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Con la Sampdoria a Marassi non ha vinto nessuno e dimentichiamo gli infortunati, il mio bicchiere è mezzo pieno

Con la Sampdoria a Marassi non ha vinto nessuno e dimentichiamo gli infortunati, il mio bicchiere è mezzo pieno

Una doverosa premessa ad ogni ragionamento, confesso di essermi perso il momento in cui il Napoli è stato condannato a vincere sempre e comunque qualunque partita su qualunque campo in qualunque competizione. Forse ero assente, forse ero distratto, forse niente di tutto questo è mai accaduto e siamo in preda ad un’allucinazione collettiva.

Assumiamo per banale e scontato il principio che in ogni partita le squadre (entrambe, perché non si gioca da soli) scendono in campo per vincere, impegnando al meglio le proprie forze e le proprie qualità.

Il Napoli è andato in campo a Marassi contro la Sampdoria, squadra che in questa fase della stagione è in corsa per le prime posizioni, con l’obiettivo minimo di mantenersi al terzo posto davanti alle genovesi.

Alla vigilia della gara parlando con amici, conoscenti o nei classici discorsi da bar/treno/luogo pubblico tutti concordavano che la squadra di Mihajlovic fosse un duro ostacolo da affrontare in trasferta e che non sarebbe affatto stato facile portar via punti.

La serata di lunedì ha poi esattamente dimostrato che quei discorsi erano stati lungimiranti, la partita si è rivelata molto dura, fisica, intensa e il Napoli ha sofferto, creato, sprecato (con un arbitro che ci ha messo del suo). Ha poi subìto gol, ha reagito, è rimasto in dieci ma infine ha pareggiato.

Viste la premesse e lo svolgimento della partita, si potrebbe esser certi che gli stessi che prima della gara profetizzavano difficoltà sarebbero stati contenti dell’esito, o quanto meno del fatto che la squadra nonostante i problemi non ha mollato fino al minuto 94. E invece no, critiche a pioggia. 

Ma allora un tifoso non ha il diritto di arrabbiarsi e criticare?

Certamente che ha questo diritto, tuttavia non può pensare d’aver ragione a prescindere. Si può essere contenti o meno di come è andato il match ma è infantile prima invocare l’Everest e poi lagnarsi perché è difficile scalarlo. A Marassi contro la Samp hanno pareggiato anche Milan e Roma quindi forse, e sottolineo forse, qualcosa di buono sanno fare anche i blucerchiati pur su di un campo che persino le patate rifiuterebbero di abitare.

Sembra poi essersi diffusa un’amnesia retrograda selettiva che ha cancellato dalla mente di tutti le assenze di Michu, Zuniga e Insigne, oltre ai problemi con Mertens e De Guzman che giostrano a mezzo servizio. È troppo comodo criticare scegliendo di considerare solo gli elementi che ci fanno gioco.

E mi chiedo se adesso che le assenze hanno ridotto la possibilità di fare turnover, specialmente in attacco, si vede la differenza di freschezza rispetto a quando Benitez ne cambiava 4-5 a partita? La memoria è davvero così corta da non rendersi conto che stiamo affrontando questo pezzo di stagione verso Natale con molte oggettive difficoltà?

Eppure ne abbiamo parlato, ne abbiamo scritto e discusso e abbiamo pure annuito confermando di condividere le preoccupazioni. Ma visto che accampare scuse non è una pratica che mi piace, io sottoscrivo invece quel che avevo detto prima della gara e mi ritengo molto soddisfatto di un pareggio che ci conserva al terzo posto a dispetto di una condizione generale peggiore rispetto a quella di Genoa e Samp.

Sono soddisfatto di un pareggio che ci restituisce comunque delle note positive come i cross di Ghoulam, il lancio (Pirlo Style) di Jorginho per Higuain che ha poi mancato l’assist, senza dimenticare il buon Duvan Zapata la cui crescita è testimoniata dal fatto che sempre più spesso riesca a incidere anche in pochi minuti di gioco: le statistiche dicono che segna ogni ogni 57 minuti.

Vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto è una libera scelta e allora avanti così, sapendo che la squadra sta comunque facendo il massimo con le forze che ha in questo momento, senza però mai arretrare di fronte alle difficoltà.
Andrea Iovene

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