(L’editoriale di rafa Benitez sull’Independent tratto dal sito ufficiale di Rafa, www.rafabenitez.com)
In spagnolo potremmo chiamarla una “subasta” – un’asta – ed è ciò che il mese appena finito può aver rappresentato per i managers. Il calciomercato è difficile, e a gennaio lo è molto di più. E’ stato reso più facile dal team con il quale sto lavorando a stretto contatto qui a Napoli, ovvero il presidente Aurelio De Laurentiis e il direttore sportivo Riccardo Bigon. Si è lavorato e parlato molto, specie negli ultimi giorni, ma è stato comunque difficile.
E’ un’asta perché ai club piace trovare strategie e modi per alzare il prezzo dei propri calciatori che si stanno provando ad acquistare. Ricordo la mia prima trattativa per comprare un calciatore in Inghilterra, parlavo con il manager della squadra che doveva venderlo. Si discuteva del prezzo del giocatore che noi stavamo provando a portare a Liverpool, e lui era educato ed amichevole. Poi invece scoprii che quel manager era in contatto con altre squadre per parlargli di quel calciatore e del nostro interesse, il tutto solo per alzare il prezzo. Ognuno prova in tutti i modi ad incrementare il profitto. Ricordate la parola: subasta.
Uno degli aspetti importanti qui a Napoli è cercare di trovare un buon prezzo a tutte le operazioni. Tutti ragioniamo in relazione al Fair play finanziario – progettato per il futuro, così come per il presente, che è una delle ragioni per la quale abbiamo preso un ventitreenne, Faouzi Ghoulam, e un ventisettenne – il nostro nuovo centrale difensivo Henrique – che può anche giocare a centrocampo.
Quando non hai molti soldi, come noi, ma stai ancora cercando calciatori per far dare equilibrio alla rosa e alla squadra, è utile avere discrezione. Agli agenti piace sempre dire che “questa squadra è interessata, quella squadra è interessata ai loro giocatori – e quando la notizia rimbalza sui media aiuta anche gli agenti. In qualità di manager a noi piace monitorare i calciatori e muoverci in fretta.
E’ stato così quando abbiamo comprato il primo dei nuovi tre calciatori che abbiamo acquistato a gennaio – Jorginho, un centrocampista che ha realmente qualità. L’abbiamo visto e l’abbiamo preso velocemente, dopo che il Presidente, Bigon ed io ci siamo accordati sulle caratteristiche del calciatore che volevamo.
Il buon prezzo è un fattore molto importante per un club come il Napoli e penso che sia la stessa ragione per la quale adesso si vede in giro un gran numero di offerte di prestito, come le partenze dei giocatori del Fulham, Adel Taarabt e Dimitar Berbatov, e Lacinà Traoré che è stato l’ultimo calciatore ad arrivare all’Everton in prestito dal Monaco. Ho visto i dati, il numero di offerte di prestito in Premier League è aumentato a gennaio fino a diventare il 41% di tutte le nuove offerte, rispetto al 29% dello scorso inverno.
Anche in Serie A l’aumento è alto – il 76% dei trasferimenti è stato in prestito. Ci sono ragioni specifiche. Per prima cosa, il club acquirente può conoscere il giocatore e vedere se sarà adatto allo stile della squadra. In secondo luogo, il club “cedente – se così possiamo chiamarlo – si alleggerisce e non paga lo stipendio. Abbiamo assistito ad una crisi economica che colpisce la capacità di spesa dei club, in alcuni dei paesi continentali. So che si è parlato di economia e di ‘austerità’ in Inghilterra ed altrove e possiamo dire che quei prestiti sono un’idea giusta per i periodi di crisi.
E mentre proviamo a fare il nostro lavoro in questo modo, scopriamo che il mercato può avere effetti negativi sulle squadre che stiamo guidando nella fase centrale e cruciale della stagione. Ognuno è nervoso. I giocatori pensano che potrebbero arrivare nuovi da collocare nella loro posizione o che può giungere un’offerta anche per loro. Questo dà un senso di insicurezza ed è per questo che penso che il miglior modo di organizzare il mercato sarebbe quello di renderlo breve e veloce: solo una volta in estate quando i calciatori possono essere ceduti, con scadenza il 10 agosto prima dell’inizio della stagione. Così si evita inoltre di avere calciatori che iniziano con te e poi te li ritrovi da avversari che ti conoscono bene.
Ho notato, dall’ultima volta che ho scritto, che c’era molta sorpresa per alcuni dei calciatori che hanno lasciato l’Inghilterra per l’Europa continentale la scorsa settimana. Taarabt era uno di questi e in tanti non si aspettavano nemmeno di vedere Philippe Senderos andare al Valencia, che ha sempre avuto buoni talenti, e poi essere all’altezza di affrontare il Barcellona la scorsa settimana.
Non siate così sorpresi. Uno degli aspetti positivi dell’essere un allenatore è vedere come un calciatore che brillava in un altro posto possa farlo nel proprio club. Le persone dimenticano che l’aspetto tecnico di un calciatore è solo una parte. Altri fattori possono essere la fiducia di un allenatore. Forse il calciatore non si era adattato nella città o nel paese dove stava. Guardate a due dei miei calciatori. La scorsa stagione tutti parlavano di Pepe Reina, il mio portiere in prestito dal Liverpool, e dicevano “Oh, Pepe adesso non è tanto bravo. Ora è venuto qui e forse è stato il miglior portiere della Serie A in questa stagione. Tutti possono vedere il suo grande livello. Dico lo stesso di Josè Callejon, che non stava giocando nel Real Madrid la scorsa stagione ma è stato fantastico per noi. Il lavoro dell’allenatore è anche conoscere il calciatore.
La stessa conoscenza aiuta quando sei nel periodo di mercato. Quando ero al Liverpool abbiamo fatto alcuni buoni acquisti, inclusi Daniel Agger e Javier Mascherano, e la chiave per comprare l’argentino è stata quella di conoscerlo. Io lo conoscevo quando giocava al River Plate, in Argentina, e avevo già provato a portarlo al Valencia.
Il rapporto personale ha aiutato quando il West Ham lo stava vendendo nel 2007, io potevo parlargli in spagnolo. Gli ho detto del Liverpool e dei nostri tifosi. E’ stato importante perché l’abbiamo comprato, naturalmente, e lui è diventato un giocatore determinante anche per i tifosi del Liverpool. Javier era sicuro della scelta e noi eravamo sicuri della bontà dell’acquisto. Ne abbiamo parlato e ci siamo mossi con velocità.
E’ stato lo stesso con Agger. Molte persone stavano parlando con lui mentre noi abbiamo lavorato duro per conoscerlo. Poi siamo stati abili a fare il nostro affare. Nessuna perdita di tempo significa evitare le aste: è questa la lezione del mercato di gennaio.
Rafa Benitez