ilNapolista

Dedicato agli scettici e ai detrattori di Rafa: ma ci siete o ci fate?

Il mio Verona – Napoli

– “Ahimè, perché l’amore, di aspetto così gentile è poi, alla prova, così aspro e tiranno?”
Perché Ella se la faceva con Mertens, Insigne e Dzemaili.
da “Romulo e Giulietta” di Uilliam Scécspir.

– Nelle ultime notti, lo ammetto, ho sognato Donadel. Sempre la stessa scena. Noi in vantaggio di un gol e al 90′, dopo una mischia in area, il buon Marco, solo a pochi passi dalla linea di porta, pronto ad appoggiarla in rete. Niente, Donadel sta talmente inguaiato che mi sono svegliato sempre un attimo prima che tirasse.

– Ricordi random:
il Suo amaro esordio in serie A con Bruscolotti che sevizia Elkjaer;
un 2-2 con un Suo gol di testa all’indietro;
un 3-0 depressivo;
un gol di Galia ancor più depressivo;
un 1-3 che volle dire serie A o quasi.
Verona vuol dire Giulietta ma anche Pellegrini.

– Toni mi ha ricordato, oltre Jurassic Park di Spielberg, anche una canzoncella che gli cantavano a Monaco: Numero Uno. “Fritti, scampi, et Chianti, calamari, Luca sei per me: Numero Uno”. Ve la ricordate?

– A Verona ci offendono, ma intanto il Rafael pezzotto ce l’hanno loro.

– Nei primi 15 minuti ho visto: molti passaggi sbagliati, una caterva di falli, un tiro sul balcone di Toni (Numero Uno) e il nuovo orripilante taglio di capelli di Armero.

– Al 20′ ha segnato Pinilla a Cagliari e Florenzi a Roma: non ho esultato.

– Mertens ha segnato con un tiro sbagliato a giro alla Insigne. 0-1.

– Dopo il gol, ho immaginato Giulietta che cantava in napoletano De Crescenzo: Ancora.

– Higuain ha provato a soddisfare subito la richiesta: palla a fil di palo.

– Su Mertens, all’ennesimo “fallo” (no, Giulietta qui non c’entrava), ho pensato al cartellino giallo. Nonostante la rima alla Scècspir, Doveri ha ancora fatto finta di niente.

– Nel secondo tempo, Toni si è ritrovato libero poco fuori area. Tiro e parata del vero Rafael. Fortuna che era Toni (Numero Uno).

– Azione manovrata, Dzemaili ha servito Pandev solo in area. Palla comoda a campanile e tiro al volo del macedone sempre sullo stesso balcone. Mi ha ricordato il famoso destro di Pacione, idolo degli scaligeri.

– Dzemaili ha scaldato i guantoni del pezzetto in divisa verde e subito dopo, Pandev, sempre col destro di Pacione, lo ha graziato. Niente, Giulietta ha dovuto aspettare. De Crescenzo avrebbe cantato: Non tardare.

– Niente, Toni Numero Uno, stavolta, non è stato mai servito in area per uno dei suoi attesi tuffi. Colpa di Hallfredsson?

– Mertens ha provato di nuovo a beffare il tarocco portiere. Peccato che il tiro a giro alla Insigne sia stato perfetto questa volta: fuori.

– Pochi minuti dopo, altra azione manovrata sulla destra, Maggio ha “sfondato” (no, Giuliè, aspetta un attimo) e pallone preciso in mezzo all’area. Insigne ha dovuto solo “spingerla” dentro: sì, Giulietta, ora puoi finalmente esultare.

– Nessuno ha sfigurato. Ma dopo che gliene ho dette di tutti colori, la palma del migliore in campo è spettata a Maggio.

– Dopo il gol, ho immaginato la balconara cantare ancora “ancora”.

– Non sazia, si è beccata pure il terzo “colpo”: triangolo? No, il triangolo no. Quadrato perfetto Calle-Insigne-Pezzotto-Dzemaili e palla dentro. 0-3. Sarà bastato? De Crescenzo avrebbe cantato: Vola.

– Improvvisamente, mi è sembrato di giocare a porte chiuse. Allo stadio, meraviglioso il “Sound of silence” dei Simon & Garfunkel.

– Una cosa che non mi è piaciuta: nell’ultimo quarto d’ora, con Ella supina e tramortita dopo il volo, avrei lasciato la telecamera fissa sullo sguardo torvo di quel brav’uomo che cantava “ti amo terrone”.

– A parte la cugina di Giulietta, mai nessuna aveva espugnato il Benchègodi. C’è da dire che avevano giocato molte squadre di bassa classifica: Samp, Milan, Livorno, Sassuolo,ecc. ecc.

– Finito girone d’andata: 42 punti, record. 13 vittorie (6 in trasferta). 41 gol fatti, 20 subiti. Un solo tiro subito a Verona.
Per i detrattori e gli scettici di Rafa: ma ci siete o ci fate?

– Jorginho è stato l’osservato speciale. Nonostante la faccia di un dodicenne, non mi dispiace.

– La storia di Behrami, invece, proprio non mi piace.

– La storia di Cannavaro (conclusasi a Roma?) mi piace ancor meno.

– Tanto per dire: Zuzu e Hamsik (finalmente in panchina) non giocano da mesi.

– Dalle altre sponde:
Il Dortmund vuole Inler e Ranocchia. Sicuro che sia il modello da seguire?
Il presidente del Lione cosa ci fa in Francia? Dopo il teatrino Gonalons, l’Italia sarebbe il suo habitat naturale.
Furto a casa di Vidal: non sapevo che abitasse allo Juventus Stadium.
A Milano rimpiangono Stramaccioni. Ma serio.

– Comunque, per chiudere, non bisogna offendersi, c’è un dato di fatto: Mertens è penetrato, Lorenzo ha spinto e Dzemaili ha sfondato. Non pensate che a Giulietta sia piaciuta quella di De Crescenzo, l’odore del mare? Odore di Napoli.
Oh Romulo, Romulo, perché sei tu Romulo!?
Povero Romulo…

Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani

ilnapolista © riproduzione riservata