianni e che però, per un allineamento non dico sfavorevole ma quantomeno assai curioso dei pianeti, grazie a Massimo Troisi e alla sua smisurata passione per il calcio si ritrova incastrata per sempre in una linea immaginaria che da Napoli porta a Cesena e viceversa.

E’ questa, più o meno, la condizione di Giuliana De Sio.

Dall’83, da quando girò assieme a Massimo Troisi “Scusate il ritardo”, non c’è partita del Napoli con il Cesena che non riporti i napoletani a quella scena, ormai diventata un cult, in cui il personaggio da lei interpretato nel film, Anna, e quello interpretato da Troisi, Vincenzo, dopo aver fatto l’amore iniziano a discutere e complice “Tutto il calcio minuto per minuto” gracchiante dalla radiolina accesa sul cummò di lui finiscono col litigare. Perché? Perché il Napoli sta perdendo col Cesena. 2 a 1. E in casa per giunta. 

Una scena rimasta nella testa e negli occhi dei napoletani e sulla cui attualità si potrebbe giurare ancora oggi visto che fotografa in maniera impietosa il rapporto spesso poco idilliaco tra uomo donna e pallone e quello non meno tormentato tra tifoso del Napoli e vertici della società. Come dimenticare Troisi che un minuto dopo la disperazione per il risultato si scaglia contro la società per la mancata corrispondenza tra punteggio e mercato?

Signora De Sio, dica la verità, da quando ha girato quella scena, quante volte l’hanno chiamata per questa storia di Napoli Cesena?
Uhhhhhhhhhh sempre! Pur non capendo io niente di calcio, io so che il Napoli giocherà con il Cesena perché qualche giornalista mi chiama per una battuta, una dichiarazione, un ricordo di quella scena. Sempre, ogni volta. Pure lei mi ha chiamato per questo, no?

Effettivamente. Ma è impossibile non pensare a lei, ai suoi occhioni in lacrime e a Troisi che le dice “Vabbuò ma tanto è il primo tempo può essere che pareggiamo”. 
Eh

Insomma ma quando la chiamano lei che risponde? 
Ma guardi, io non so davvero che dire, non capisco niente di calcio, era solo una battuta in un film. Però ho capito quanto sia entrata nell’immaginario collettivo e nel cuore e nella testa dei tifosi quando ho visto che persone di tutte le età, anche giovanissimi, iniziavano a fermarmi per strada e a recitarmi la scena a memoria.

Si vede che è venuta bene!
Tutto merito di Massimo… Lui è uno dei comici più grandi del Novecento, fa parte della nostra storia, non si può cancellare e non si può cancellare niente di quello che ha fatto. Come quella scena, appunto.

Ma nel copione era scritto proprio così, Napoli Cesena o è stata l’improvvisazione a suggerire a Troisi la partita da citare nella scena? 
No no, nel copione era proprio scritto così, era il Cesena. Forse era un’invenzione, una licenza poetica. O una partita per cui era rimasto particolarmente male. Del resto se le ricordava tutte.

Guardi, è possibile che fosse una partita veramente accaduta perché nella stagione precedente a quella in cui fu girato il film effettivamente si giocò un Napoli-Cesena in cui il Napoli inizialmente perdeva 2 a 1 e poi pareggiò con un goal di Pellegrini.
Ah. E allora sarà così, deve esserci rimasto male e l’ha messa nel film. Non mi sorprende, Massimo era un grandissimo tifoso del Napoli, ricordava tutti i particolari, tutte le partite. E poi giocava pure, eh. Anche se all’epoca già non stava più benissimo e dopo doveva rimanere a letto due o tre giorni per recuperare. Alla sua partitella settimanale non rinunciava mai.

Ma, vista la sua carriera, il fatto che del calcio non gliene importa niente e, soprattutto, che non è né di Napoli né di Cesena, non la secca un po’ che almeno i napoletani la chiamino o la fermino sempre per questa storia? 
Ma no, no! Anzi, è bello sapere di aver fatto parte di qualcosa che grazie a Massimo è entrata nella storia, nell’immaginario collettivo. E in maniera transgenerazionale, poi! Sapesse quanti giovanissimi mi scrivono ricordandomi quella battuta. Anche in questi ultimi giorni. Forse avranno dato il film in tv. O il Napoli deve giocare con il Cesena.

Effettivamente sì, martedì prossimo. Ma non in casa, come nel film, a Cesena.
Ah, ecco. Magari l’hanno trasmesso apposta. Il calcio è una delle cose più importanti del nostro Paese, anche la programmazione televisiva ne segue tempi e ritmi.

In lei non suscita particolare interesse però. Ma almeno una squadra i cui destini l’appassionano di più c’è? 
Mah, direi la Nazionale: i mondiali li seguo di più. Tra le squadre italiane invece sicuramente il Napoli. Se non altro per un fatto di orgoglio territoriale. Non sono una tifosa in senso stretto ma se il Napoli vince con la Juventus, tanto per dirne una, sono felicissima.

A chi lo dice! Ma comunque, non è mai venuta al San Paolo a vedere una partita?
No, ma più per timore della folla e di quello che a volte succede che per scarso interesse. Non si capisce niente, per lo stesso motivo non vado nemmeno ai concerti. Però una volta sono venuta per quella faccenda delle foto con Maradona.

Le foto con Maradona? No, questa me la deve raccontare.
Dunque, in quegli anni, non ricordo l’anno esatto, il settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni” organizzò uno speciale sul calcio e i tifosi famosi tra gli attori italiani e chiese ad alcuni di noi di scegliere la squadra del cuore con cui posare per un servizio fotografico. Io ovviamente scelsi il Napoli e venni al San Paolo con la troupe del giornale durante un allenamento. C’era una quantità di persone inimmaginabile, una confusione terribile, un inferno. Facemmo le foto, Maradona e il resto della squadra furono gentilissimi, mi regalarono pure il pallone con le firme. Però non ce l’ho più, me lo strapparono dalle mani in quella confusione totale.

Vabbe’ meno male che non è tifosa.
Sì infatti. Ma tanto poi Maradona l’ho incontrato più volte, in tv dalla Carrà per esempio.

Insomma, del pallone poteva fare a meno. Però dopo quel pomeriggio un po’ movimentato bisogna trovare il modo per farla tornare al San Paolo.
Ma io ci torno volentieri, se mi assicurano un posto in cui vedere la partita un po’ più tranquilla.

Da questo punto di vista non dovrebbero esserci problemi. Lo sa chi è ora il presidente del Napoli? Un suo “collega” diciamo.
Certo che lo so, lo conosco benissimo. Aurelio De Laurentiis. Ho lavorato con lui e qualche volta siamo anche andati in vacanza insieme. 

Ah! E che dice, con lui il Napoli è in buone mani?
Non mi faccia fare valutazioni tecniche ché non ne capisco niente. Però le dico una cosa: Aurelio è un produttore cinematografico molto astuto. Se riesce a fare lo stesso col Napoli… Insomma, speriamo.
Anna Trieste

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