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Ora da Renzi ci aspettiamo la ricetta per guarire il calcio

In Italia è difficilmente rintracciabile una vittoria elettorale così netta. Nel centrosinistra, ma non solo. Non sarà comunque questa l’occasione per scrivere di politica propriamente detta sul Napolista. Anche se di politica, in altro senso, scriviamo spesso. Un’affermazione così ampia, però, spinge persino noi – che di solito non mischiamo le vicende di Palazzo Chigi con le argomentazioni di questo sito – a sollecitare un’azione del Governo.

Sono trascorse poco più di tre settimane dai fatti dell’Olimpico. Come sappiamo, il calcio se l’è cavata in modo vergognoso, con una squalifica di due giornate – successivamente ridotta a una – allo stadio San Paolo. E basta. La magistratura ordinaria, invece, è al lavoro. I tempi sono più lunghi. E tra un po’ sapremo quale sarà la ricostruzione di quella serata ad opera della Procura. Dopodiché, ovviamente, ci sarà l’eventuale processo.

Quel che però ci sta più a cuore sarà il piano del Governo a proposito del pianeta calcio. Quali saranno i provvedimenti che saranno messi a punto per evitare che si ripetano serate come quella del 3 maggio e per evitare che il potere di ricatto di pochi continuino a funestare le domeniche (e non solo le domeniche) di tanti. Abbiamo visto in questi giorni che di “trattative” in giro per l’Italia tra gli ultras e le società di calcio ce ne sono tante. La più clamorosa l’abbiamo riscontrata a Bologna, dove esponenti del tifo organizzato si sono seduti al tavolo per la vendita della società a potenziali nuovi acquirenti. Ma anche a Padova il calcio non giocato ha fatto parlare di sé, con esponenti del tifo organizzato che prima hanno manifestato contro la presidenza e poi sono stati ricevuti sia dal vicesindaco sia dai candidati a sindaco.

Dal Governo ci aspettiamo – noi del Napolista, ma anche la stragrande maggioranza dei tifosi di tutte le squadre – misure definitive, che puniscano in maniera ferma l’arrendevolezza delle società ai ricatti di questi sedicenti tifosi. Non sarà facile, perché – come abbiamo scritto nel nostro instant e-book – sono proprio le società di calcio, a braccetto con i vertici del calcio, le principali responsabili di questa deriva. Sono state loro, nel corso degli anni, a conferire sempre più potere a persone che, per dirla alla James Pallotta, presidente della Roma, “hanno altri interessi”. È questa la catena da spezzare. Tre settimane dopo, tanto per fare un esempio, ancora non sappiamo chi ha dato all’ormai famoso Genny il biglietto omaggio per la curva Nord in occasione della finale di Coppa Italia. Così come non ci spieghiamo come sia possibile che i controlli all’ingresso siano rigorosissimi esclusivamente per le persone perbene e diventano incredibilmente di manica larga per chi va allo stadio per sparare bombe carta o fare a botte.

L’aspettativa per i provvedimenti del Governo e, soprattutto, per la loro reale applicazione, è tanta. Renzi non abbia timori a essere severo. Con i violenti e con le società conniventi. Solo così potremo provare a guarire il calcio.
Massimiliano Gallo

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