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Mio padre, milanista, maledice Constant ogni domenica

Guardate, non so voi ma io a Armero non me lo venderei per Constant.
Sì, perché pare sia questo lo scambio che il Milan e il Napoli si accingono a fare in questi ultimi giorni di calcio mercato.
Il fatto è che Constant è scarso. E noi dobbiamo subire persino l’affronto del suo rifiuto. Cioè noi volevamo Constant e lui non è voluto venire.
E che Constant sia scarso non lo dico io, né Zazzaroni. Che Constant sia scarso lo dice don Peppe, mio padre, che essendo milanista riverista di fede vanbasteniana rappresenta per me la massima autorità in fatto di ridotta o elevata propensione alla figur ‘e mmerd da parte di calciatori milanisti.
Quando lo vede, mio padre non capisce niente più, diventa una specie di erinni travestita da milanista napoletano, e comincia a inveire contro il capitalismo perché è solo per colpa sua (e di Berlusconi pure perché, dice, perde troppo tempo appresso alla politica) se il Milan mo’ tiene a Costant quando prima teneva a Thiago Silva.
Papà, che ha organizzato tutto il suo viaggio di nozze in funzione della tappa a Milano e in occasione di questa non si è peritato di abbandonare mia mamma dentro a un salone di parrucchiere al solo scopo di andare a via Turati a stringere la mano (destra) a Rivera, soffre molto per l’attuale crisi del Milan e ne individua, naturalmente, colpe e responsabilità.
Ecco, tenete presente che nella sua personale lista di proscrizione Constant viene subito dopo Allegri e subito prima di Robinho.
Ci sarà un motivo se ogni volta che lo vede inizia a piangere e a urlare “Pippomiodovesei”.
Perciò mi chiedo: ma è il caso che ci vendiamo a Armero per comprarci a questo Constant? È mai possibile che dobbiamo ringraziare Constant che ci ha “schifati” per mano di legge?
A parità di propensione al cross sfiatato io direi che a questo punto è meglio se ci teniamo a Armero che almeno a livello di culo è dotato di più e Dio solo sa se in questo momento tra pali, infortuni e terzini sinistri sinistramente scomparsi noi non ne abbiamo bisogno.
E poi lo sparagno non è mai guadagno, si sa.
Anna Trieste

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