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Sì, Diego è servito ai sapientoni per non parlare di Benitez. Ma che emozione il passaggio di testimone con Higuain

E’ vero, si è molto scritto e parlato della presenza di Maradona al San Paolo e forse troppo poco di Rafa e dei suoi fantastici calciatori che, alla faccia di indecenti commentatori Rai e delle solite ciucciuvettole Cava-Mazzarriane, hanno compiuto una impresa straordinaria ribaltando ogni catastrofico pronostico. Ha ragione, come sempre, Mimmo Carratelli. Il coro dei sapientoni che affolla i salotti calcistici dei programmi televisivi non ha perso l’occasione per spolverare la peggiore retorica maradoniana, strumentale e ruffiana. Molto più facile parlare del Pibe al cuore dei tifosi, piuttosto che prendere atto di quanto fossero affrettate ed ingenerose le loro critiche e riconoscere finalmente a Benitez capacità, coraggio e coerenza. Però l’altra sera allo stadio quando Diego è comparso in tribuna mentre il Pipita segnava il 2 a 0 è successo qualcosa di speciale che è difficile da raccontare ma che ha cambiato l’atmosfera in campo e fuori. Pochi sapevano che venisse, ma il suo arrivo è stato percepito immediatamente con un incredibile passaparola, una frenetica ola che ha attraversato lo stadio intero e persino lo schermo di chi doveva accontentarsi della tv. Una splendida partita, un grande risultato sportivo diventavano improvvisamente una magica emozione collettiva capace di coinvolgere tutti e di travolgere persino lo scetticismo di chi continua a polemizzare dagli spalti solo per la smania di distinguersi. La incredibile coincidenza saldava, nell’immaginario di tanti inguaribili romantici, il passato con il presente e il passaggio di questo testimone per essere credibile ed accettato aveva bisogno del calore e della presenza di Diego, della sua benedizione. Gonzalo Higuain può diventare davvero il leader che Napoli aspettava. Insostituibile riferimento in campo, altruista nel gioco ma dotato di fantastici colpi di genio, innamorato della maglia e della città, capace di piangere per una sconfitta ed esaltarsi per una vittoria con una spontaneità contagiosa. Diciamo la verità, Cavani non ci ha mai amato davvero e soprattutto non ha capito troppe cose della città e della sua gente e forse questo ci ha deluso più della sua stessa partenza. Questa è la storia, o forse la favola, che andrebbe raccontata a quei bambini che mercoledì sera non capivano cosa succedeva. Il resoconto di un amore che è fatto di cronaca, ma anche di memoria e riconoscenza e ha sempre lo stesso colore e la stessa intensità. Il resto è fuffa! Lo sappiamo tutti che Maradona non tornerà davvero a Napoli e tantomeno nel Napoli di De Laurentiis, tranne che per degli spot che fanno bene soprattutto a chi gli sta intorno. Oltretutto sarebbe dura spuntarla con lui per i diritti di immagine. Ambasciatore del Napoli nel mondo? Già lo è, riconosciuto e riconoscibile assai prima della investitura del nostro Aurelio che mi ha ricordato tanto Renzi quando ha nominato Cuperlo presidente del PD. Claudio Botti

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