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“Metti un centrocampista in più”. Cett, cett

Il mio Roma – Napoli (Coppa Italia) – Vigilia con tensione inusuale. Arrivato a casa, in prima serata, nonostante avessi cenato e nonostante fosse in corso una leggera dieta, ho preparato prima un tè e poi ho iniziato a pensare incessantemente alla cioccolata che era nell’armadietto. Un pensiero che in realtà avevo già dal pomeriggio. – Le ultime prestazioni della squadra mi avevano atterrito, le relative polemiche mi avevano depresso e un altro passo falso non l’avrei retto. Anche perché ritengo che approdare in finale sia importantissimo per una serie di motivi, a prescindere dal valore della Coppa. – Dopo aver evitato in tutti i modi, pensando finanche allo scivolone di Fernandez di domenica scorsa, alla fine, un’ora prima della partita, non ho resistito e ho aperto l’armadietto. Lì dentro c’era la Svizzera. Restando in tema, nemmeno la cappellata di Dzemaili o l’assist di Inler a Denis hanno potuto fermarmi. – Ho posato le tavolette sul tavolo della cucina e ho iniziato a guardarle come il piccolo Patsy fece col suo dolcino, in C’era una volta in America, sulle scale, in attesa di regalarlo alla Peggy in cambio di qualche servizio. Pur di colmare quel vuoto largo 3 settimane senza vittoria in campionato, ho prima scartato, poi desistito, poi ho riaperto, poi ho riposto tutto nell’armadietto e infine ripreso, riscartato e finalmente mangiato un’intera tavoletta alle nocciole della Lindt. Avidamente. Goool e vaffanculo al modulo e al calo atletico che mi avevano triturato i giorni precedenti. Sì, ho provato la stessa gioia. La tensione è calata. – Più leggero (nella testa), nel tragitto da casa mia a quella del Minao, con la bocca ancora impastata di buono e i denti ancora invasi dalle nocciole, ho ricevuto gli sms di Peppe Napolitano e di Max Gallo che erano all’Olimpico. Un sussulto e sono tornato nel baratro. – “Non puoi tradirmi. Stasera, no” ho pensato. La maglia gialla mi ha rincuorato. – L’atteggiamento iniziale subito mi ha ringalluzzito. Insigne l’ha buttata in mezzo senza fortuna e Gonzalone non ha chiuso un triangolo, fallendo un colpo di tacco. Ma eravamo lì. Aggressivi e senza paura. – Dopo poco però, mentre Rimedio (il telecronista) scambiava Jotto per Insigne e Inler per Nainggolan, quell’accenno di euforia si è trasformato in un groppo in gola: lancio di Totti per Gervinho che, trovatosi a tu per tu con Reina, lo ha superato con facilità irrisoria e ha depositato in rete. 1-0. -Dopo il gol ho realizzato: che Gervinho darebbe 10 metri a Reveillere anche se corresse nel sacco; che Reina non conosce l’ivoriano, altrimenti gli si sarebbe parato avanti in attesa che lo colpisse o che colpisse un fotografo; che i suoi compagni di squadra hanno mimato ridendo il gesto dello scavetto, quasi a voler dire “è impossibile, ma davvero lo ha fatto? Lui? Con quei piedi? In allenamento la tira sul raccordo anulare”; che Totti deve andare ai mondiali. Il tocco è stato bellissimo, non v’è dubbio, ma, secondo Dolcetti (il commentatore) non era fuorigioco perché il lancio lo ha fatto Totti; che a Cagliari i guardalinee usano un altro tipo di metro; che in quel momento avrei volentieri mangiato un altro po’ di quella cioccolata. – Il Napoli ha reagito immediatamente. Mentre Rimedio scambiava Calle per Hamsik, Inler ha tirato a Forte Boccea e Insigne sulla Casilina. – Intanto Reve si è accasciato. La maledizione del terzino ha continuato a falcidiarci ed è entrato Ghoulam. Poco male. – La partita è stata coinvolgente, ho rimosso il pensiero della cioccolata e mentre anche Dolcetti usava impropriamente il “piuttosto che” ormai divenuta sempre più una bomba d’ignoranza dilagante, mentre Rimedio, nel notare la bufera in corso, parlava di bomba d’acqua e mentre i tifosi si lanciavano un paio di bombe amorevoli, Hamsik ha perso palla a centrocampo e Strootman ha lanciato la sua bomba all’incrocio dei pali. 2-0. – Una bomba è deflagrata dentro di me. “Antò (Minao), in cucina c’hai un po’ di cioccolata? Pure fondente. Ho un calo”. Non mi ha nemmeno risposto. – Mentre Rimedio scambiava Castan per De Rossi, Gervinho ha bucato di nuovo sulla destra, Maicon l’ha tirata sull’esterno della rete e Maggio, approfittando di un pronosticabile stop errato, ha superato in corsa il greco, ma ha concluso debolmente. E così è finito il primo tempo. – Il Minao, sotto