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Il Napoli soffre di nikefobia

Il Napoli soffre di nikefobia

Partiamo dai fatti. E i fatti dicono che il Napoli di quest’anno rende inspiegabilmente molto meno di quello dell’anno passato. Inspiegabilmente perché la squadra non è cambiata in modo tanto significativo da giustificare un calo di rendimento quale quello cui stiamo assistendo. Vediamo ruolo per ruolo. Koulibaly è un acquisto assolutamente azzeccato. Ha dato fino ad oggi prova di essere un buon calciatore. Gargano (nuovo acquisto?) più o meno vale Behirami. E fino ad oggi non lo ha fatto rimpiangere. Michu è più scarso di Pandev. De Guzman non leva e non mette. E infine (Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l’aere sanza stelle, per ch’io al cominciar ne lagrimai) il portiere. Rafael è infinitamente lontano dal suo predecessore per mezzi tecnici e personalità. Ma prima o poi la farà una parata?

Ciò posto, non ci sono in teoria gli elementi per spiegare con la variazione di singoli calciatori la resa così deludente della squadra. Piuttosto va cercata la spiegazione del rendimento mediamente basso di tutti. Lo stesso Callejon, oggi sugli scudi, ha cominciato malissimo. Ma Hamsik, Higuain, Martens, Maggio, Albiol….e con loro praticamente tutti gli altri, che cosa hanno che non va?

Perché la squadra ha cambiato completamente volto smarrendo il filo del gioco che l’anno scorso aveva suscitato molto spesso elogi e ammirazione?

Ma allora la colpa è del tecnico? Francamente non lo so. Nella débâcle non si salva nessuno. Ognuno ha la sua parte di responsabilità . Quindi anche Benitez. L’idea che mi sono fatto in proposito è la seguente. Una tra le tante possibili spiegazioni. È stato un errore arrivare con una preparazione inadeguata all’esordio in Champion. E ai primi incontri di campionato. Qui la grande colpa di Benitez secondo me. Il suo errore di valutazione. La squadra ne è uscita suonata. Sentendosi dopo solo quattro o cinque incontri fuori dall’Europa che conta e azzoppata in campionato. Dopo aver suonato la carica allo scudetto in estate. Questa situazione ha generato una sindrome depressiva. La squadra non crede nei suoi mezzi. Se va in vantaggio subisce la nikefobia, paura di vincere. Fenomeno notissimo e diffusissimo nel tennis. Se va in svantaggio si squaglia, come ieri sera in Svizzera.

Inutile assalire il pullman dei giocatori. O coprire di insulti il tecnico. A parte il fatto che la violenza è l’arma dei gaglioffi, non è così che la squadra uscirà dal tunnel. Aggredire per svegliare… un caso di eterogenesi dei fini. Si rischia la paralisi sul piano psicologico. E guardate che psicologia non vuol dire chiacchiere. I riflessi psicologici possono condizionare una intera stagione. Alle dietrologie non credo. Alle congiure ordite nei salotti televisivi nemmeno.
Guido Trombetti

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