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Noi ingenuotti, dopo tre vittorie consecutive, auguriamo buone vacanze a Benitez

Noi ingenuotti, dopo tre vittorie consecutive, auguriamo buone vacanze a Benitez

La terza vittoria consecutiva del Napoli – tra campionato ed Europa League – in una settimana un po’ ci destabilizza. Non vorremmo apparire come quei sempliciotti che gioiscono per aver battuto Sassuolo, Slovan Bratislava e Torino. Sono ben altri gli scogli da superare. E poi dalla lettura dei quotidiani napoletani, stamattina, ci è apparso evidente che il Napoli abbia giocato un’altra brutta partita. Zeppa di errori – particolare evidenziato nel titolo in prima pagina dal Mattino – e che solo l’apporto della dea bendata ha consentito di portare a casa.

Perché noi, nella nostra ingenuità, abbiamo invece visto una squadra ritrovarsi di fronte ai suoi fantasmi dopo nemmeno un quarto d’ora. Stadio San Paolo non certo al limite della capienza – ma secondo noi questa è la misura giusta, anzi vorremmo proporre di non allargare la vendita dei biglietti – e squadra sotto di un gol per una prodezza dell’uomo più odiato. Perché – va detto – Quagliarella ha segnato un gran gol. Maggio non è salito nel fuorigioco ma il gesto tecnico è stato eccellente. Ho dei dubbi sulla colpa di Rafael. Ma sul portiere ci torneremo.

Insomma, il Napoli – privo di un ritrovato Hamsik e con in campo un Michu non proprio amato dagli spettatori – si è ritrovato preda delle solite paure. Stavolta, però, non ha perso la testa. Ha provato a continuare a giocare. Col cervello ma anche col cuore (cit.). Con la grinta. Così è nata la prima occasione pericolosa, con una palla recuperata da Michu a metà campo, servita da Higuain a Insigne che ha tirato bene – perché sul primo palo e non sul secondo dove tutti se lo aspettavano – ma ha colpito il legno. Poi ci si è messo Gonzalo. 

Insigne merita una riflessione a parte. È parso più leggero. Più veloce. Non è un caso che siano capitate a lui le due principali occasioni nel primo tempo. Le ha fallite entrambe, ok, ma c’era. Dispiace per Zeman, ma le sue notazioni tecniche sull’utilizzo di Lorenzo se le poteva risparmiare. Bene ha fatto Benitez – un altro Benitez mediaticamente, meno signore e molto più cazzimmoso – a ricordargli alla Domenica sportiva che una cosa è la serie B e un altro il calcio che conta o vorrebbe contare: “Non conosco nessun grande calciatore che non curi la parte difensiva”.

Insomma, Insigne stava giocando un’ottima partita già nel primo tempo. Poi i gol si sbagliano, un po’ come i rigori. De Gregori ci scrisse una canzone, non è il caso di tornarci su.

Il Napoli è rientrato in campo sotto di un gol. La paura era palpabile. Ciascuno, in cuor suo, ha rivissuto i peggiori incubi. Soprattutto dopo la traversa del tartassato (con brusii di singoli spettatori, non con contestazioni) Michu su ottimo colpo di testa. Poi è stato solo Napoli. Il gol di Insigne. Quello sfiorato da Koulibaly su tiro-assist di Callejon, quello mancato da Higuain su bel passaggio di Insigne. E mentre tutti si aspettavano un cambio in attacco, Benitez ha tolto Gargano (ammonito) e inserito David Lopez. Il Napoli si è radicato nella metà campo del Torino e ha segnato. Ancora Insigne, splendido assist a Callejon che con un tiro sporcato dal terreno ha siglato il 2-1.

Fin qui, il Torino non è esistito. Poi i fantasmi, comprensibilmente, sono tornati. Il Napoli ha avuto paura, come contro il Sassuolo. Ci si è messo anche Mertens – entrato al posto di Michu pochi attimi prima del gol – che non ha giocato bene il suo spicchio di partita. Non ha quasi mai tenuto palla. Così come – venendo alle note negative – ancora una volta Albiol è parso spaesato, mentalmente distratto. Poi ci sarebbe il portiere. Sì, Rafael non riesce a infondere sicurezza. Soprattutto sulle palle alte. Francamente, il solo pensiero di sostituirlo con Andujar è da ritenersi errore capitale in qualsiasi Bignami di psicologia. Oggi Rafael non gioca più con la mente libera; non ha più Reina dietro o davanti a sé. Oggi è lui il portiere del Napoli. E questa responsabilità la sente tutta. E noi con lui, va detto. Ma non c’è altra strada che lavorarci. Higuain, personalmente, non mi preoccupa. È il classico tennista che può uscire al primo turno di qualsiasi torneo ma che, in genere, è difficile che giochi male i tie-break.

Scavallato il finale da infarto, il Napoli e Benitez hanno salutato il pubblico. Koulibaly – autore di una prestazione solida – ha addirittura lanciato la maglia ai tifosi. In tre partite, il Napoli si è alzato dal letto. Quindici giorni fa c’era chi – e non erano pochi – considerava l’esonero di Benitez l’unico rimedio possibile a una deriva che sembrava inarrestabile. Per fortuna, chi guida il Napoli la pensava diversamente. Rafa fa di nuovo le valigie ma tornerà: va a trovare la sua famiglia e noi gli auguriamo buone vacanze. Un Benitez cambiato. Ha abbandonato la linea del dialogo e della cordialità. E bene ha fatto. Da noi, spesso, l’educazione e la cortesia sono scambiate per altro. Certo, qua e là percepiamo un po’ di “schiattamento in corpo” o “schiattiglia”, che dir si voglia, ma tant’è.  

Non a caso noi, smarriti dopo alcune letture (ci siamo dovuti rifugiare nel tabellino per avere la conferma che il Napoli avesse vinto), abbiamo pensato bene di rifugiarci in quel covo di rafaeliti che è il sito whoscored.com (quelli che pretendono di leggere il calcio anche attraverso le statistiche, incompetenti insomma) e abbiamo ripreso un po’ di colore nel vedere i grafici relativi ai tiri del Napoli. In certi momenti la faziosità aiuta. Non ci sentiamo ancora pronti per un’analisi quanto più obiettiva possibile della partita.
Massimiliano Gallo

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