pressione, è andato a procacciar cioccolata in cucina per me e io sono andato ufficialmente in depressione: è partito il trailer del film di Aurelio e Verdone, un altro di una fiction con protagonista una suora sfigata (roba allegra assai), le spiegazioni di Somma, gli epinici di Righetti e lo spot di Fazio e della Littizzetto del prossimo Sanremo (ancora esiste?). E, dulcis (anzi, non dulcis) in fundo, il Minao mi ha detto che la cioccolata era finita. “Se vuoi, ti faccio un tè”, mi ha proposto. Non ho nemmeno risposto. – Molto male, ho pensato al modulo e al calo fisico che mi avevano triturato nei giorni precedenti. Invece finalmente nel secondo tempo si è vista la “rreazione” di cui eravamo orfani. – Insigne ha lanciato Gonzalone in area di rigore, il cui cross, deviato da Benatia, è finito direttamente in rete. Se qualcuno stava rimpiangendo le mani insaponate De Sanctis è stato servito. 2-1. – Mentre intanto Rimedio scambiava Fernandez per Maggio, Ljajic ha provato a infastidire dalla lunga distanza e Calle ha sbagliato un contropiede che avrebbe finalizzato anche Rossitto. Invece Insigne, buona la sua prova, ha dribblato in area, ma ha concluso con un tiro loffio. – Sempre Rimedio, su una punizione da 30 metri ha detto: non conosciamo Ghoulam (che aveva preso per Britos), sembra intenzionato a tirare. Sì, non lo conosciamo, ma evidentemente lui conosce De Sanctis. Il tiro, alla Branco, è schizzato a terra e il portiere giallorosso è andato in apprensione. – I capovolgimenti sono stati continui, ma il Napoli ha cominciato a forzare. Specie dopo il cambio di un troppo compassato Hamsik per Mertens. Nonostante il modulo tanto criticato, sembravamo con un uomo in più a centrocampo. Nonostante il calo fisico tanto citato, sembravamo ovunque (con la Roma che domenica non aveva giocato). – Mentre la sovrimpressione Rai indicava “Roma – Napoli 3-1”, un triangolo tra Mertens e Benatia, ha proposto il belga in area di rigore, dopo aver superato, con un gioco di prestigio alla Binarelli, Castan. Tiro e gran gol. 2-2. E urlo sovrumano di tutto il rione. – Poco dopo, Mertens avrebbe potuto triplicare ma, inspiegabilmente, invece di tirare l’ha data a Higuain marcato. – L’ultima parte di gara è proseguita senza sussulti. È finalmente entrato Valon (ma non doveva rientrare tra un mese? Ma non doveva operarsi?) per Higuain e finalmente si è cambiato modulo. Così abbiamo accontentato anche i trituratori. Certo, certo. – All’88’, a centrocampo, in maniera casuale, Castan ha innescato in scivolata un’azione verso la tre quarti. Velocissimo triangolo e palla lunga nel corridoio per Gervinho. Continuo a pensare che Reina non conosca l’ivoriano. Il gol lo ha beccato sul suo palo. Ma mi chiedo: Gervinho quando lo avrebbe fatto un gol in diagonale? A Tor di Quinto hanno ringraziato e 3-2. – Alla fine, Ghoulam, con un’altra punizione alla Dirceu ha tentato di fregare De Sanctis che stavolta ha lasciato il sapone e con un imbarazzante bagher alto l’ha messa fuori. – Voglio sottolineare le prestazioni di Inler e Fernandez che ultimamente ho bersagliato. Invece è stato nominato poco Jotto, ma forse perché Rimedio lo ha scambiato per Insigne per tre quarti di partita. – Ora attendo impaziente le argute dichiarazioni di Materazzi. Attendo impaziente le dichiarazioni di DeLa del dopo Bergamo. Attendo impaziente la lettura dei giornali di stamattina. Specie quelle sul modulo e sul calo fisico. Attendo impaziente le nuove dichiarazioni di Moggi su Benitez: in 40 anni di carriera, chiunque avrebbe vinto quanto lui. Lucià, con i tuoi metodi, sarebbero bastati 10 minuti al cellulare. – Resto dell’idea che Rafa e Garcia in Italia siano le uniche due mosche bianche. – E perdere mi ha bruciato, nonostante la grande partita, con una Roma che in casa non aveva mai sofferto così tanto, e la grande fiducia per la gara di ritorno al San Paolo. Speriamo di vedere lo stesso spirito e la stessa “rreazione” anche nelle prossime sfide in campionato. – E per la cronaca, con il vuoto dilatatosi a causa di quel gol di scarto, aperta la porta di casa ho trovato Anna, la mia compagna, che armeggiava in cucina. Mi ha guardato e mi ha detto: il Napoli che ha fatto ? sto facendo un po’ di cioccolata calda, ne vuoi un po’? Bene, voi al posto mio che avreste fatto? Io ho pareggiato. Forza Napoli Sempre La 10 non si tocca. Gianluigi Trapani

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