Il succo è tutto in questa frase: “Un discorso a parte merita Insigne, talento unico per tecnica, genialità e capacità tattiche ma oggi in una condizione fisica che ne limita autostima e performance”. Così Arrigo Sacchi chiude sulla Gazzetta dello sport il suo editoriale dedicato ai giovani del calcio italiano, all’esiguo spazio a loro disposizione e agli scarsi investimenti che si effettuano sui giovani. Dopodiché l’Arrigo elenca quelli che considera i giovani più dotati. Eccoli: “Immobile e Destro, poi Florenzi, i portieri Perin, Bardi, Leali, Cragno, lo stupefacente Scuffet; i difensori Donati e Caldirola che per giocare nel massimo campionato sono emigrati al Bayer Leverkusen e al Werder Brema così come il centrocampista Rossi al Valladolid (in Spagna) o Verratti leader del Psg. Il giovanissimo Romagnoli, Murru, Baselli, Belotti, Gabbiadini, Benassi, De Sciglio, El Shaarawy (purtroppo infortunato)”. E poi l’ultimo rigo dedicato a Insigne.
Un giudizio pesante da parte del coordinatore delle Nazionali giovanili. Più volte Arrigo Sacchi aveva speso parole d’elogio per Lorenzo Insigne. Poi, l’allenatore simbolo del Milan berlusconiano ha progressivamente cambiato idea fino a parlare di una vera e propria involuzione. L’allenatore di Fusignano non ha mai annoverato tra i responsabili Rafa Benitez, da sempre un suo prediletto. Le sue sono dichiarazioni dure. Sacchi punta il dito sulla condizione fisica di Insigne. Non parla di approccio tattico, di sistemazione in campo. Solo di capacità atletica. Ora non sappiamo, ma immaginiamo di sì, se Sacchi parli frequentemente con Benitez. Resta il giudizio pesante e resta una certa insofferenza da parte del talento di Frattamaggiore che anche la scorsa settimana si lasciò andare a dichiarazioni poco carine nei confronti dei tifosi del Napoli: “A Napoli ti considerano solo se segni”.
Insigne è nervoso perché considera a rischio la sua convocazione per i Mondiali? Il giudizio di Sacchi è anche quello di Cesare Prandelli? Fin qui Prandelli sembra aver sempre considerato Insigne tra i 23, ma non si è nemmeno mai esposto più di tanto. Non sono pochi, qui a Napoli, soprattutto tra i freddi su Benitez, i tifosi che considerano il tecnico spagnolo il responsabile della involuzione di Lorenzinho. Non so. Chi scrive, considera la metamorfosi tattica di Insigne uno degli aspetti più interessanti del lavoro di Rafa. Sta provando a trasformare un fantasista, peraltro già forgiato alla scuola di Zeman, in un attaccante moderno. Un giocatore d’attacco a tutto campo, come giocava El Shaarawy. Ci riuscirà? O invece lo sta semplicemente snaturando?
Massimiliano Gallo